Aglio: proprietà, benefici, effetti avversi

Aglio – Allium sativum: un ortaggio culinario noto per alcune proprietà medicinali fin dai tempi più remoti.

Scopriamo in che modo l’aglio può essere curativo, a partire dalle sostanze contenute al suo interno, in che dosi e per quali disturbi si è dimostrato efficace, nonché le interazioni con i farmaci e gli effetti avversi.

Aglio: proprieta, benefici, effetti avversi

L’aglio è una pianta erbacea bulbosa appartenente alla famiglia delle Allioideae, una sottocategoria delle Amaryllidacea in cui si colloca tutto il genere allium come ad esempio la cipolla, l’erba cipollina e il porro1.

Fin dall’antichità l’aglio viene impiegato come alimento e medicinale per curare infezioni respiratorie, disturbi intestinali e della pelle, contro i vermi, come profilassi23 e infine si credeva potesse migliorare le prestazioni fisiche4.

La ricerca clinica di seguito presentata conferma solo in parte le proprietà che nel corso della storia sono state attribuite a questa pianta. Perdipiù, i risultati ottenuti in vitro e nei molteplici studi sugli animali non sempre hanno trovato riscontro nelle sperimentazioni sull’uomo.

Un esempio eclatante: l’aglio distrugge con facilità l’elicobacter Pylory nei test in vitro5, ma nessuno studio è riuscito a replicare questo effetto negli esseri umani.678 9

Cosa contiene l’aglio

L’aglio è composto da10: 65% di acqua, 1,5% di fibra, 28% di carboidrati per lo più fruttani, 2% di proteine soprattutto alliinasi e glicoproteine, 1,2% di aminoacidi, 2,3% di principi bioattivi organosolfati (zolfo alimentare).

Un aglio crudo, non lavorato, contiene dei composti solforati, tra cui11:

  • alliina (S-allilcisteina solfossido) – 10mg/g nell’aglio fresco e 30mg/g in quello secco
  • glutamil-S-allilcisteina.

Dal momento in cui si taglia o si mastica, l’alliina si trasforma in allicina, rilasciando diverse molecole bioattive tra cui anche idrogeno solforato (H2S).

Nei prodotti commerciali a base di aglio, il contenuto di allicina è inferiore a 1ppm (meno di 1µg per grammo)12.

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Durante il processso di invecchiamento l’aglio acquisisce un forte potere antiossidante rispetto all’estratto fresco, grazie al contenuto di:

  • sostanze simili alla cisteina, come la S-allilcisteina (SAC)13 che aumenta da 200µg/g a 7.200µg/g14, diventando il componente principale15;
  • molecole bioattive come le tetraidro-β-carboline1617 e la Nα-(1-deossi-D-fruttos-1-il)-L-arginina18 e altri fruttani19.
  • allixina, un composto non solforato (1% del peso secco dopo un anno) nelle parti necrotiche del bulbo dell’aglio20.

Lasciando riposare l’allicina per 20 ore si ottengono:

  • i solfuri diallialici: disolfuro diallilico DADS (66,7%), trisolfuro diallilico, tetrasolfuro diallilico21,
  • ajoene, un disolfuro insaturo solubile nei lipidi22.

Nel frammento proteico dell’aglio è presente una glicoproteina che si ritiene svolga attività antineoplastica agendo sulle cellule natural killer (NK)23 e sulla produzione di alcune citochine24.

Altri composti bioattivi presenti nell'aglio
  • Tiacremonone (2,4-diidrossi-2,5-dimetiltiofene-3-one) che apporta zolfo25
    Aglicnine A1, B1-4, C1-3 e D1 (solfossidi ciclici2627
  • Sodio 2-propenil-tiosolfato28
  • Selenato, dimetilselenide, selenometionina, selenocisteina, S-metil selenocisteina e γ-glutamil-S-metilselenocisteina29
  • Dipeptidi inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (Ser-Tyr, Gly-Tyr, Phe-Tyr, Asn-Tyr, Ser-Phe, Gly-Phe e Asn-Phe) e β-Clorogenina30 Nitrato31
  • Quercetina da 47 a 80,6mg/kg ma di solito non rilevabile32333435
  • L-metionina, L-cisteina e aminoacidi correlati L-metilcisteina e L-etilcisteina36
  • L-arginina e strutture correlate come la fruttosil-arginina37
  • Lignani Matairesinolo (37,4µg/100g di peso grezzo) e Secoisolariciresinolo (26,6µg/100g di peso grezzo)38 quindi in grado di produrre enterodiolo endogeno39
  • Glutatione (93,5mg/100g) e Vitamina C (5,3mg/100g)40
  • Acido caffeico (2,9mg/kg di massa secca) e acido ferulico (2,6mg/kg di massa secca)41
  • Una lectina contenente mannosio42 che agisce sul recettore dell’insulina43
  • Furostanolo Voghieroside – saponine – A a 5,7mg/kg, B a 9,1mg/kg, C a 10,6mg/kg, D a 0,4mg/kg ed E a 0,3mg/kg44.
  • Agigenina (da non confondere con l’apigenina) 3-O-trisaccaride e Gitogenina 3-O-tetrasaccaride dalla variante Voghiera45
  • I flavonoidi totali variano da 6,36 a 9,00 mg (acido gallico) per chilodi massa secca, tra 19,4 mg/kg,46 e 0,075-0,12 mg/kg.47

Dosaggi e formulazioni a base di aglio

Disclaimer !

