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Prevenzione ictus e vitamina c

 

Prevenzione ictus

Prevenzione ictus e vitamina c

Alti livelli di vitamina C favoriscono la prevenzione dell’ictus cerebrale.

In uno studio pubblicato nella rivista Journal of Nutrition (febbraio 2008), durato 9.5 anni su 20,000 persone di mezza età e anziani residenti a Norfolk, Regno Unito, i ricercatori hanno scoperto che le persone con la più alta concentrazione di vitamina C, nel sangue, all’inizio dello studio, avevano un rischio inferiore del 42 per cento di ictus cerebrale, in 10 anni, rispetto a quelli con i livelli più bassi di vitamina C.

L’effetto protettivo della vitamina C contro l’ictus è rimasto dopo aver considerato i fattori che potrebbero influenzare il rischio, quali età, sesso, fumo, assunzione di alcol, indice di massa corporea, pressione arteriosa, il colesterolo, l’attività fisica, diabete, infarto, l’assunzione di integratori e la classe sociale.

Il Drs. Sebastian J. Padayatty e Mark Levine dei National Institutes of Health a Bethesda, Maryland, sottolineano che frutta e verdura sono associate a benefici per la salute, tra cui una riduzione di ictus cerebrale. “Poiché non sappiamo come o perché il beneficio si verifica, è prudente consumarne un’ampia varietà”.

“L’apporto ottimale per la riduzione di ictus cerebrale e malattie cardiovascolari è sconosciuto”, sottolineano, “ma un apporto di 5-9 porzioni al giorno è associato a benefici e tutti dovrebbero mirare ad un’assunzione superiore.”

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L’attività benefica della vitamina C è stata attribuita alla sua capacità di neutralizzare gli ossidanti, che sono sostanze dannose prodotte naturalmente dall’organismo. La vitamina C si trova in tutta la frutta e verdura e si trova in alte concentrazioni nei peperoni verdi, arance, broccoli, peperone rosso, pomodori, papaia, anguria, ciliegie, fragole e in molta altra frutta e verdura.

Carote, spinaci, altre verdure a foglia e frutta ricchi di vitamina C, E e beta carotene – una forma di vitamina A – sono state a lungo legate ad una diminuzione del rischio di cancro. Ma ora le ultime prove scientifiche suggeriscono che questi nutrienti possono essere utili nella prevenzione di ictus cerebrali e malattie cardiache.

Poiché la vitamina C non può essere prodotta nel corpo umano, è necessario assumere alimenti o integratori.

Funzioni della vitamina C nel corpo

E’ di supporto nella sintesi del collagene, necessario per a salute delle ossa
della pelle e dei tendini.

Aiuta a stimolare le funzioni cerebrali e dei neurotrasmettitori.

Stimola anche la produzione di carnitina, una parte importante del sistema energetico del corpo.

La vitamina C è parte del meccanismo di metabolizzazione degli acidi biliari, come riporta il Linus Pauling Institute.

E’ anche un antiossidante che aiuta a rimuovere il meccanismo di danno da radicali liberi.

La vitamina C previene attacchi di cuore

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Secondo l’istituto di Linus Pauling, la vitamina C previene danni alle arterie. La vitamina C aiuta a formare il collagene, che poi mantiene l’integrità delle pareti arteriose. Uno studio pubblicato nel 1997 sul British Medical Journal sul rischio attacco di cuore su 1605 uomini finlandesi e ha concluso che quelli con un deficit di vitamina C avevano un rischio del 13,2% di attacco cardiaco, rispetto al 3,8% di coloro che avevano livelli adeguati di vitamina C.

Studi presso l’Università della California hanno suggerito che gli individui che consumano poca frutta e verdura, sono a più alto rischio di sviluppare sintomi asmatici o ridotta funzione polmonare.

La vitamina C riduce la pressione arteriosa

Nella rivista medica Lancet è stato pubblicato uno studio dell’Università della Boston School of Medicine e del Linus Pauling Institute (Università dello Stato dell’Oregon), nel quale i ricercatori hanno scoperto che un supplemento di 500 milligrammi al giorno di vitamina C può ridurre significativamente la pressione arteriosa alta nei pazienti ipertesi .

