Articolazioni e ossa: panoramica delle cause dei dolori articolari diffusi, nonché delle strategie studiate per la prevenzione dei sintomi e delle complicanze.
Scopriamo come si modifica la salute di ossa e giunture a seconda degli alimenti, del tipo di sport e in realzione alle condizioni dell’intestino.
A seguire, un’analisi degli effetti di 20 micronutrienti utili per completare una strategia di sostegno alle funzioni osteoarticolari, ovvero per favorire la normale densità ossea, la mobilità, la gestione del dolore, evitando il ricorso ai farmaci quando le condizioni lo consentono.
Disturbi di articolazioni e ossa
- Artrite reumatoide
- Cancro alle ossa
- Danni al plesso brachiale
- Dolore all’articolazione del ginocchio
- Dolore articolare
- Frattura dell’anca
- Gotta
- Ipermobilità
- Malattia di Kashin-Beck
- Osteoartrite
- Osteopenia
- Osteoporosi
- Sindrome del tunnel carpale
- Spondilite anchilosante
Funzioni osteoarticolari
Il sistema osteoarticolare comprende ossa e articolazioni. Le ossa, oltre a dare forma al nostro corpo, svolgono numerose funzioni, tra cui: produrre cellule ematiche, immagazzinare e rilasciare minerali e contribuire a regolare l’equilibrio acido-base del sangue1.
Le articolazioni sono i punti in cui le ossa vengono a congiungersi, dove s’interpongono strutture costituite da collagene e cartilagine che garantiscono la mobilità. Ad esempio, nelle articolazioni sinoviali o diartrosi, la cavità sinoviale è fondamentale per il corretto movimento2.
Articolazioni e ossa: domande frequenti
In che modo l’alimentazione influenza l’apparato osteoarticolare?
Intestino e densità ossea: quale connessione?
Dolori articolari diffusi: le cause
Che ruolo svolge l’attività fisica per la salute di articolazioni e ossa?
Integratore salute articolare, ossa e cartilagini: efficacia e funzioni

L’integrazione funzionale alla biochimica cellulare contempla abbinamenti strategici di diverse sostanze nutraceutiche.
Il target principale sono le vie metaboliche, concatenazioni di processi biochimici che necessariamente coinvolgono gruppi di micronutrienti.
La sinergia di vitamine, minerali e altri composti presenti nell’elenco cliccabile che segue, svolge un ruolo specifico nel contrastare la demineralizzazione ossea, sostenere la flessibilità delle strutture anatomiche articolari, favorendo la normale fluidità dei movimenti.
In particolare, l’abbinamento dei composti elencati qui di seguito promuove:
- la normale sintesi di collagene,
- la protezione dei tessuti connettivi,
- l’idratazione necessaria alle articolazioni,
- il fisiologico rimodellamento delle strutture osteoarticolari,
- la fisiologica attenuazione di alcuni sintomi, tra cui flogosi, dolore, debilitazione osteoarticolare e pesantezza delle gambe.
Contribuisce al corretto rimodellamento dei tessuti ossei e alla riduzione del rischio di perdita della densità ossea.
La sicurezza del betacarotene è ben documentata. La conversione di betacarotene a retinolo avviene in modo limitato al fabbisogno36.
Diversi trial clinici hanno utilizzato dosaggi di 15/20 mg al giorno senza rilevare alcun effetto collaterale37.
Inoltre, il betacarotene è stato utilizzato con successo per trattare le malattie da fotosensibilità ereditarie per oltre 15 anni a dosaggi di 180 mg/die o più, senza effetti avversi se non la carotenemia38.
Effetti dell’assunzione di β-carotene sul rischio di fratture: una meta-analisi bayesiana. PubMed
OBIETTIVO DELLO STUDIO Chiarire se esiste un’associazione tra assunzione di β-carotene e il rischio di fratture. I dati clinici di 190.545 uomini e donne, con un’età media di circa 60 anni sono stati estrapolati da studi selezionati nelle banche dati di PubMed, EMBASE e Cochrane. Per la sintesi e l’elaborazione statistica sono stati utilizzati i modelli statistici frequentista e bayesiano a effetti casuali. La probabilità che l’integrazione di betacarotene riducesse il rischio di frattura dell’anca e di qualsiasi tipo di frattura di oltre il 20%, è stata del 95%. CONCLUSIONI Più l’assunzione di β-carotene era elevata minore era il rischio di fratture, un dato evidenziato anche negli studi caso-controllo e di coorte. Per confermare questa relazione sono necessari ulteriori studi controllati randomizzati. |
Ha un ruolo importante anche nella regolazione degli estrogeni. Nelle donne in menopausa, l’osteoporosi viene favorita persino da livelli di piridossina tendenti ai valori minimi del range di normalità (50-250 mg/ml), ancor prima di arrivare alla carenza.
Uno stato carenziale innesca e mantiene l’infiammazione di basso grado, riduce la densità ossea e la funzionalità delle articolazioni39.
Nelle malattie caratterizzate da infiammazione persistente subclinica, alcuni ricercatori hanno evidenziato un incremento del fabbisogno, tanto da richiamare l’attenzione sulla necessità di aumentare i livelli minimi raccomandati, attualmente fissati a circa 2 mg al giorno negli adulti4041.
