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Cos’è la dieta chetogenica: storia di un brutto anatroccolo

Cos’è la dieta chetogenica

Cos’è la dieta chetogenica? Su quali principi si basa? Da quali ricerche scientifiche è supportata?

La dieta chetogenica è uno dei protocolli dietetici più studiati, le cui applicazioni in ambito terapeutico continuano da oltre un centinaio di anni.

Nel tempo ha subito delle modifiche, ma i suoi principi chiave sono rimasti invariati.

Principi chiave della dieta chetogenica

Quello che oggi si intende per dieta chetogenica non è un modello unico, ma un insieme di varianti dietetiche studiate per adattarsi a esigenze e situazioni diverse a seconda dell’individuo.

Le basi fondamentali dell’approccio chetogenico sono:

  • un discreto apporto di grassi buoni
  • un apporto proteico moderato
  • assenza di zucchri e di specifici carboidrati (quelli provenienti da cereali, patate, legumi e da alcuni latticini).

La chetosi chiarisce cos’è la dieta chetogenica

Anche se fa parte del gruppo delle diete “low-carb” (a basso tenore di carboidrati), il protocollo chetogeno è l’unico in grado di resettare il metabolismo, facendolo funzionare bruciando grassi invece degli zuccheri.

La maggior parte delle cellule del nostro organismo, infatti, è in grado di ricavare energia dai grassi, in sostituzione del carburante preferenziale: il glucosio.

Più precisamente, si tratta di uno stato fisiologico definito “chetosi”. Questa condizione fisiologica si stabilizza dopo circa 2/3 settimane dall’inizio del regime chetogeno, eliminando tutte le fonti alimentari glucidiche sopra citate.

Cos'è la dieta chetogenica: storia di un brutto anatroccolo 1 -

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Durante la chetosi, la maggior parte degli organi (non tutti) ricava dai grassi l’energia necessaria per funzionare, più precisamente dai chetoni o corpi chetonici, le molecole derivanti dal metabolismo dei grassi.

Questo “reset”, in realtà, è un’abilità innata del nostro corpo, che consente di preservare il funzionamento del cervello in più occasioni:

  • alla nascita, durante le fasi del travaglio,
  • durante un digiuno prolungato oltre i 3 giorni.

I bambini sono in grado di produrre e utilizzare i chetoni in modo più efficiente rispetto agli adulti (8). Tuttavia, la capacità dell’organismo di entrare in uno stato di chetosi non si perde invecchiando.

Il glucosio è sempre indispensabile?

Il glucosio è essenziale limitatamente alle cellule del sangue, del fegato e parte del cervello.

Sebbene il funzionamento di alcune aree del cervello dipenda dal glucosio, i chetoni possono fornire fino al 70% del fabbisogno energetico cerebrale, e persino in modo più efficiente (9).

Attraverso la chetosi, il cervello aumenta l’espressione dell’enzima succinil CoA transferasi per usufruire al meglio dei chetoni. Durante i primi 3 giorni di digiuno, l’ossidazione dei corpi chetonici nel cervello passa dall’1% al 25%, raggiungendo il 70% in sette giorni.

Le restanti cellule dell’organismo possono funzionare bruciando chetoni, tra l’altro con notevoli vantaggi metabolici.

Attenzione!

La chetosi da restrizione glucidica non si deve confondere con la cheto-acidosi, una condizione pericolosa per la vita, dove la chetonemia – concentrazione di chetoni nel sangue – supera i 12-15 mmol/L.

Livelli ematici così elevati di chetoni sono raggiungibili in presenza di stati patologici e di certo non semplicemente escludendo tutti i carboidrati dalla dieta.

Un po’ di storia spiega cos’è la dieta chetogenica

Sviluppatasi agli inizi del secolo scorso, la dieta chetogenica nacque dall’osservazione degli effetti positivi del digiuno sulle convulsioni.

Si formulò allora una dieta ricca di grassi, con lo scopo di mantenere il metabolismo nelle stesse condizioni del digiuno.

Le prime osservazioni scientifiche risalgono al 1920 (1), quando il dottor Russell Wilder, presso la Mayo Clinic, coniò il termine “dieta chetogenica”.

Nei decenni successivi, le indagini in questo campo, già limitate agli effetti sui casi di epilessia refrattaria ai farmaci, diminuirono progressivamente.

L’interesse scientifico, infatti, si spostò sui farmaci e – specie dopo gli anni ’70 – si concentrò sul fornire prove di supporto a teorie orientate a demonizzare i grassi e il colesterolo (2).

L’importanza dei chetoni come carburante di emergenza, per diversi organi e per il sistema nervoso, emerse nel 1966 (3).

Negli anni ’90, la Charlie Foundation contribuì a implementare la ricerca e l’informazione, divulgando i benefici terapeutici delle diete chetogeniche nelle epilessie.

La fondazione, inoltre, sensibilizzò il grande pubblico con il film che racconta la storia vera di Charlie Abrahams, malato di epilessia: First do no harm del 1997. Quale miglior modo di spiegare a tante persone che cos’è la dieta chetogenica!

Nel 2001, Richard L. Veech e il suo gruppo di ricerca, dell’Università del Maryland, riconobbero la capacità dei chetoni di bypassare l’insulino-resistenza (4).
Aumento ricerche dieta chetogenica

Forse non è un caso se proprio dopo il 2001, le pubblicazioni di articoli scientifici sulla dieta chetogenica, rintracciabili online su PubMed, aumentarono di ben l’ 860%!

Attualmente la dieta chetogenica viene studiata come potenziale trattamento per una varietà di condizioni:

  • difetti genetici nell’utilizzo del glucosio, malattie metaboliche rare come la glicogenosi (5),
  • patologie cardiovascolari, neuro-degenerative e alcuni tipi di cancro (7),
  • sindrome metabolica, ovaio policistico (PCOS), sovrappeso, acne, diabete tipo 2 (7),
  • emicrania (6).
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