“Crediamo che questo sia un dato significativo che potrebbe essere di notevole valore per i pazienti con pressione arteriosa moderatamente elevata e, collaborando con il proprio medico, può fornire un modo per portare la pressione sanguigna entro livelli accettabili, senza costi o possibili effetti collaterali da prescrizione di farmaci”, hanno suggerito gli scienziati.

La vitamina C riduce l’infiammazione

La ricerca della Harvard Medical School ha scoperto che le fragole possono svolgere un ruolo nel proteggere la salute del cuore, in quanto abbassano i livelli ematici di proteina C-reattiva, un biomarker (“sostanza segnalatore”) di infiammazione nei vasi sanguigni. Inoltre, i consumatori di fragole avevano livelli modestamente più bassi sia di colesterolo totale che di LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”.

“Assumere maggiori quantià di frutta e verdura è sempre stato associato ad un ridotto rischio di malattie cardiovascolari. Le fragole sono una fonte ricca di nutrienti chiave e fitonutrienti che possono svolgere un ruolo nel proteggere la salute del cuore”. Hanno concluso i ricercatori.

La vitamina C protegge lo stomaco dall’Helicobacter pylori

I ricercatori del San Francisco VA Medical Center (SFVAMC) hanno scoperto che minore è il livello di vitamina C nel sangue, più è probabile che una persona si infetta da Helicobacter pylori, il batterio che può causare ulcere peptiche e cancro allo stomaco.

La vitamina C riduce il rischio di ictus cerebrale

Secondo Journal of the American Heart Association, gli individui con alti livelli ematici di vitamina C riducono notevolmente il rischio di ictus cerebrale. Concentrazioni più elevate di vitamina C nel sangue forniscono benefici anche ai pazienti con altri fattori di rischio, come ipertensione, il consumo in quantità di alcol, il fumo o minore attività fisica. Tuttavia, questi fattori di rischio riducono i benefici della vitamina C.

Inoltre, sempre secondo il Journal of the American Heart Association, bassi livelli di vitamina C nel sangue sono legati a una forma più grave di malattia delle arterie periferiche, una condizione spesso dolorosa, in cui i vasi sanguigni delle gambe si bloccano. E’ stato scoperto che la malattia può stimolare il processo infiammatorio e il rilascio di radicali liberi dell’ossigeno che esauriscono rapidamente la vitamina C.

La vitamina C protegge dal colesterolo LDL e riduce il rischio di attacco cardiaco e ictus

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Uno Studio condotto da ricercatori del Linus Pauling Institute presso la Oregon State University ha scoperto che i corridori di un’ultramaratona che hanno usato integratori di vitamine C ed E per sei settimane prima della gara, hanno totalmente impedito l’aumento dell’ossidazione dei lipidi, che altrimenti si manifesta nell’esercizio fisico estremo. Questo studio fornisce ulteriori prove sul valore della supplementazione di vitamina C ed E come antiossidanti che possono aiutare a prevenire l’ossidazione dei lipidi.

Tre di ricerche finanziate dal National Institutes of Health, condotte in collaborazione con la Oregon State University e la Boston University School of Medicine, hanno evidenziato che una moderata supplementazione giornaliera di vitamina C assunto da persone con malattia coronarica può essere efficace nel migliorare la funzione dei vasi sanguigni, prevenendo i dolori al petto di angina pectoris instabile e riducendo il rischio di attacco cardiaco e ictus, con significativo miglioramento della vasodilatazione.

I ricercatori del Linus Pauling Institute presso la Oregon State University ha scoperto che la vitamina C combatte la formazione di composti potenzialmente dannosi per il DNA. Questa scoperta spiega per la prima volta come la vitamina C può reagire e neutralizzare i sottoprodotti tossici del metabolismo del grasso umano.

Negli studi sull’uomo la vitamina C continua a reagire con queste tossine per formare coniugati – diversi tipi di molecole con un legame covalente – che sembrano essere innocui, e nel plasma sanguigno sono stati trovati livelli straordinariamente elevati di tali coniugati, che mostrano questo effetto protettivo della vitamina C contro i lipidi tossici.

Una dieta ricca di verdure a foglia può minimizzare il danno tissutale causato da attacchi di cuore, secondo i ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University (novembre 2007).

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Riferimenti

http://circ.ahajournals.org/

American Journal of Clinical Nutrition

 

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