La maggior parte delle ricerche cliniche sull’aglio utilizza un dosaggio variabile tra 600-1.200 mg al giorno, suddivisi in dosi multiple. La dose minima efficace di aglio crudo è un singolo spicchio consumato durante i pasti due o tre volte al giorno.

La forma di integrazione più diffusa è l’aglio invecchiato in quanto privo dell’odore dell’aglio fresco.

Se consumato in dosi molto elevate l’aglio può diventare tossico, quindi l’integrazione non dovrebbe mai andare oltre i seguenti dosaggi massimi:

  • 18,0 grammi per una persona di circa 70kg
  • 22,7 grammi per una persona di 90 kg

Polvere, invecchiato, distillato in olio

Aglio in polvere

Si tratta del bulbo disidratato e un grammo equivale a circa a 2.850 mg di aglio crudo. Contiene scarse quantità di alliina48.

Estratto di aglio invecchiato (marca Kyolic)

Il processo di invecchiamento dura 20 mesi e avviene in etanolo a basse temperature49505152, perdendo completamente il suo caratteristico odore.

Capsule o perle di olio di aglio

Viene prodotto tramite distillazione a vapore e contiene principalmente le molecole liposolubili donatrici di zolfo (solfuri diallilici)535455:

Diallil disolfuro (26%) – trisolfuro di diallile (19%) – Trisolfuro di allile e metile (15%) – Disolfuro di allile e metile (13%) – Tetrasolfuro di diallile (8%) – Tetrasolfuro di allile e metile (6%) Trisolfuro di dimetile (3%) – Pentasolfuro (4%) – Esasolfuro (1%)

Cotto oppure fresco: cosa cambia?

La cottura al microonde distrugge in parte i costituenti benefici dell’ortaggio, mentre ciò non accade se viene arrostito o grigliato, purché l’aglio sia stato prima affettato o schiacciato.

La bollitura modifica le proprietà antiossidanti5657, ma si degradano le proprietà vaso-rilassanti58, antitumorali59, e di stimolo per la sintesi di ossido nitrico e di interferone alfa (IFN-α) 60.

Aglio e detossificazione

L’aglio può ridurre l’accumulo di metalli pesanti in dosi superiori alla norma grazie ai principi attivi che cedono zolfo (ad esempio disolfuro di diallile e trisolfuro di diallile).

L’integrazione di aglio o di allicina riduce l’accumulo di piombo negli ovini61, nei topi62 e nei pesci63. Uno studio sui ratti a cui è stato somministrato aglio crudo ha aumentato l’escrezione fecale, ma non urinaria, del cadmio64.

Per quanto riguarda i cani, l’aglio deve essere dosato con molta attenzione per restare nella soglia di sicurezza.6566

Nei test condotti sull’uomo, il consumo di aglio tre volte al giorno (1.200 µg di allicina) per quattro settimane è risultato efficace quasi quanto la D-penicillamina nel ridurre i livelli di piombo67.

Interazioni con gli enzimi di fase I

Si ritiene che l’aglio interagisca con vari enzimi della classe P4506869 tra cui l’enzima CYP2B1, ma a dosi molto elevate di solfuro di diallile (200mg/kg) presenti nell’olio di aglio7071.

È possibile quindi che l’olio di aglio interagisca con i farmaci, mentre ciò non accade con l’aglio fresco o con quello invecchiato.

Gli studi che hanno valutato l’attività dell’enzima CYP2C9 hanno escluso l’influenza dell’aglio dopo aver somministrato 2 g di bulbo fresco (3,71 mg di allicina), due volte al giorno, per due settimane prima del warfarin (farmaco anticoagulante)72.

Interazioni con gli enzimi di fase II

La glutatione S-transferasi (GST) è l’enzima che ricicla il glutatione ed è anche quello che converte il disolfuro di glutatione (della forma ridotta) in glutatione.

L’attività dell’enzima GST è aumentata del 43-54% nei ratti in seguito a iniezioni di trisolfuro di diallile (DATS (10µM/kg) e disolfuro di diallile (DADS 100µM/kg)73.

L’ajoene invece a dosi elevate può avere l’effetto opposto sulla glutatione S-transferasi e perciò può risultare tossico74.

Aglio e interazioni con i farmaci

L’aglio può alterare la capacità fluidificante del farmaco Warfarin?

Duemila mg di bulbo fresco (pari a 3,71 mg di allicina) due volte al giorno per due settimane prima di una dose di Warfarin non hanno alterato nè la farmacocinetica nè l’azione fluidificante del farmaco75. Solo nei soggetti con variante genetica VKORC1 si è verificato un aumento della concentrazione di Warfarin del 22%.

