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Nutrizione post ictus e prevenzione del declino cognitivo

Dopo un ictus (stroke), in particolare nei mesi immediatamente successivi, è molto importante stabilire sane abitudini, controlli regolari e un’adeguata integrazione nutrizionale che tenga conto di alcune varianti genetiche diffuse.

Grassi e vitamine rallentano l'invecchiamento cerebrale

È praticamente inevitabile, dopo un ictus, fare dei cambiamenti: curare l’alimentazione, fare esercizio fisico, monitorare alcuni parametri vitali, come la pressione, la coagulazione ematica e i livelli di omocisteina.

La dieta dopo un ictus (stroke) 

Secondo la Mayo Clinic (3), nei soggetti in forte sovrappeso, una perdita di soli 5 chili può ridurre in modo significativo due importanti fattori di rischio, la pressione elevata e il colesterolo alto.

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Per normali livelli di omocisteina e colesterolo
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Per modificare la propria dieta è bene consultare un medico competente in nutrizione. Tuttavia, sebbene alcune diete possono far perdere peso rapidamente, potrebbero aumentare il fabbisogno di quei nutrienti che invece facilitano il recupero dopo un ictus.

E per chi non è in sovrappeso?

Una dieta appropriata dovrebbe riguardare non solo la scelta degli alimenti, ma anche il fatto di ricevere un adeguato apporto di micronutrienti e antiossidanti. È ampiamente accertato che determinati nutraceutici possono ridurre i fattori di rischio più critici: omocisteina e ipertensione.

Una corretta integrazione dovrebbe essere considerata una priorità nel post ictus, per diversi motivi:

Lo scarso apporto a livello cellulare di micronutrienti può favorire nuovi ictus e allungare i tempi di recupero durante la riabilitazione.

Inoltre, si dovrebbe tener conto del fatto che, dopo i 40 anni, il corpo diviene meno efficiente per:

  • assorbire i nutrienti (vitamine, minerali, grassi e altri) presenti negli alimenti,
  • attivare velocemente le funzioni enzimatiche che metabolizzano i nutrienti;
  • produrre un antiossidante endogeno: il glutatione.

Integrazione di folato e riduzione rischio ictus (stroke)

Il corpo umano necessita di acido folico per la sintesi, la riparazione e la metilazione del DNA nella replicazione e nella divisione cellulare.

Il folato aiuta ad abbassare le concentrazioni nel sangue di omocisteina, responsabili di aggravare lo stato del rivestimento endoteliale interno ai vasi sanguigni.

Una ricerca apparsa sulla rivista Lancet (7) mostra che il gruppo delle vitamine B, in particolare l’acido folico (vitamina B9) da verdure a foglia verde, fornisce un supporto indispensabile per proteggere il sistema vascolare, riducendo l’aggregazione piastrinica e i livelli di omocisteina.

Una meta-analisi di otto importanti studi e hanno trovato che l’integrazione con acido folico riduce i livelli pericolosi di omocisteina del 20% e abbassano il rischio di un primo ictus del 25%.

Per gli individui a rischio di un secondo ictus, l’incidenza è stata ridotta del 18%.

Omocisteina e ruolo del fattore genetico MTHFR

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L’omocisteina è un intermedio tossico del metabolismo della metionina contenente zolfo, che normalmente viene convertito per consentire numerosi processi biochimici di vitale importanza per le cellule dell’intero organismo.

L’iperomocisteinemia costituisce un fattore indipendente di rischio di ictus. Le cellule neurali sono sensibili a elevati livelli di omocisteina e il suo effetto dannoso, dopo il danno indotto dall’ischemia, include l’accumulo di specie reattive dell’ossigeno (ROS).

L’omocistieina è una sostanza endogena che può accumularsi nel sangue, in quanto la sua conversione necessita di un efficiente metabolismo dell’acido folico.

L’enzima coinvolto nella conversione dell’omocisteina è la metilen-tetraidrofolato-reduttasi (MTHFR). Alcune varianti genetiche di questo enzima, abbastanza diffuse nella popolazione, rendono meno efficiente il metabolismo dell’acido folico, favorendo così l’accumulo di omocisteina.

Una integrazione funzionale specifica con acido folico in forma metilata (5-methyltetrahydrofolato) è in grado di bypassare la ridotta funzionalità dell’enzima MTHFR, riducendo il rischio di ulteriori eventi cardiovascolari (2).

Acido folico metilato

Attenzione! L’acido folico e il 5-methyltetrahydrofolato non sono la stessa cosa (6). La versione metilata del folato risulta essere determinante nella maggior parte dei casi in cui è stata rilevata una variante meno efficiente dell’enzima MTHFR (2).