Integratore Funzionale con B6Effetto delle vitamine B sulla densità minerale ossea e sul rischio di fratture in uomini e donne anziani: studio Rotterdam. PubMed Vitamina B6 e riboflavina sono associate a un aumento della densità minerale ossea (BMD). Un livello di omocisteina leggermente elevato è un fattore di rischio potenzialmente modificabile per le fratture causate da osteoporosi legate all’età. Un’omocisteina elevata può avere una causa nutrizionale, come un’assunzione inadeguata di folato, riboflavina, piridossina o cobalamina, che servono come cofattori o substrati per gli enzimi coinvolti nel metabolismo dell’omocisteina. Nello studio si esamina l’associazione tra l’assunzione di vitamine B (riboflavina, piridossina, folato e cobalamina) e la densità minerale ossea del collo del femore e il rischio di fratture in un’ampia coorte di anziani caucasici. Sono stati studiati 5304 individui di età pari o superiore a 55 anni per oltre 7 anni, raccogliendo informazioni attraverso questionari e registrando le fratture. Nelle conclusioni i ricercatori riportano che una maggior assunzione di riboflavina e piridossina è associata a una miglior densità minerale dell’osso (BMD). La vitamina B6 è stata associata a una riduzione del rischio di fratture indipendentemente dalla densità minerale ossea. |
L’integrazione sovraregola gli enzimi che consentono questo processo, ma anche molti altri nel nostro corpo, migliorando la risposta cellulare e contrastando la degenerazione dei tessuti connettivi. Un tessuto connettivo sano è indispensabile nelle strutture di articolazioni e ossa, così come in quelle vascolari e cardiache.
La vitamina C si perde facilmente nelle urine e non ci sono evidenze scientifiche che grandi quantità (fino a 10 g/die negli adulti) esercitino effetti avversi o tossici.
Un’assunzione massima o al di sotto dei 2 g al giorno evita episodi di diarrea in alcuni adulti con una bassa tolleranza intestinale.
Evidenze di un legame positivo tra consumo / integrazione di acido ascorbico e densità minerale ossea. PubMed
Lo scopo di questa revisione narrativa è stato quello di considerare lo stato dell’arte sulla correlazione tra la densità minerale ossea (BMD), l’assunzione di Acido Ascorbico (AA) con la dieta e i livelli ematici di AA, nonché sull’efficacia dell’integrazione di AA nell’uomo. Su 1031 studi ne sono stati selezionati 25. Sono stati esclusi dalla revisione gli studi in vitro, in vivo (con animali) e le sperimentazioni cliniche non RCT (randomize controlled trial). Quindici studi hanno valutato le correlazioni tra assunzione di AA e BMD: otto studi hanno dimostrato una correlazione positiva in 9664 donne in menopausa e un’interazione significativa tra gli effetti dell’assunzione di AA e la terapia ormonale. Questi dati sono stati confermati anche a partire dall’adolescenza (14.566 soggetti). Considerando gli studi sulla concentrazione ematica di AA in relazione alla BMD, ce ne sono quattro (337 pazienti) che confermano una correlazione positiva. Per quanto riguarda gli studi sull’integrazione, ve ne sono sei (2671 soggetti), di cui uno condotto con la supplementazione di AA esclusivamente in 994 donne in postmenopausa con una dose media giornaliera di 745 mg (periodo medio: 12,4 anni). I valori della densità minerale ossea sono risultati superiori di circa il 3% nelle donne che hanno assunto l’integrazione. |
L’integrazione di vitamina D in dosi medie di 800-1.000 UI al giorno sembra essere ottimale per ridurre il rischio di cadute e fratture ossee per osteoporosi. L’integrazione quotidiana, rispetto a quella intermittente, è stata segnalata per essere la più efficace42.
L’interazione sinergica tra le vitamine D e K per la salute delle ossa e del sistema cardiovascolare. PubMed
Lo scopo dello studio è riassumere le prove disponibili dell’interazione sinergica tra le vitamine D e K sulla salute delle ossa e del sistema cardiovascolare. Estratto dalla pubblicazione. EVIDENZE IN VITRO Le colture di cellule di osteoblasti umani indicano che la glicossidazione interferisce con la maturazione degli osteoblasti; tuttavia, questo processo può essere controbilanciato dall’aggiunta di vitamine D e K, che invertono la glicossidazione dannosa su diversi marcatori ossei. TRIAL CLINICI Un piccolo studio condotto su 15 donne sane ha indicato che 3 settimane di integrazione di 20 ml di olio extravergine di oliva arricchito con vitamine D, K e B6 hanno portato a concentrazioni più basse di osteocalcina non carbossilata. Un numero crescente di studi randomizzati controllati ha dimostrato gli effetti combinati delle vitamine D e K sull’osteoporosi postmenopausale, per lo più condotti in Giappone con una durata compresa tra 8 settimane e 3 anni . Uno studio randomizzato con 4 bracci (dieta, menachinone-4, colecalciferolo e menachinone-4 + colecalciferolo) ha dimostrato che solo il braccio con vitamina K2 (menachinone-4) e vitamina D3 (colecalciferolo) ha aumentato la densità minerale ossea. Risultati simili sono stati riscontrati in un altro studio condotto su donne in postmenopausa con osteoporosi, monitorate per circa 5 anni dopo la menopausa. |
Inoltre, è stata documentata una riduzione del ricorso ai farmaci antidolorifici4445.
