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Nutrizione Funzionale, Nutraceutica per il benessere psico-fisico e per la prevenzione delle modificazioni biochimico/metaboliche che avviano o peggiorano una varietà di condizioni molto diffuse: sindrome metabolica, osteoporosi, disturbi di tipo cognitivo, cardiovascolare, oncologico. Riferimenti a ricerca scientifica selezionata.
Nel 1980 la nutrizione diventa “funzionale” in seguito alla decisione delle autorità sanitarie giapponesi di voler ridurre le spese sanitarie di una popolazione sempre più anziana. Viene quindi incentivata la ricerca scientifica sui principi attivi contenuti negli alimenti con lo scopo di migliorare la salute e la qualità di vita.
Un aspetto importante è la relazione con la biochimica umana.
I fattori in grado di modificare la cascata di eventi biochimici che si ripercuotono in modo negativo sulle cellule sono molteplici e non riguardano solo la qualità e le sostanze contenute del cibo.
Per questo, la nutrizione funzionale non valuta solo i nutrienti contenuti negli alimenti ma anche l’impatto sulla salute di molteplici fattori, apparentemente non correlati, come ad esempio:
i ritmi e lo stile di vita, lo stato ormonale, aspetti genetici, la composizione corporea, il livello di infiammazione, le condizioni dell’intestino, gli effetti secondari dei farmaci, l’esposizione alle tossine, lo stato emotivo, l’atteggiamento verso la vita.
Gli alimenti funzionali e i nutraceutici estendono l’approccio tradizionale della scienza della nutrizione, consentendo spesso una riduzione dei sintomi e una miglior tolleranza al farmaco.
Mentre l’attività dei farmaci sopprime le manifestazioni acute, per quanto riguarda gli alimenti, la ricerca scientifica dimostra l’esistenza di uno stretta relazione tra le sostanze ingerite attraverso il cibo e le varie condizioni di salute.
La nutrizione funzionale considera l’apporto di carboidrati, proteine e lipidi, in funzione dell’equilibrio biochimico e ormonale dell’organismo.
In questa nuova logica, l’aspetto calorico degli alimenti passa in secondo piano rispetto a come ciascun alimento condiziona l’attività metabolica nel suo complesso. E’ ormai noto, ad esempio, come l’eccesso di glucosio nel cibo induca dei cambiamenti epigenetici nell’espressione genica, che contribuiscono all’insorgenza e all’aggravamento di un ampio spettro di condizioni, tra cui obesità, resistenza insulinica, diabete, tumori e disturbi di tipo cognitivo-comportamentale.
Epigenetica significa letteralmente “sopra” la genetica. Si riferisce a modifiche esterne al DNA che attivano o disattivano i geni. Queste modifiche influenzano il modo in cui le cellule “leggono” i geni, lasciando intatta la sequenza del DNA.
I nutrienti sono sostanze presenti negli alimenti, che in virtù di un certo dosaggio, si suppone evitino a tutti le più note sindromi da carenza.
Ad esempio l’acido folico può promuovere lo sviluppo neuronale; gli acidi grassi omega-3 possono aumentare la produzione di nuova membrana sinaptica.
Affinché il nutriente produca effetti, non basta che i suoi livelli plasmatici risultino aumentati, deve anche funzionare correttamente l’attività enzimatica che converte il nutriente nella sua forma farmacologia attiva.
Di seguito, alcune miscele di nutraceutici di comprovata attività adiuvante e privi di effetti indesiderati, che possono aiutare a prevenire e migliorare determinate condizioni.
L’integrazione funzionale alla biochimica umana può svolgere molteplici funzioni: regola il metabolismo e l’espressione genica, influenza lo sviluppo e la progressione di molte malattie croniche.
Non esiste un’unica dieta. La strategia dietetica giusta è quella studiata per rispondere a specifiche situazioni.
Per coloro che…
1. Ottimizzare l’apporto di nutrienti
E’ di vitale importanza assumere alimenti che siano molto ricchi di vitamine, minerali, acidi grassi essenziali, aminoacidi, probiotici e composti fitochimici.
2. Fare prevenzione
Considerando che diversi fattori, tra cui stress, esposizione solare, cambiamenti climatici, età e altri, inducono un maggior consumo di alcune sostanze micronutrienti, integrare l’alimentazione può mitigare le ripercussioni somatiche e ritardare il ricorso ai farmaci.
3. Evitare alimenti tossici nel lungo periodo
Molte sostanze in grado di intossicare l’organismo provengono da lavorazioni industriali, cibi congelati, precotti e preconfezionati, farine, latticini, allevamenti intensivi, coltivazioni OGM e pesticidi agricoli nella frutta e nella verdura.
4. Fare attenzione a come funziona l’intestino e attivarsi per riportarlo in modo tempestivo in equilibrio.
L’insegnamento che ci ha trasmesso Ippocrate è che la salute inizia e finisce nell’intestino. Oggi sappiamo che oltre l’80% del sistema immunitario si trova nell’intestino. Un cattivo funzionamento intestinale aumenta il rischio di infezioni, infiammazioni, malattie autoimmuni e persino disequilibri ormonali che possono generare diagnosi errate.