Nonostante le evidenze, la maggior parte degli studi (soprattutto osservazionali su larga scala), in cui si valuta la riduzione dei livelli di omocisteina  rispetto al rischio ictus (5), non tiene conto del fattore genetico MTHFR e del ruolo di altre molecole endogene collegate (glutatione, S-adenosylmetionina, vitamina c).

In questo modo, si forza a mantenere aperto il dibattito sul ruolo dell’omocisteina nella prevenzione dell’ictus, nonostante il suo evidente effetto tossico. A dirla tutta in merito agli studi osservazionali, la statistica non è medicina. I dati statistici possono far deviare verso pericolose semplificazioni laddove invece è indispensabile valutare con maggior attenzione la biochimica e la biologia dell’individuo.

Carenza vitamine e declino cognitivo

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I folati forniscono una base fondamentale per la salute dei nervi e del cervello. Se riserve di folato si riducono i radicali liberi attaccano le cellule nervose causando un rallentamento precoce delle facoltà mentali.

Alcuni studi confermano che, dopo un ictus, le persone con i livelli più bassi di folati circolanti hanno un maggior rischio di declino cognitivo, scarsa funzione mentale e rischio di depressione.

Alcune fonti alimentari naturali di folati comprendono: verdure a foglia verde, ortaggi tra cui spinaci, asparagi, prezzemolo, broccoli e barbabietole, fagioli pinto, fagioli neri.

Per ridurre al minimo il rischio di ictus, malattie cardiache e declino cognitivo, esperti nutrizionisti consigliano tra i 400 e gli 800 mcg al giorno di folati assunti ai pasti.

La versione metilata di Vitamina B9, quella più facilmente assorbita, dovrebbe essere inserita in ogni integratore che dichiara di contenerla, dato che le varianti genetiche dell’enzima MTHFR si stima possano riguardare il 40% della popolazione.

Sinergia di nutrienti efficace

La sinergia di nutrienti può avere un valore nutritivo esponenziale rispetto al singolo nutriente.

Secondo il National Stroke Association (4), l’acido folico, le vitamine B6 e B12 svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel recupero dell’organismo dopo un ictus.

E’ vero che molti cibi come banane, lenticchie e pollo contengono livelli sufficienti di questi nutrienti, tuttavia l’assunzione supplementare dell’intero gruppo B, ancor meglio se associato ad altre molecole nutraceutiche, supporta l’omeostasi dell’intero apparato cardiocircolatorio.

Ci sono prove sufficienti che documentano importanti alterazioni del sistema cardiovascolare, di natura infiammatoria, immunitaria, endoteliale e ossidativa, a seguito di carenze protratte di specifici micronutrienti come vitamine del gruppo B, vitamina C e Q10 (8).

Elevati livelli di omocisteina aumentano lo stress ossidativo (2). La vitamina C e la vitamina E agiscono in sinergia contro lo stress ossidativo, dove la vitamina E rigenera la vitamina C. Le Procianidine oligomeriche (OPC), estratte da semi d’uva, garantiscono una efficace protezione dei vasi sanguigni e del tono vascolare.

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Altre considerazioni dietetiche

Oltre a un adeguato apporto di vitamine, altre piccole modifiche nella dieta possono diminuire il rischio di ictus.

Queste includono l’aumento della quantità di frutta e verdura ad ogni pasto, la scelta di carni di qualità e la riduzione dell’assunzione di carboidrati.

Un approccio dietetico-nutrizionale dopo un ictus può variare da persona a persona.

La presenza di patologie correlate (diabete, pressione alta, colesterolo) richiedono modifiche importanti alla dieta. Un medico esperto di nutrizione, attraverso opportune analisi, è in grado di valutare come ripristinare la biochimica a livello cellulare.

I processi biochimici vitali che si svolgono in ogni cellula determinano il nostro stato di salute.

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Riferimenti

1. Mayo Clinic: Stroke Prevention

2. Škovierová H, et al. The Molecular and Cellular Effect of Homocysteine Metabolism Imbalance on Human Health. Int J Mol Sci. 2016 PMID: 27775595; PMCID: PMC5085763.

3. Qian Li, et al. 2017 – S-Adenosylmethionine Attenuates Oxidative Stress and Neuroinflammation Induced by Amyloid-β Through Modulation of Glutathione Metabolism PMID: 28453493 DOI: 10.3233/JAD-170177

4. National Stroke Association: Stroke Risk Reduction – Testo

5. Gustavo Saposnik 2011 – The Role of Vitamin B in Stroke Prevention STROKE

6. Scaglione F, et al. 2014 – Folic acid and 5-methyltetrahydrofolate are not the same thing – PubMed

7. E P Quinlivan, et al. 2002 Importance of Both Folic Acid and Vitamin B12 in Reduction of Risk of Vascular Disease – PMID: 11812560 DOI: 10.1016/s0140-6736(02)07439-1

8. European Journal of Preventive Medicine. Vol. 5, No.1, 2016. pp. 1-18

 

 

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