Dosaggio
Il dosaggio deve essere personalizzato. Nel complesso, l’evidenza suggerisce che dosi maggiori alle RDA sono sicure ed efficaci e che dosi inferiori a 2000 mg di EPA+DHA al giorno potrebbero non essere sufficienti per sperimentare tutti i benefici464748.
Effetto dell’integrazione di olio di pesce in gravidanza sulla massa ossea, magra e grassa a sei anni: studio clinico randomizzato. PubMed
Studio del 2018, basato su una coorte madre-bambino COPSAC (Copenhagen Prospective Studies on Asthma in Childhood – 2010), che ha indagato l’effetto dell’integrazione di acidi grassi omega-3 durante la gravidanza sul peso alla nascita dei neonati. Le madri in attesa sono state suddivise in due gruppi in modo casuale per assumere un placebo oppure una miscela di 2,4 g di acidi grassi polinsaturi a catena lunga composta dal 55% di acido eicosapentaenoico (EPA) e dal 37% di acido docosaesaenoico (DHA), a partire dalla 24a settimana di gravidanza fino a una settimana dopo la nascita. La massa magra dei bambini nati da madri che integravano omega 3 è aumentata in media di 236 g rispetto ai figli di madri del gruppo placebo. Poiché i bambini della coorte di studio sono stati monitorati per tutta la prima infanzia, il gruppo omega 3 aveva una massa corporea significativamente più elevata rispetto ai controlli con placebo, con una differenza media aggiustata per l’altezza di 395,4 g all’età di 6 anni. |
Grazie alla sua capacità di abbassare i livelli di omocisteina, gli effetti dell’acido folico si estendono alla salute cardiovascolare, mentale, dell’apparato digerente e del sistema immunitario.
Di recente sono stati evidenziati anche i benefici per la salute delle ossa, a prescindere dai livelli di omocisteina.
Relazione tra acido folico, vitamina B12 e omocisteina e variazione della densità minerale ossea vertebrale nelle donne in postmenopausa. Una valutazione longitudinale di cinque anni. PubMed
In questo studio si è voluto determinare se nelle donne in post-menopausa i livelli di acido folico, omocisteina o vitamina B12 siano predittivi del tasso di variazione della densità minerale ossea vertebrale (BMD). Lo studio è partito con 161 donne sane in postmenopausa che si sono offerte volontarie per una valutazione trasversale della BMD e dei livelli di folato, omocisteina e vitamina B12 nel siero. Le donne sono state richiamate per una seconda valutazione della BMD vertebrale dopo circa 5 anni. L’analisi è stata possibile in 117 donne in postmenopausa, dopo che sono state escluse coloro che avevano utilizzato terapie antiriassorbitive per più di 1 anno. I valori di BMD erano correlati ai livelli di acido folico, ma non di omocisteina o di vitamina B12, suggerendo che la carenza di folato riveste un ruolo importante nel declino della densità minerale ossea vertebrale delle donne in postmenopausa. |
Il boro è un oligominerale importante perché49:
- è essenziale per la crescita e il mantenimento delle ossa,
- migliora notevolmente la guarigione delle ferite,
- migliora l’utilizzo di estrogeni, testosterone e vitamina D da parte dell’organismo,
- aumenta l’assorbimento del magnesio,
- riduce i livelli di biomarcatori infiammatori, come la proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP) e il fattore di necrosi tumorale μ (TNF-μ),
- aumenta i livelli di enzimi antiossidanti, come la superossido dismutasi (SOD), la catalasi e la glutatione perossidasi,
- protegge dallo stress ossidativo indotto da pesticidi e metalli pesanti,
- migliora l’attività elettrica del cervello, le prestazioni cognitive e la memoria a breve termine degli anziani,
- influenza la formazione e l’attività di S-adenosil metionina (SAM-e) e di NAD+ (nicotinammide adenina dinucleotide),
- ha dimostrato effetti preventivi e terapeutici in diversi tipi di cancro.
Niente di noioso sul boro. PMC4712861 La rassegna si concentra sugli effetti più importanti del boro sulla salute umana, con riferimento:
Grazie ai suoi effetti antinfiammatori, il boro può contribuire ad alleviare l’artrite e a migliorare le funzioni cerebrali. Inoltre ha dimostrato effetti antitumorali così significativi che i composti borati vengono ora utilizzati nel trattamento di diversi tipi di cancro. Viene fornita una sintesi delle prove che suggeriscono di considerare il boro come un micronutriente essenziale, insieme alle principali fonti alimentari e alle raccomandazioni di assunzione. In numerosi studi gli effetti benefici del boro appaiono con assunzioni maggiori di 3 mg/die. L’assunzione massima di sicurezza è stata fissata in 20 mg/die per gli individui di età ≥ 18 anni. Un dosaggio di 3 mg/die potrebbe essere utile a tutti gli individui che consumano una dieta povera di frutta e verdura o che sono a rischio di osteopenia, osteoporosi, osteoartrite (OA) o cancro al seno, alla prostata o ai polmoni. |
Nei soggetti adulti e nelle donne in post-menopausa un adeguato apporto di calcio è stato correlato a una maggiore robustezza delle ossa in svariati studi.
Il calcio si trova perlopiù nei latticini e nelle verdure, ma l’assorbimento può essere influenzato da molteplici fattori, tra cui ad esempio: i farmaci (gastroprotettori, diuretici, antiepilettici e altri), ipovitaminosi D, un intestino in cattivo stato e altre condizioni di salute.