Sebbene queste evidenze suggeriscano che non vi siano interazioni avverse e che basse dosi di aglio (4,2 g di spicchi crudi) non interagiscano necessariamente con le piastrine76, sono stati riportati casi di assunzione di aglio in quantità elevate che hanno causato emorragie cerebrali in concomitanza con il Warfarin77.

Otto grammi di aglio crudo possono ridurre del 51% la funzionalità del farmaco saquinavir, un inibitore della proteasi usato nella terapia dell’HIV78.

Aglio e coagulazione

Esaminando i componenti che influenzano la funzione piastrinica, si è notato che numerosi composti esercitano effetti inibitori sull’aggregazione, tra cui l’ajoene (inibizione del 50-80% a 300-600µM)79, il 2-propenil-tiosolfato di sodio80, e la maggior parte degli aminoacidi correlati alla cisteina81.

Le molecole isolate di ajoene, di 2-propenil-tiosolfato di sodio82 ed anche gli estratti misti di aglio83 hanno mostrato di inibire, entro l’intervallo fisiologico, il primo fattore della coagulazione, il fibrinogeno, tramite interazione recettoriale84.

Una riduzione dell’aggregazione piastrinica indotta con efedrina e collagene, è stata ottenuta con 7.200 mg di estratto di aglio invecchiato per 10 mesi in uomini con ipercolesterolemia85.

Un altro studio ha osservato che anche dosi più basse, nell’intervallo di 2.400-7.200 mg di estratto di aglio invecchiato, hanno avuto lo stesso effetto, ma solo la dose più alta testata ha inibito l’adenosina difosfato (ADP)86. È possibile quindi l’azione dell’aglio venga inibita dalla resistenza di alcuni agenti pro-aggreganti.

L’ingestione di aglio crudo pari a 4,2 g nel corso di una settimana non ha mostrato nessun effetto sulla coagulazione87, suggerendo che l’ingestione moderata di aglio nella dieta può considerarsi sicura.

In un confronto durato 180 giorni, 250 mg di olio d’aglio (21,5% disolfuro di diallile) sono stati meno efficaci di 80 mg di ginkgo biloba88.

Aglio e aterosclerosi

Alcuni autori ritengono che l’aglio, al pari della vitamina k, riduca la calcificazione delle arterie89 e le persone che lo consumano abitualmente 90anche insieme al coenzima Q1091 sembrano avere meno biomarcatori di rigidità a livello dell’aorta92.

Uno studio che ha utilizzato 1.200 mg di estratto di aglio invecchiato per un anno, in persone ad alto rischio di malattie cardiovascolari, in terapia con aspirina e statine, ha osservato che l’aumento del 22,2% del calcio coronarico, verificatosi nel gruppo placebo, è stato attenuato al 7,5%93.

Uno studio con persone di età compresa tra i 45 e i 75 anni, durato 48 mesi, ha osservato che l’integrazione di aglio – 900 mg di polvere al giorno – è stata associata a una stasi della placca nelle arterie carotidi principali, mentre il placebo ha registrato un aumento della placca94.

In seguito, questo risultato è stato replicato con un estratto di aglio invecchiato (250 mg) in persone a rischio intermedio di malattie cardiovascolari, dove la progressione del calcio arterioso è stata significativamente attenuata. Il limite di questo studio è che ai pazienti non è stato somministrato solo l’aglio ma anche vitamine e arginina95.

I livelli di calcio delle arterie coronarie si correlano all’entità del tessuto adiposo bianco96.

Un estratto di aglio invecchiato (250 mg) insieme ad altri composti (100 μg di B12, 300 μg di acido folico, 12,5 mg di B6 e 100 mg di arginina) negli esseri umani per un anno può prevenire la progressione dell’accumulo di calcio coronarico, associato a una riduzione relativa (rispetto al placebo) dell’omocisteina e a una minore generazione di adipe bianco97.

In che modo l’aglio aiuta la prevenzione

Nelle cellule endoteliali l’attivazione del fattore di di trascrizione NF-kB promuove il reclutamento di cellule immunitarie e la proliferazione delle cellule muscolari lisce, fattori che contribuiscono all’aterogenesi. L’inibizione della sua attivazione previene in una certa misura la formazione della placca9899.

Il fattore di trascrizione NF-kB può essere attivato da alcuni composti ossidanti: H2O2100, colesterolo LDL ossidato – attraverso l’attivazione dei macrofagi101, oppure da fattori infiammatori come TNF-α (fattore di necrosi tumorale alfa), IL-1 (interleuchina 1) e interferone gamma102.

La S-allilcisteina può ridurre l’attivazione di NF-kB in risposta al colesterolo LDL ossidato, al TNF-α e all’H2O2 a concentrazioni di 2,5mM o superiori103.

Uno studio su topi ha osservato una minore captazione di LDL ossidate, con la somministrazione di 9mg/kg di allicina, confermando la riduzione della placca e l’effetto osservato in vitro104.

