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Continua a prendere le vitamine: in risposta all’articolo di Affari Italiani

L’articolo apparso su Affari Italiani.it, del 26 luglio 2013, dal titolo “Contrordine salute: troppe vitamine fanno male”1. Questo articolo riprende le parole del pediatra Paul Offit apparse il 19 luglio dello stesso anno sulla rivista The Atlantic2, intitolato “Il mito delle vitamine: perché pensiamo di aver bisogno di integratori.”

Paul Offit ignora gran parte della ricerca condotta sulle vitamine e fa una cosa molto semplice per sostenere le sue teorie: sceglie singoli, brevi studi anzichè basarsi su revisioni sistematiche che prendono in considerazione più studi.

Ma chi è questo Paul Offit che giudica Pauling un ciarlatano e ce l’ha tanto con le vitamine?

Il Dott. Paul Offit è stato spesso indicato al centro di evidenti conflitti di interesse. Non a caso è divenuto famoso negli U.S.A per aver detto che, in teoria, un bambino dovrebbe essere in grado di tollerare 10.000 vaccini.

Nel suo paese Offit è considerato il principale sostenitore dei vaccini per l’infanzia e vuole dichiarare fuorilegge tutte le esenzioni religiose e filosofiche ai vaccini.

Offit dirige il reparto malattie infettive presso l’Ospedale pediatrico di Philadelphia ed occupa una posizione di ricerca sponsorizzata dalla Merck, noto produttore di vaccini.

Egli ha inoltre conseguito un brevetto su un vaccino anti-diarrea, Rotateq, per il quale ha ricevuto royalties stimate in milioni di dollari. Approfondimento

Alla luce di quanto hai appena letto, il dibattito sulle vitamine, aperto da Affari Italiani, è stato fatto tirando in ballo le affermazioni di un pediatra-zerbino al soldo dell’industria farmaceutica.

Linus Pauling esaltava gli innumerevoli benefici per la salute della vitamina C, molti dei quali sono stati convalidati da altri studi dopo la sua morte.

La sola vitamina C ha importanti benefici per il sistema cardiovascolare. Una meta-analisi completa di 29 studi clinici randomizzati controllati con placebo ha evidenziato che un’integrazione con vitamina C riduce la pressione sanguigna sistolica e diastolica [1].

La vitamina C migliora anche la dilatazione dei vasi sanguigni nei pazienti con malattia cardiaca o con fattori di rischio coronarici, quali ipertensione, diabete di tipo II o abitudine al fumo.

Secondo molti studi epidemiologici condotti a lungo termine su larga scala, ma non tutti, un’elevata assunzione di vitamina C attraverso la dieta o gli integratori, così come elevati livelli plasmatici di vitamina C, sono stati associati ad una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.

Studi su vitamina C ad alte dosi e raffreddore hanno avuto risultati contrastanti, ma in genere mostrano che la vitamina C riduce la durata e migliora i sintomi.

Presso il National Institutes of Health degli Stati Uniti alcuni studi condotti di recente hanno chiarito il meccanismo antitumorale della vitamina C ad elevate concentrazioni ottenute per infusione endovenosa, un trattamento sperimentato negli anni settanta dal collaboratore scozzese di Pauling, Ewan Cameron.

L’uso di alte dosi per via endovenosa come terapia adiuvante del cancro, rivitalizzata da nuovi studi molecolari e biochimici, ha offerto benefici a molti pazienti.
Approfondimento

Offit sembra non essere a conoscenza che i ricercatori della Mayo Clinic hanno dato vitamina C solo per via orale, che, a causa del limitato assorbimento, non può produrre concentrazioni nel sangue di vitamina C sufficienti per uccidere, da sola, le cellule tumorali.

Offit sostiene che “Pauling credeva che le vitamine e gli integratori avevano proprietà antiossidanti che potevano curare tutto.”

Pauling non ha mai fatto tale affermazione; solo alcune vitamine hanno proprietà antiossidanti. La parola “antiossidanti” non compare nell’indice esteso del suo libro, Come vivere più a lungo e sentirsi meglio.

Offit sostiene che alte dosi di vitamina C hanno contribuito alla morte di Pauling e sua moglie. Pauling morì all’età di 93 anni, quasi 20 anni in più rispetto l’aspettativa media di vita per gli uomini americani.

È ascientifico ascrivere agli integratori di vitamina C la mortalità o la vita molto lunga di una persona.

Mentre Offit evidenzia solo gli studi negativi su integratori multivitaminici e minerali, studi osservazionali sostengono che molti americani non ricevono adeguate quantità giornaliere di molte vitamine e minerali nutrizionalmente essenziali.

Secondo il National Health and Nutrition Survey, centro nazionale per le statistiche sulla salute, più del 40% degli adulti negli Stati Uniti non raggiungono i livelli raccomandati di vitamine A, C, D, E e K, magnesio, calcio e potassio, dall’abituale assunzione di cibo (Fulgoni et al. 2011).

Questo studio, il più ampio e lungo nel suo genere, controllato con placebo, ha dimostrato che un multivitaminico/minerale quotidiano abbassa significativamente il rischio di cancro totale negli uomini di 50 anni ed oltre di età. Mentre la riduzione osservata dell’8% è apparentemente modesta, una tale diminuzione sulla popolazione reale significherebbe evitare fino a 130.000 casi di cancro ogni anno nei soli Stati Uniti.

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[1] Affari Italiani.it [2] The Atlantic [3] NCB

 

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