C’è poi da dire che la deposizione di calcio nelle ossa dipende anche dalla stabilità delle strutture di collagene, laddove si fissano tutti i minerali.
Integrazione di calcio, densità minerale ossea e contenuto minerale osseo. Predittori dei cambiamenti della massa ossea nelle madri adolescenti durante il periodo post-partum di 6 mesi. PubMed
Sperimentazione clinica durata 6 mesi, non controllata con placebo, che ha coinvolto 37 donne tra i 18-29 e i 30-44 anni di età e in sovrappeso. L’integrazione di calcio è stata fatta tramite prodotti alimentari (932 mg di calcio) e tramite compresse (1000 mg). |
Poiché agisce trattenendo l’acqua, favorisce una miglior lubrificazione e flessibilità.
Sia la condroitina naturale presente nelle cartilagini animali, che la condroitina solfato ottenuta in laboratorio aiutano a formare e riparare i tessuti connettivi. Si noti, però, che nel nostro corpo la condroitina si differenzia a seconda del tipo di tessuto.
Ad esempio, nella cartilagine si trova soprattutto condroitina solfato A (condroitin-4-solfato). Nella pelle, nei tendini, nei grandi vasi sanguigni e nelle valvole cardiache è presente le varietà B e C (dermatan solfato e condroitin-6-solfato).
Infine, nel tessuto osseo troviamo le varietà C, D (condroitin-6-solfato e condroitin-2,6-solfato).
La sintesi biologica di questi composti avviene a livello cellulare, assicurando il ricambio e la ricostruzione in ogni distretto. Tuttavia, affinchè questo lavoro avvenga in modo regolare, alle cellule occorre ATP.
L’ATP (adenosina trifosfato) è la batteria energetica di sopravvivenza con cui la cellula compie qualsiasi attività, inclusa la sintesi dei composti sopra citati. È importante ricordare che la formazione di ATP dipende dall’attività degli enzimi.
Dalla digestione degli alimenti arriva il glucosio che, solo grazie agli enzimi, si trasforma in ATP. Tali enzimi per attivarsi necessitano della presenza di vitamine, minerali, cofattori e coenzimi. Diversamente il glucosio rimane tale e non può formarsi l’ATP necessario per la vita e le funzioni cellulari.
Questo spiega un concetto chiave: non siamo quello che bruciamo, bensì quello che metabolizziamo.
Perciò, l’integrazione deve assicurare in primis una corretta produzione di ATP. L’obiettivo è favorire una buona risposta delle cellule, e quindi dell’organismo, alle condizioni più svariate, tra cui ad esempio: le cure mediche e l’integrazione a scopo terapeutico, lo stress, l’invecchiamento e le condizioni ambientali.
Diventa ora più chiaro il ruolo preventivo di una integrazione funzionale di base, concepita a partire dalle conoscenze del metabolismo cellulare. Vedi anche Vital Basic .
Effetti sintomatici della condroitina-4-solfato (condroitina solfato A) e condroitina-6-solfato (condroitina solfato C) sull’osteoartrite della mano: uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo in un unico centro. PubMed
Sono stati coinvolti 162 pazienti sintomatici con evidenza radiografica di osteoartrite della mano. Di questi, 80 hanno ricevuto 800 mg di condroitina solfato (CS) , 82 un placebo una volta al giorno per 6 mesi e sono stati analizzati con un approccio intent-to-treat (intenzione a trattare). Risultati: La valutazione globale del dolore, della funzionalità della mano e la durata della rigidiatà mattutina sono diminuite in modo significativamente più marcato nel gruppo CS rispetto al gruppo placebo. |
Effetti a lungo termine della glucosamina e del condroitin solfato sulla progressione delle alterazioni strutturali nell’osteoartrite del ginocchio: Dati di follow-up a sei anni dall’Iniziativa. PubMed
Obiettivo: Esaminare l’effetto a lungo termine (6 anni) del trattamento combinato con glucosamina (Glu) e condroitin solfato (CS) sul volume della cartilagine nell’osteoartrite (OA) del ginocchio. Sono stati arruolati 1.593 partecipanti che sono stati stratificati in sottogruppi in base alla presenza o meno di estrusione meniscale mediale al basale e in base alla durata dell’integrazione. Il volume della cartilagine è stato valutato con una tecnologia di risonanza magnetica quantitativa completamente automatizzata. Risultati: Il test di tendenza Jonckheere-Terpstra ha indicato che il trattamento con Glu/CS ha ridotto significativamente la perdita di volume della cartilagine nel ginocchio globale, associata al compartimento laterale. L’analisi multivariata ha inoltre dimostrato che l’entità dell’effetto positivo del trattamento era correlata al tempo di esposizione al trattamento, essendo l’effetto protettivo a 6 anni significativo nei partecipanti esposti a ≥2 anni di trattamento. |

Entra in molti processi biologici, quali: la regolazione del pH ematico, il metabolismo energetico, la trasmissione di informazione tra cellule, la biosintesi di acidi nucleici, la funzione delle membrane e la mineralizzazione dell’osso.
La maggior parte del fosforo si trova nelle ossa e nei denti.
Benché il fosforo sia presente in moltissimi cibi, vi sono condizioni che ne riducono l’assorbimento e le concetrazioni, tra cui:
bassi livelli di vitamina D, elevate concentrazioni di calcio, eccesso di insulina, elevati livelli di cortisolo, uso di antiacidi, digiuno, astinenza da alcool, esercizio fisico eccessivo, ridotta funzionalità renale, nutrizione parenterale, ipotiroidismo, iperparatiroidismo, sindrome di Cushing.