In studi sull’uomo, l’integrazione di 7.200 mg di estratto di aglio invecchiato, per 6 mesi, ha mostrato una tendenza a ridurre l’LDL ossidato, ma senza la valenza significativa che invece è stata raggiunta nella riduzione di TBARS, un biomarcatore della perossidazione lipidica105.

In sintesi

Nelle sperimentazioni in vitro, l’estratto di aglio riduce la capacità dei macrofagi di assorbire il colesterolo LDL ossidato, sopprimendo la via di segnalazione del recettore PPAR-γ. Sebbene questo effetto abbia trovato riscontro nei topi, resta da confermare negli studi sull’uomo.

Aglio per la pressione del sangue

L’aglio può stimolare il rilascio di ossido nitrico e prolungare il rilassamento dei vasi sanguigni grazie alla molecola S-nitrosoglutatione106.

In seguito all’ingestione di 2 g di aglio crudo proposto durante uno studio clinico di 7 giorni, è stato osservato un aumento del 224% dell’ossido nitrico e del 386% dell’interferone alfa (IFN-α)107.

In persone normotese sembra che l’aglio abbia effetti piuttosto inaffidabili: a volte è del tutto inefficace o la riduzione è troppo lieve. Di seguito alcuni esempi.

Un’integrazione di 1.200 mg di aglio invecchiato per 12 settimane in persone con sindrome metabolica, ma non ipertese, non è riuscita a ridurre la pressione o il flusso sanguigno rispetto al placebo108.

È stata riscontrata una piccola riduzione della pressione arteriosa del 2,4-4,2% in persone con colesterolo alto e normotese, grazie all’integrazione di 900 mg di aglio tre volte al giorno109. Un effetto simile (5,5%) è stato ottenuto con 7,2 g di aglio invecchiato110.

L’integrazione di aglio sperimentata con diverse dosi, tra 240 e i 960 mg, abbinata a 0,6 o 2,4 mg di S-allilcisteina, per dodici settimane in persone ipertese, è stata in grado di ridurre in modo significativo la pressione arteriosa sistolica (11,8+/-5,4 mmHg) ma solo a partire dalla dose media – pari a 480 mg di aglio con 1,2 mg di S-allilcisteina. Invece, con la dose più elevata tendeva a ridursi anche la pressione arteriosa di 7,4+/-4,1 mmHg. 4+/-4,1 mmHg111.

In soggetti con colesterolo alto (apparentemente ipertesi) la diminuzione è stata del 4,7% nella sistolica e del 5,7% nella diastolica, utilizzando 1.200 mg di povere di aglio in tavolette a lento rilascio, per 12 settimane112.

Nelle persone in trattamento farmacologico ma ancora ipertese (140 mmHg o più), l’integrazione di 900 mg al giorno di estratto di aglio invecchiato (2,4 mg di S-allilcisteina) per 12 settimane è stata associata a una riduzione di 10,2+/-4,3 mmHg della pressione sanguigna sistolica rispetto al placebo, senza alcuna influenza sulla diastolica113.

E ancora, sempre in soggetti ipertesi, 600-1.500 mg di estratto di aglio invecchiato al giorno (suddivise in più assunzioni) hanno ridotto la pressione arteriosa nell’ordine di 3-6,3% (4,3-7,6 mmHg) per la sistolica e del 3,7-5,4% (4-5 mmHg) per la diastolica.

Dopo 24 settimane, l’effetto è stato paragonato a quello del farmaco atenololo114.

Una meta-analisi ha esaminato nove studi eseguiti in modalità doppio cieco con placebo o un altro trattamento attivo, in cui sono stati arruolati pazienti ipertesi per una durata variabile da 3 a 26 settimane.

I ricercatori hanno rilevato che l’aglio ha portato a una riduzione significativa della pressione sistolica (-9,1 mmHg, 95% CI da -12,7 a -5,4 mmHg) e diastolica (-3,8 mmHg, 95% CI -12,7 mmHg).

Tuttavia, restringendo l’analisi agli studi di alta qualità, è risultata significativa solo la riduzione della pressione sistolica (-5 mmHg, 95% CI da -8,7 a -1,2 mmHg)115.

Perossidazione lipidica

La perossidazione lipidica è il deterioramento delle molecole di grasso dovuto all’ossigeno molecolare (carente di un elettrone) contenuto nei radicali liberi. Questo processo biochimico che conduce anche a danni del DNA, è paricolarmente attivo nell’ipertensione essenziale116117.

Nelle persone con questo disturbo, 250 mg al giorno di perle d’aglio (2,5% di olio d’aglio), per un periodo di due mesi, hanno ridotto in modo significativo il danno al DNA valutato attraverso il test 8-OHdG urinario, mentre il gruppo di controllo delle persone in salute non ha avuto alcuna diminuzione significativa118.

Sindrome epato-polmonare

Secondo studi preliminari l’olio di aglio potrebbe rivelarsi terapeutico in caso di ipertensione portale e aumento della vasodilatazione intrapolmonare con minore apporto di ossigeno ai tessuti – sindrome epatopolmonare.