Integratore Funzionale con Fosforo
Fonte: Arienti, G. Le basi molecolari della nutrizione, Piccin 4° edizione
Associazione tra assunzione di fosforo e salute delle ossa nella popolazione NHANES. PubMed
L’obiettivo di questo studio era stimare le associazioni tra assunzione di fosforo (P) e i parametri di salute delle ossa, come il contenuto minerale osseo e la densità minerale ossea. I dati sono stati raccolti da maschi e femmine di età compresa tra 13 e 99 anni che hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2005-2010. Le analisi hanno mostrato che una maggiore assunzione di fosforo era associata a una maggiore assunzione di Ca e che i rapporti Ca:P nella dieta (0,51-0,62, con una media di 0,60 per gli adulti) erano adeguati in tutti i gruppi di età/sesso. Un’elevata assunzione di P ha migliorato il contenuto minerale osseo nelle adolescenti di sesso femminile (Q4 vs. Q1: BMC, 30,9 ± 1,1 vs. 29,0 ± 0,5 g, P = 0,001). Sono anche migliorati sia il contenuto che la densità minerale ossea negli adulti di età superiore ai 20 anni, nei quali si è ridotto il rischio di osteoporosi (Q4 vs Q1: OR di osteoporosi, 0,55; intervallo di confidenza [CI] al 95%, 0,39-0,79; P = 0,001; BMC, 37,5 ± 0,4 vs 36,70 ± 0,3 g, P < 0,01; BMD, 0,986 ± 0,004 vs 0,966 ± 0,005 g/cm2, P < 0,05). I dati suggeriscono che un’elevata assunzione di P non ha effetti negativi sul metabolismo osseo in popolazioni con un’adeguata assunzione di Ca, ed è anche associata a parametri ossei positivi in base ai gruppi per età e sesso. |

Il collagene costituisce i materiali fibrosi del corpo, tra cui pelle, tendini, vasi sanguigni, rivestimento dell’intestino. Anche le ossa sono circondate da una matrice di collagene, la cui degradazione è alla base dell’osteoporosi.
La glicina è essenziale per la formazione di creatina nel muscolo, grazie all’enzima AGAT (glicina amidinotransferasi), che richiede sia glicina che arginina.
In modelli animali, l’integrazione di glicina riduce la chachessia causata dal cancro50.
Moltissimi alimenti contengono glicina, la carenza è molto rara. Di recente, però, è stata studiata in dosi terapeutiche e non presenta effetti avversi.
Ad esempio, è stata attribuita alla glicina la capacità di:
Il glifosato, un potente erbicida molto utilizzato in agricoltura, provoca perdite di glicina nel nostro organismo, peggiorando a lungo andare le condizioni di salute53.
L-Glicina: un nuovo agente antinfiammatorio, immunomodulatore e citoprotettivo. PubMed – Scarica PDF
Scopo della revisione Negli ultimi anni sono aumentate le prove a favore degli effetti antinfiammatori, immunomodulatori e citoprotettivi dell’aminoacido L-glicina. Questo articolo si concentra sulle recenti scoperte relative ai meccanismi del suo funzionamento e passa in rassegna gli effetti benefici della glicina in diversi stati patologici. Recenti scoperte La glicina protegge dallo shock causato da emorragie, endotossine e sepsi, previene le lesioni da ischemia/riperfusione e da conservazione/riperfusione a freddo di diversi tessuti e organi, tra cui fegato, reni, cuore, intestino e muscolo scheletrico, e riduce le lesioni epatiche e renali causate da farmaci e da tossine epato-renali. La glicina protegge anche dall’artrite indotta dai polisaccaridi del peptidoglicano, inibisce la secrezione gastrica e protegge la mucosa gastrica dalle ulcere indotte da agenti chimici e dallo stress. La glicina sembra esercitare diversi effetti protettivi, tra cui azioni antinfiammatorie, immunomodulatorie e citoprotettive dirette. Agisce sulle cellule infiammatorie, allo stesso modo dei macrofagi, per sopprimere l’attivazione dei fattori di trascrizione, la formazione di radicali liberi e citochine infiammatorie. Nella membrana plasmatica, la glicina sembra attivare un canale del cloruro che stabilizza o iperpolarizza il potenziale della membrana plasmatica. Di conseguenza, l’apertura indotta dall’agonista dei canali del calcio L-type voltaggio-dipendenti e il conseguente aumento degli ioni calcio intracellulari sono soppressi, il che potrebbe spiegare gli effetti immunomodulatori e antinfiammatori della glicina. Infine, la glicina blocca l’apertura di pori relativamente aspecifici nella membrana plasmatica che si verifica come penultimo evento prima della morte per necrosi della cellula. |

In sede epatica e renale, a partire dalla lisina (e metionina) avviene la sintesi di carnitina ad opera di enzimi che richiedono Niacina, Vitamina B6, Vitamina C e Ferro.
La sperimentazione a dosi consistenti ha consentito di scoprire che la lisina è un efficace antivirale54, contrasta la proliferazione di cellule neoplastiche55, lo stress e l’ansia56, favoriscce la guarigione delle ferite/fratture 57.
È indispensabile per la salute di articolazioni e ossa in quanto serve alla crescita muscolare, alla produzione di collagene. Stimola, altresì, la formazione di tessuto osseo.