La somministrazione quotidiana di 125 mg di olio di aglio in due dosi per 9-18 mesi, è stata associata a un aumento dei livelli di ossigeno arterioso (24,66% in più rispetto al basale) e a una diminuzione del gradiente di ossigeno alveolo-arterioso (28,35% in meno rispetto al basale), entrambi più significativi rispetto al placebo (35% in meno rispetto al basale)119.

Si è verificata un’inversione della sindrome epatopolmonare in due terzi dei pazienti che assumevano aglio (e solo in un paziente nel gruppo placebo) e durante il follow-up i casi di morte sono stati molto più numerosi con il placebo (7 persone su 20) che con l’aglio (2 persone su 21)120.

Aglio per colesterolo e trigliceridi

L’inibizione dell’HMG-CoA (bersaglio molecolare delle statine) è stata segnalata con i seguenti composti bioattivi: allicina (IC50 17+/-2μM), ajoene, S-allilcisteina, S-etilcisteina e S-prpoilcisteina121122123 e con il disolfuro di diallile (inibizione a 5μM)124.

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La prima meta-analisi che considera gli effetti dell’aglio sul colesterolo, pubblicata nel 1995, ha rilevato che basse dosi di aglio supplementare, circa mezzo spicchio d’aglio al giorno, riducono il colesterolo di 0,59 mmol/L (circa il 9%), in soggetti con ipercolesterolemia125.

Una meta-analisi successiva ha rilevato una riduzione statisticamente significativa del colesterolo totale di 0,77 mmol/L (95% CI di 0,65-0. 89), pari a una riduzione del 12%126.

Altre 2 meta-analisi hanno segnalato riduzioni simili: 0,41 mmol/L127 e 8%128, giungendo però a conclusioni diverse. Nel primo caso, si affermava che la qualità dello studio era dubbia129, mentre l’altra proponeva in alternativa la terapia a basei di statine, pur affermando la rilevanza clinica del trattamento con aglio130.

Queste meta-analisi tendevano a valutare studi in cui le dosi sperimentate erano piuttosto basse (700 – 1.200 mg), la durata media era di 8 – 24 settimane e si limitavano in genere ai numeri del colesterolo totale.

Per ciò che concerne l’LDL, sono state riscontrate riduzioni:

  • del 4,6% con 7.200 mg di estratto per 4 settimane131,
  • del 14,2% con 900 mg per dodici settimane132,
  • del 13,8% con 600 mg per 12 settimane (13,8%)133,
  • del 17,3% con 400 mg per 12 settimane134.

Gli studi che hanno fallito hanno utilizzato 250 mg di olio aglio in perle135 e 1.200 mg di estratto in persone con sindrome metabolica per 12 settimane136.

Aumenti dell’HDL-C dell’11,5% sono stati osservati con 600 mg di estratto d’aglio Allicor per 12 settimane e del 15,7% con 400 mg per 12 settimane137.

In sintesi

L’aglio sembra ridurre il cosiddetto colesterolo cattivo, le lipoproteine LDL, in modo quasi affidabile, ma vi sono meno certezze che aumenti l’HDL, benché l’effetto benefico nel complesso risulti evidente. L’entità del miglioramento del profilo lipidico nel complesso si attesta intorno al 10-15% nelle persone con colesterolo elevato.

Trigliceridi

Un’integrazione di 1.200 mg di aglio invecchiato per 12 settimane in persone con sindrome metabolica non è riuscita a ridurre i trigliceridi più del placebo138, e una mancata riduzione significativa dei trigliceridi è stata notata anche negli ipertesi139140 e negli ipercolesterolemici141.

In un altro studio, 400 mg di aglio (1 mg di allicina) due volte al giorno per sei settimane, in persone con colesterolo alto, hanno ridotto i trigliceridi del 6,3%142.

Altri studi non hanno rilevato alcune riduzione significativa dei trigliceridi a dosi diverse come: 250 mg143, 600 mg144, 900 mg145.

Nel 1994 una meta-analisi aveva riscontrato dei problemi di metodo negli studi analizzati e faceva notare che l’aglio aveva ridotto i trigliceridi in modo statisticamente significativo – 0,31 mmol/L (95% CI di 0. 14-0,49)146.

Tuttavia, in un studio successivo simile, ma con un gruppo di prove cliniche molto più ampio, la significatività statistica non è stata raggiunta147.

Aglio nel diabete tipo 2

È stato riscontrato che in conigli sani e diabetici, 250-350mg/kg di estratto di aglio potevano ridurre in modo dose-dipendente il glucosio ematico dopo quattro ore, con un’efficacia paragonabile a quella di 250-500mg/kg di metformina148.

Sebbene siano state osservate queste riduzioni acute della glicemia, c’è stato il nulla difatto nel test di tolleranza al glucosio per via orale149.

Si pensa che questo effetto dipenda da S-allilcisteina solfossido150.

L’integrazione di 1.200 mg di aglio invecchiato per 12 settimane in persone con sindrome metabolica non è riuscita a ridurre la glicemia in modo significativo151.

Tuttavia, in persone con diabete tipo 2 che hanno ricevuto invece della sola metformina anche 250-300 mg di estratto d’aglio (allo 0,6% di allicina circa) 3 volte al giorno, c’è stato un aumento del 3,12% e oltre, fino al 16%, delll’efficacia del farmaco a digiuno, migliorando nel contempo anche la glicemia dopo i pasti e l’emoglobina glicata152153154.

Vi sono stati anche dei miglioramenti significativi del profilo lipidico aumentando del 6,72% il colesterolo HDL155.

Insulina

Sebbene in vitro, la S-allilcisteina solfossido stimoli la secrezione di insulina nelle β-cellule pancreatiche isolate da ratti156, in persone con sindrome metabolica l’integrazione di 1.200 mg di aglio invecchiato ha avuto effetti nulli sull’insulina157.

Adipochine

L’adiponectina è nota come adipochina antinfiammatoria e ha anche un effetto antidiabetico e cardioprotettivo158159. Un aumento di adiponectina può determinare dei miglioramenti nella sindrome metabolica.

Una integrazione di 1.200 mg di aglio invecchiato (marca Kyolic) al giorno, per dodici settimane ha aumentato l’adiponectina plasmatica in persone con sindrome metabolica di 313,79+/-179,44ng/mL, mentre nel placebo si è ridotta di 271,88+/-187,18160.

Lo stesso studio riporta che l’integrazione non ha avuto alcun effetto sulla leptina, uno dei principali ormoni prodotti dal tessuto adiposo.

Aglio e prestazioni fisiche

Sembra che l’aglio sia stato usato anticamente a Roma e in Egitto per ridurre la fatica degli schiavi lavoratori, riducendo al contempo il rischio di infezioni. Si dice anche che sia stato somministrato agli atleti romani per aumentare la resistenza e la forza161.

Alcuni test che hanno utilizzato dei roditori suggeriscono che l’aglio può essere utile durante l’esercizio fisico perché migliora l’ossigenazione, anche quando gli animali hanno subito danni cardiaci.

Alcuni studi sull’uomo, citati in una revisione ma non disponibili online162, hanno rilevato una riduzione della percezione soggettiva della fatica. L’esperimento è stato condotto con un prodotto di nome KYOLEOPIN, che oltre all’estratto di aglio contiene vitamine del gruppo B (B3, B5, B6) e un estratto di fegato – già noto per aver mostrato effetti antifatica163.

Nove atleti maschi d’elite ciclisti hanno ricevuto 3 dosi al giorno di estratto di bulbo d’aglio – in totale 4.650 mg (46,5 mg di allicina) al dì – per una settimana prima di un test di esercizio fisico in ipossia fino all’esaurimento. Non c’è stato alcun effetto significativo sul consumo di ossigeno né sulla frequenza cardiaca e sul tempo complessivo di esaurimento164.

Un gruppo di persone con malattia coronarica (CAD) in terapia farmacologica stabile, sottoposte a sei settimane di integrazione con olio d’aglio (equivalente a 1 g di aglio crudo), hanno ridotto la frequenza cardiaca senza effetti su quella a riposo, migliorando la capacità di esercizio165.

Aglio per ossa e articolazioni

In un modello di ratto con osteoporosi, l’olio d’aglio (100mg/kg) può attenuare la perdita ossea e migliorare la resistenza alla trazione nel corso di un mese166.

Tali risultati, si presume dipendano dal fatto che l’olio di aglio agisce aumentando gli estrogeni, anche se i meccanismi non sono ancora del tutto chiari167168.

Se il livello di estrogeni è basso, l’incremento migliora l’assorbimento di calcio nell’intestino169, mentre si riduce l’escrezione urinaria di calcio e fosforo170171.

Al contrario, la carenza di estrogeni fa aumentare le citochine infiammatorie e lo stress ossidativo intracellulare, effetti che possono essere attenutati dall’olio di aglio172.

Donne in menopausa che hanno consumato per un mese 400 mg di estratto secco di aglio 3 volte al giorno (pari a 2 g di aglio crudo), hanno avuto una diminuzione dellla citochina TNF-α (38,7%), ma non dell’interleuchina IL-6173.

È plausibile che tali effetti si manifestino in seguito a una maggior attivazione estrogenica, dato che i macrofagi esprimono un recettore per gli estrogeni174 che può essere attivato per regolare le funzioni ossidative175.

Artrite

Nella popolazione generale è stato osservato che un maggior consumo di ortaggi del genere allium (non solo aglio quindi ma anche cipolle, porri, scalogno, erba cipollina) si associ a un minor rischio di sviluppare l’osteoartrite176177.

Nei topi con artrite indotta, le iniezioni da 1-2mg/kg di tiacremenone (altri compositi bioattivi presenti nell’aglio) possono ridurre l’edema della zampa in modo dose-dipendente, ma con un’efficacia inferiore a quella dell’indometacina da 10mg/kg178.

Aglio per raffreddore e influenza

Non ci sono molti studi sul legame tra aglio e influenza/raffreddore, ma quelli che ci sono indicano chiaramente l’efficacia di questo ortaggio in particolare nel prevenire l’insorgenza e ridurre i sintomi.