L’integrazione di lisina aumenta l’assorbimento intestinale del calcio e riduce la perdita urinaria del minerale58.
La sicurezza della lisina è ben documentata. Con la dose più alta di 6 g al giorno, si possono manifestare effetti gastrointestinali che rientrano abbassando il dosaggio59.
L-lisina alimentare e metabolismo del calcio nell’uomo. PubMed
Scopo dello studio Esaminare il potenziale effetto della L-lisina sul metabolismo del Ca nell’uomo attraverso due sperimentazioni. In una sono stati confrontati gli effetti acuti di un carico orale di Ca (3 g come CaCl2) somministrato con o senza 400 mg di L-lisina in 15 donne sane e 15 interessate da osteoporosi. In tutti i casi, il carico orale di Ca ha determinato un aumento progressivo del Ca totale e del Ca2+ nel siero e una concomitante diminuzione del cAMP, in grado di svilupparsi nel tessuto renale. Come previsto, è stato osservato anche un aumento progressivo dell’escrezione urinaria di Ca, ma non nei soggetti sani trattati con L-lisina. In una seconda sperimentazione, sono stati confrontati gli effetti di un’integrazione a breve termine con L-lisina, L-valina o L-triptofano (800 mg/die) sull’assorbimento della frazione 47Ca in 45 pazienti con osteoporosi. La L-lisina, ma non la L-valina o il L-triptofano, ha aumentato significativamente l’assorbimento intestinale del minerale. I risultati suggeriscono che la L-lisina può sia aumentare l’assorbimento intestinale del Ca sia migliorare la conservazione renale del Ca assorbito. Gli effetti combinati possono contribuire a un bilancio positivo del Ca, suggerendo così una potenziale utilità degli integratori di L-lisina per interventi sia preventivi che terapeutici nell’osteoporosi. |

Secondo alcune stime, più del 70% della popolazione è carente di magnesio. Nello specifico, è preoccupante la carenza subclinica, spesso presente in soggetti giovani e sani, ritenuta alla base di malattie croniche e morte precoce6061.
Le cause principali risiedono nella lavorazione industriale del cibo, nell’uso di diserbanti e concimi in agricoltura, nell’inquinamento, nei farmaci.
Il nostro corpo contiene circa 20-25 g (0,35 g/kg) di magnesio, il 90% del quale è contenuto nelle cellule di muscoli e ossa (rispettivamente ~27% e ~63%)62.
Il magnesio extra-cellulare (fuori dalle cellule), che si trova nel siero e nei globuli rossi, rappresenta solo un ∼1% del magnesio totale e in caso di carenza l’organismo risponde prelevando il magnesio dalle ossa63.
Ne deriva che la diagnosi di carenza non può basarsi solo sul dosaggio del magnesio nel sangue o nelle urine.
Molto più utile è la prova da carico per via intramuscolare, seguita da monitoraggio dell’escrezione urinaria. In caso di carenza, gran parte del magnesio iniettato viene trattenuto, se invece il bilancio è positivo, la maggior parte del minerale viene eliminata con le urine.
La carenza subclinica di magnesio: una delle principali cause di malattie cardiovascolari e una crisi di salute pubblica. British Medical Journal Scopo dello studio Chiarire la carenza subclinica, le cause, i rischi e le conseguenze sulla salute. Per ciò che riguarda la salute delle ossa, il gruppo di studio riporta che:
Dopo un carico di magnesio per via endovenosa, l’aumento della ritenzione (mancata escrezione nelle urine), suggerisce che il magnesio viene trattenuto nelle ossa dopo il test. I ricercatori sottolineano nelle conclusioni che la carenza subclinica di magnesio non si manifesta con sintomi clinicamente evidenti e probabilmente è un fattore che determina ipertensione, aritmie, calcificazioni arteriose, aterosclerosi, insufficienza cardiaca e aumento del rischio di trombosi. La carenza subclinica di magnesio è ancora poco riconosciuta come principale causa di malattie cardiovascolari. È necessario un maggiore sforzo di salute pubblica per informare sia il paziente che il medico sulla prevalenza, sui danni e sulla diagnosi della carenza subclinica di magnesio. |
Il manganese è un minerale traccia che viene immagazzinato nei tessuti del nostro corpo. Si trova soprattutto nelle ossa, nel fegato, nel pancreas e nei reni, ed è coinvolto nei seguenti processi64:
- formazione di ossa e tessuti connettivi,
- regolazione del glucosio,
- coagulazione del sangue,
- sintesi di neurotrasmettitori,
- regolazione ormonale.
L’integrazione combinata con altri nutrienti, tra cui vitamina D, calcio, magnesio, zinco e rame, contribuisce a sostenere articolazioni e ossa soprattutto nelle donne anziane o in postmenopausa.
Il glifosato causa deplezione di manganese negli animali e negli esseri umani65.