Alcuni ricercatori, sottolineando le proprietà antivirali dell’aglio rilevate nei trial clinici, hanno concluso la loro revisione scrivendo che si potrebbe studiare anche un nuovo farmaco, sebbene occorrano ulteriori studi179.

L’aglio è stato studiato per le sue interazioni con le cellule natural killer che svolgono un ruolo importante nell’immunità innata e adattativa180.

Grazie a queste cellule, note per l’espressione dei recettori che riconoscono e contrastano batteri e virus181, il nostro organismo è in grado di rispondere alle infezioni del raffreddore e dell’influenza.

Il tasso di infezione da raffreddore è stato ridotto in modo significativo, rispetto al placebo, in un gruppo di persone che ha assunto 2,56 g al dì di estratto di aglio invecchiato per 45 giorni182.

I ricercatori hanno attribuito il risultato al raddoppio delle cellule natural killer e all’induzione di cellule γδ-T (linfociti T gamma delta)183.

Una meta-analisi sul tema dell’aglio e del raffreddore184, nella quale è stato accettato per la revisione un unico studio185, rivela che una integrazione di aglio crudo in polvere con 180 mg di allicina al giorno per dodici settimane ha ridotto da 366 (placebo) a 111 i casi di infezione, con un decremento pari al 70%.

La durata media dei sintomi è stata ridotta da 5 giorni con il placebo a 1 giorno e mezzo con l’aglio186.

Nel complesso l’integrazione con aglio è stata associata a una riduzione dei sintomi respiratori acuti di 1,7 volte, riducendo anche di 7 volte le malattie respiratorie acute nei bambini rispetto al placebo187.

In un altro studio che ha utilizzato 2,56 g al giorno di estratto di aglio invecchiato, è stato osservato che dopo 90 giorni si è ridotto il numero dei giorni di malattia del 61% e la gravità dei sintomi del 21% rispetto al placebo188.

Aglio e patologie oncologiche

Uno studio su pazienti affetti da cancro ha analizzato le alterazioni delle cellule natural killer (NK) in risposta all’ingestione di 500 mg di estratto di aglio invecchiato.

Rispetto al placebo, il gruppo sperimentale ha mostrato un aumento relativo del contenuto di cellule NK, dovuto a un’attenuazione della riduzione di cellule NK osservabile in questa patologia nel gruppo placebo189.

È stato confermato che un’integrazione di 2.650 mg di aglio invecchiato può aumentare le concentrazioni intracellulari di glutatione nei globuli bianchi190.

Nei globuli rossi aumentano gli enzimi antiossidanti, come la glutatione perossidasi (12%) e la SOD (24%) in seguito al consumo di 100 mg di aglio crudo per chilogrammo di peso corporeo, senza alcuna influenza significativa sull’attività enzimatica della catalasi(un enzima coinvolto nella detossificazione della cellula) o sulla xantina ossidasi (enzima che velocizza la produzione di acido urico da xantina e ipoxantina)191.

Nei topi maschi con tumori Sarcoma-180 è stata iniettata una glicoproteina isolata dall’aglio fresco (20mg/kg) che ha aumentato l’attività delle cellule NK contro le cellule tumorali K562192.

Uno studio che ha coinvolto 50 persone affette da diversi tipi cancro avanzato inoperabile (fegato, pancreas e colon), alle quali è stato somministrato un estratto di aglio invecchiato (500 mg) per dodici settimane, in concomitanza con la chemioterapia standard, non ha rilevato alcun cambiamento nella qualità della vita, nè l’attività callulare è stata influenzata, nonostante l’aumento delle cellule natural killer (34%)193.

Iperplasia della prostata

Si ritiene che l’aglio possa avere effetti benefici per la prostata, in parte grazie agli esperimenti sugli animali e alle prove preliminari per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna194.

In 27 soggetti con iperplasia prostatica benigna, 200mg/kg di aglio crudo (estratto acquoso concentrato da 1mL/kg) per un mese, sono stati efficaci nel ridurre sia le dimensioni della prostata di circa il 32%, verificato con ecografia transrettale, sia i sintomi dell’iperplasia prostatica benigna (frequenza,volume urinario e altri punteggi) sono migliorati significativamente rispetto ai valori di base195.

Uno studio pilota in cui hanno partecipato nove uomini affetti da cancro alla prostata ha rilevato che 200 mg/kg di aglio crudo al giorno per un mese hanno ridotto di circa il 60% l’antigene specifico – PSA, rispetto ai valori di base, riducendo anche il volume prostatico. Peccato che lo studio non avesse il gruppo placebo196.

Tumori dello stomaco

Nei topi l’integrazione di S-allilcisteina, sottoforma di S-allilmercapto-L-cisteina (SAMC), ha ridotto le dimensioni del tumore del 31,36-37,78% (debole dipendenza dalla dose) associata a cambiamenti pro-apoptotici in Bax e Bcl-2 e a un aumento dell’indice di apoptosi del 20,74-30, 61%197.