Importanza del manganese per la salute delle ossa: visione d’insieme e aggiornamento Sage Journals Scopo della revisione Considerare lo stato dell’arte sulla relazione tra manganese e salute delle ossa nell’uomo e sull’efficacia dell’integrazione di manganese (da solo o con altri micronutrienti) sulla mineralizzazione ossea. Questa revisione ha incluso 4 studi ammissibili. Tutta la letteratura pubblicata è concorde nel mostrare che le donne osteoporotiche hanno livelli sierici di manganese più bassi rispetto alle donne con densità minerale ossea normale, confermando:
Due studi hanno valutato l’efficacia di un integratore orale di Mn per 2 anni sulla densità minerale ossea delle donne in menopausa. La perdita di massa ossea è risultata significativamente maggiore nel gruppo placebo. Coloro che invece avevano regisrato miglioramenti avevano assunto 5,0 mg di Mn/die nello studio di Strause, e 2,5 mg di Mn/die nello studio di Saltman. Oltre al manganese, però, l’integrazione conteneva calcio e un insieme di microelementi: magnesio, rame e zinco. |
N-acetilglucosamina (NAG) è una molecola di glucosio contenente azoto.
Si tratta di un componente vitale della parete cellulare di batteri e funghi, del collagene, degli enzimi e delle glicoproteine che forniscono supporto strutturale alle cellule umane66.
In sostanza, NAG è un elemento costitutivo di macromolecole che formano il tessuto connettivo nei vasi sanguigni, nella cartilagine e nella materia ossea.
Raramente si trova in forma libera, tranne che nel latte umano (a 600-1500 mg/mL)67.
NAG è un agente condroprotettore naturale verificato da numerosi studi clinici in pazienti affetti da disturbi articolari, osteoartrite, artrite reumatoide, danni alla cartilagine, lesioni articolari e malattie degenerative delle articolazioni.
Valutazione dell’effetto della somministrazione di N-acetilglucosamina sui biomarcatori del metabolismo cartilagineo in soggetti sani senza sintomi di artrite: Uno studio clinico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo PMC4997993 Studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo Scopo del trial clinico Valutare l’effetto della somministrazione di N-acetilglucosamina in soggetti sani che non presentano sintomi di artrite. Coinvolti 68 partecipanti giapponesi di sesso maschile e femminile, senza evidenza sintomatica e radiografica di OA, assegnati in modo casuale per ricevere placebo o N-acetilglucosamina (500 o 1.000 mg/die) per 16 settimane. Gli effetti sono stati valutati utilizzando biomarcatori per la degradazione e la sintesi del collagene di tipo II, la scissione del collagene di tipo II (C2C), il propeptide carbossi-terminale del procollagene di tipo II (PIICP) e il loro rapporto (C2C/PIICP). Inoltre, sono state eseguite valutazioni di sicurezza attraverso parametri fisici, ematologici, biochimici del sangue e analisi delle urine. Conclusioni La somministrazione orale di GlcNAc a dosi di 500 e 1.000 mg/die ha migliorato il metabolismo della cartilagine senza evidenti effetti avversi. |
Si tratta di uno dei principali aminoacidi presenti nella cartilagine ed è importante per mantenere la giovinezza della pelle, per riparare i danni ai muscoli, al tessuto connettivo e alla pelle.
Dal punto di vista biochimico, un terzo della molecola di collagene è composto da glicina. La componente aminoacidica più importante è costituita dalla prolina e dall’idrossiprolina, che insieme costituiscono circa il 23% della molecola di collagene.
L-prolina non è un aminoacido essenziale: può essere sintetizzato a partire da L-glutammato. Tuttavia, l’integrazione congiunta con altri micronutrienti ha dimostrato di offrire molteplici benefici anche a livello cardiovascolare6970.
La presenza di vitamina C è essenziale per idrossilare la prolina nel collagene.
L’effetto della supplementazione di micronutrienti multipli sulla qualità della vita in pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica secondaria a cardiopatia ischemica: uno studio clinico prospettico in serie. PMC4572086 Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l’influenza dell’integrazione di 30 micronutrienti diversi (inclusi 110 mg/die di L-prolina) utilizzando la misura della qualità della vita su pazienti con insufficienza cardiaca secondaria a cardiopatia ischemica. Sono stati monitorati 12 pazienti per un periodo compreso tra 3 e 8 mesi, utilizzando il questionario MLHFQ (Minnesota Living with Heart Failure Questionnaire) come unica misura di outcome. L’esito primario era la variazione del punteggio nel tempo tra l’inizio e la fine del trattamento con l’integrazione. Il test a coppie ha mostrato una differenza tra il basale e il punto finale del trattamento statisticamente significativa. Dalle rilevazioni emerge che una dose elevata di micronutrienti multipli può avere effetti benefici sulla funzione cardiaca nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica. In chiusura si rimanda alla necessità di studi controllati a lungo termine. |
Un deficit di rame, può provocare anemia, perché è indispensabile per l’assorbimento e l’utilizzo del ferro nelle cellule. Per contro, elevati livelli di ferro e zinco inibiscono l’assorbimento del rame.
L’enzima lisil ossidasi necessita del rame per formare i legami crociati tra collagene ed elastina.
Pertanto, un deficit di rame si traduce in una perdita dell’integrità del collagene che si manifesta con osteoporosi, debolezza dei vasi sanguigni e anomalie a carico di articolazioni e ossa.
In commercio si può trovare il citrato di rame e il bisglicinato di rame.
Nel mercato degli integratori alimentari il citrato di rame è quello più utilizzato perché più economico, ma ci sono dubbi sulla sua biodisponibilità.
Il bisglicinato di rame, invece, è legato a un substrato di glicerina e viene assorbito direttamente nel sangue. Questo tipo di rame ha una biodisponibilità molto più elevata rispetto al rame citrato.