Negli esseri umani invece gli effetti protettivi dell’integrazione di aglio sull’insorgenza del cancro allo stomaco sono risultati statisticamente insignificanti o inesistenti[62][505]

Cancro del colon

L’assunzione di aglio (almeno 1,6 porzioni giornaliere) è notoriamente correlata negativamente al rischio di sviluppare un adenocarcinoma del colon198199.

Nello studio Women’s Health, il consumo di aglio è stato associato a una riduzione del 48% del rischio di cancro al colon (RR 0,52, 95% CI 0,30-0,93) quando sono confrontati i risultati derivanti da una o più porzioni al giorno o da nessuna integrazione200.

L’ajoene aumenta la citotossicità della citarabina attraverso la soppressione di Bcl-2 (16% rispetto alla sola citarabina) e tramite l’attivazione della caspasi-3 (212% in più rispetto alla sola citarabina). Inoltre, si ritiene che l’ajoene consenta una corretta apoptosi nelle cellule resistenti ai farmaci201.

Pelle

L’applicazione topica di una crema con lo 0,4 % di ajoene in pazienti con carcinoma basocellulare (un tipo di tumore cutaneo non melanoma che di solito viene considerato benigno) per sei mesi intorno alle lesioni, ha ridotto le dimensioni del tumore in 21 pazienti su 24 in media dal 42% e al 55%202.

Inoltre, è stata associata a una riduzione delle cellule Bcl-2 positive del 39% e del 50%203.

Aglio e organi sessuali maschili

L’idrogeno solforato (H2S) è un gasotrasmettitore proerettile204205 simile all’ossido nitrico206, ma mentre l’ossido nitrico agisce attraverso il sistema cGMP, che è anche il bersaglio del Viagra207 – l’H2S apre direttamente i canali del potassio208 e può causare il rilassamento del tessuto del pene.

L’aglio, forse per via della segnalazione dell’idrogeno solforato, è stato soprannominato il viagra vegetale209.

Nei ratti diabetici, che presentano una disfunzione erettile secondaria alla disfunzione endoteliale210, la S-allilcisteina isolata ha effetti proerettili211.

Sicurezza ed effetti avversi dell’aglio

Negli studi è stato riferito che il consumo eccessivo di aglio peggiora l’odore dell’alito. Sembra che mescolando l’aglio al latte riduca questo tipico fastidio212213.

Il bruciore di stomaco talvolta è stato segnalato come un effetto collaterale che causa abbandono del trial clinico, di solito al ritmo di una persona ogni 40 partecipanti214215.

Riduzione del rischio di parto pretermine

Gli ortaggi allium (aglio, cipolla, cipollotto e porri) sono associati a un minor rischio di parto pretermine spontaneo, ma sembra che l’associazione sia leggermente più forte con l’aglio216.

Olio di aglio

Se si considera l’olio di aglio o i suoi principali bioattivi (i solfuri diallilici), è possibile che questi composti presentino una certa tossicità.

Non si notano effetti tossici dopo la somministrarzione di tali composti isolati in quantità di 90mg/kg per via orale nei ratti217.

Invece, un dosaggio pari a 135 mg/kg di disolfuro di diallile causa una diminuzione del volume dei globuli rossi (anemia emolitica)218 che è stata notata anche nei cani219.

Estratto di aglio invecchiato

La S-allilcisteina sembra avere un’elevata soglia di sicurezza, secondo alcuni sarebbe 30 volte più sicura di altri componenti dell’aglio220221 e può essere iniettata al pari di aminoacidi come la L-metionina222.

Casi studio per gli effetti avversi dell’aglio

Una donna affetta da menorragia cronica ricorrente, sottoposta a rimozione chirurgica dell’utero, ha manifestato una grave riduzione della pressione arteriosa dopo l’intervento. Si è ritenuto che ciò fosse legato a un eccessivo consumo di aglio, anche se la quantità esatta non è stata resa nota, per via degli effetti antiaggreganti223.

Casi simili sono stati riportati in chirurgia oftalmica224, chirurgia plastica225226, e chirurgia dermatologica227, compreso un caso di ematoma epidurale spinale228 dove i problemi di sanguinamento sono stati associati al consumo elevato di aglio – sia crudo che sottoforma di integratore di aglio invecchiato229.

In rari casi, ci può essere allergia all’aglio230231, con conseguente esofagite eosinofila232, anafilassi233, mal di testa234 e orticaria235236.

L’allergia si può scatenare con l’ingestione o il contatto topico.

Di solito le allergie all’aglio non riguarando tutti gli altri ortaggi allium come le cipolle ad esempio237238 e a volte, quando l’aglio crudo risulta positivo in un soggetto, l’aglio cotto invece non induce alcuna una risposta immunitaria239240.

L’alliina liasi è stata individuata come allergene e ha sotteso una reattività incrociata con porro, scalogno e cipolla241.

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Monica Martinuz
Naturopata Educatrice in Nutrizione Funzionale®, Saggista, Ricercatrice autonoma e Blogger dal 2007.
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