L’effetto della supplementazione di micronutrienti multipli sulla qualità della vita in pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica secondaria a cardiopatia ischemica: uno studio clinico prospettico in serie. PMC4572086 Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l’influenza dell’integrazione di 30 micronutrienti diversi (inclusi 0,3 mg/die di rame) utilizzando la misura della qualità della vita su pazienti con insufficienza cardiaca secondaria a cardiopatia ischemica. Sono stati monitorati 12 pazienti per un periodo compreso tra 3 e 8 mesi, utilizzando il questionario MLHFQ (Minnesota Living with Heart Failure Questionnaire) come unica misura di outcome. L’esito primario era la variazione del punteggio nel tempo tra l’inizio e la fine del trattamento con l’integrazione. La variazione del punteggio totale medio dell’MLHFQ è stata di 27,08 ± 20,43 e il punteggio medio dei sintomi è stato di 4,67 ± 3,34. Il t-test a coppie ha mostrato una differenza tra il basale e il punto finale del trattamento (P < 0,001), statisticamente significativa. Dalle rilevazioni emerge che una dose elevata di micronutrienti multipli può avere effetti benefici sulla funzione cardiaca nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica. In chiusura si rimanda alla necessità di studi controllati a lungo termine. |
Una grave privazione di silicio nella dieta degli animali in crescita causa una crescita anormale e difetti dei tessuti connettivi.
In studi recenti, l’integrazione con silicio in topi femmine sottoposte a ovariectomia ha ridotto il riassorbimento e la perdita ossea, ha aumentato la formazione e il contenuto minerale.
Negli esseri umani, due studi epidemiologici hanno riportato che l’aumento dell’assunzione di silicio è correlato a un aumento della densità minerale ossea per gli uomini, le donne in pre-menopausa e le donne in post-menopausa in terapia ormonale sostitutiva.
Altri studi hanno dimostrato che nei soggetti osteoporotici l’integrazione di silicio ha determinato un aumento del volume osseo e un incremento della densità minerale del femore e della colonna lombare.
Tra le forme organiche di silicio di ottima biodisponibilità, troviamo l’estratto standardizzato da Equisetum arvense (pianta nota anche con il nome di coda cavallina).
Rif.: Pepa GD, Brandi ML. Microelements for bone boost: the last but not the least. Clin Cases Miner Bone Metab. 2016 PMCID: PMC5318168
SILICIO E SALUTE DELLE OSSA PMC2658806 La scarsa massa ossea (osteoporosi) è un’epidemia silenziosa del XXI secolo, che attualmente nel Regno Unito provoca oltre 200.000 fratture all’anno con un costo di oltre un miliardo di sterline. Le cifre sono destinate ad aumentare in tutto il mondo. La comprensione dei fattori che influenzano il metabolismo osseo è quindi di primaria importanza per stabilire misure preventive o trattamenti per questa condizione. L’alimentazione è un importante fattore determinante per la salute delle ossa, ma gli effetti dei singoli nutrienti e minerali, oltre al calcio, sono poco conosciuti. Le prove accumulate negli ultimi 30 anni suggeriscono fortemente che il silicio alimentare è benefico per la salute delle ossa e del tessuto connettivo e recentemente abbiamo riportato forti associazioni positive tra l’assunzione di Si con la dieta e la densità minerale ossea in coorti statunitensi e britanniche. L’esatto ruolo biologico del silicio nella salute delle ossa non è ancora chiaro, anche se sono stati suggeriti diversi possibili meccanismi, tra cui la sintesi del collagene e/o la sua stabilizzazione e la mineralizzazione della matrice. La presente rassegna fornisce un’inquadratura complessiva di questo elemento dietetico naturale, del suo metabolismo e delle prove del suo potenziale ruolo nella salute delle ossa. |
Lo scheletro contiene gran parte dello zinco totale presente nell’organismo.
Lo zinco è altresì necessario per la corretta funzione immunitaria, la replicazione cellulare, la sintesi proteica e altro ancora71.
La crescita, lo sviluppo e il mantenimento di ossa sane dipendono anche da questo minerale72.
Un insufficiente apporto dietetico e bassi livelli ematici di zinco sono associati all’osteoporosi negli uomini adulti 73 e nelle donne in postmenopausa74.
Effetti dell’integrazione di zinco sullo zinco sierico, sull’attività della fosfatasi alcalina e sulla guarigione delle fratture ossee PubMed Obiettivo dello studio Determinare l’effetto dell’integrazione di zinco sulla formazione del callo, sullo zinco sierico e sull’attività della fosfatasi alcalina nell’uomo. Studio clinico randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, durato 60 giorni. Coinvolti 60 pazienti con frattura ossea traumatica. Metà di loro ha ricevuto una capsula di solfato di zinco da 50 mg di zinco al giorno, l’altra metà un placebo. Le informazioni cliniche e individuali sono state rilevate mediante un questionario: l’apporto nutrizionale è stato registrato per 3 giorni all’inizio e alla fine dello studio. Lo zinco e la fosfatasi alcalina sierici sono stati misurati mediante spettroscopia di assorbimento atomico e metodo enzimatico. La formazione del callo durante la guarigione della frattura è stata valutata mediante radiografia dell’osso. Risultati La somministrazione di zinco ha causato un aumento significativo dello zinco sierico e dell’attività della fosfatasi alcalina. La valutazione delle radiografie ossee ha mostrato un significativo progresso nella formazione del callo negli individui che avevano ricevuto l’integrazione di zinco. |
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