5. Mantenere la salute orale
Le gengive svolgono una funzione protettiva che inibisce la penetrazione dei batteri nel corpo. Ci sono studi che hanno trovato delle correlazioni tra la presenza di alcuni batteri orali e disturbi cardiovascolari, neurologici, polmonari. Anche se un collegamento diretto non è stato ancora dimostrato chiaramente, è noto che alcune malattie e i farmaci possono contribuire ai problemi gengivali.
La dieta low-carb (povera di carboidrati) e la dieta chetogenica, in passato sono state considerate di serie B rispetto a ciò che tradizionalmente si riteneva essere una “dieta equilibrata”.
Questo paradigma nutrizionale dovrebbe essere rivisto, alla luce di un problema di fondo, ampiamente studiato, condiviso nella maggior parte degli stati patologici: l’eccesso di glucosio.
Le diete a ridotto apporto glucidico e la dieta chetogenica possono migliorare la salute del cuore e del fegato, il profilo ormonale e quello lipidico, possono ridurre ipertensione e trigliceridi, migliorare la tolleranza al glucosio, l’attività neuronale, ridurre il rischio di recidive e aumentare la sopravvivenza nelle patologie oncologiche.
I grassi sono un altro aspetto importante delle dieta chetogenica e low-carb.
Per quanto siano stati demonizzati, i grassi hanno un ruolo essenziale non solo per la sopravvivenza ma anche per la salute e il benessere generale.
E’ molto importante saper scegliere i grassi funzionali alle esigenze vitali, biochimiche e metaboliche del corpo e del cervello.
L’assunzione di grassi salubri implica un miglior controllo dell’appetito, un miglior funzionamento del sistema nervoso, del sistema ormonale e delle funzioni cognitive.
Dal metabolismo dei grassi il fegato produce chetoni, un carburante alternativo al glucosio per la maggior parte delle cellule, che hanno un potente effetto antinvecchiamento aumentando la biodisponibilità delle molecole di NAD+.
In particolare, i chetoni migliorano la funzione mitocondriale con riduzione dello stress ossidativo.
I grassi nell’alimentazione
La produzione alimentare su larga scala e i relativi conflitti di interesse, alimentano un annoso dibattito sui grassi saturi nell’alimentazione.
Di recente i grassi saturi presenti nella carne, nel burro, nell’olio di cocco, nelle uova, sono stati riabilitati grazie a studi che ne hanno riconosciuto gli effetti benefici per l’intero organismo e per i batteri intestinali.
La ricerca ha ampiamente evidenziato che gli oli derivati da semi, quelli idrogenati, i grassi trans artificiali (utilizzati ad esempio per fare la margarina), promuovono ictus, infarti, infiammazione e resistenza all’insulina.
L’utilizzo dei grassi trans artificiali nell’industria alimentare è stato collegato a più di mezzo milione di morti per cardiopatia coronarica in tutto il mondo, solo nel 2010 (1,2).
Nonostante la ricerca abbia dimostrato chiaramente che una volta in circolo, a prescindere dalle quantità, i grassi trans sintetici producono sempre dei danni nel corpo umano (3,4), in Europa non vengono vietati, ma ridotti al 2% per ogni 100 grammi di alimento.
Ottenere olio da semi e cereali non è affatto naturale, comporta molte lavorazioni artificiali per realizzare un prodotto finale accettabile e commestibile. Persino gli alimenti biologici, la frutta secca, l’uva passa contengono oli vegetali che andrebbero eliminati dal consumo umano.
In definitiva, la prevenzione e la gestione del peso-forma sono ben lontani da una banale restrizione calorica.
Si tratta invece di riconoscere il valore biologico negativo e disfunzionale di lipidi e glucidi presenti in molteplici tipologie di alimenti, per la maggior parte processati a livello industriale, che vengono assunti inconsapevolmente fin dalla più tenera età, quindi per lunghi periodi di tempo.
Un regime dietetico funzionale deve quindi aiutare a prevenire i tipici sintomi d’invecchiamento precoce che in genere iniziano dopo i 40-45 anni:
Grassi Omega-3: nonostante gli effetti benefici rimane aperto il dibattito in ambito medico-scientifico.
Pur riconoscendo che il corpo umano è programmato per prosperare con una assunzione importante di grassi Omega-3 rispetto agli Omega-6, di fatto l’alimentazione moderna è fortemente sbilanciata, con un rapporto che può arrivare fino a 20:1 in favore degli Omega-6.
Il problema non deriva solo dall’eccesso di oli di semi nei prodotti alimentari confezionati.
I cereali dati in pasto alla maggior parte degli animali di allevamento, persino ai pesci, aumentano i grassi Omega-6 nei prodotti alimentari finali, compresi uova e latticini. Anche i grassi Omega-6 sono essenziali, ma devono essere assunti in una proporzione equilibrata con gli Omega-3, pari a 4 : 1.
Per raggiungere tale rapporto spesso è necessaria una integrazione funzionale alle esigenze biologiche dell’individuo.
1. Wang et al. 2016 – PMID: 26790695
2. Allen et al. 2016 – PMID: 27751858
3. Mozaffarian et al. 2006 – PMID: 16611951
4. Institute of Medicine et al. 2005. DOI
5. Commissione Europea – Sezione Food
La ricerca scientifica ha dimostrato che la longevità dipende per il 50% da uno stile di vita sano.
Attraverso la comprensione dei meccanismi biochimici che dominano l’evoluzione fisiopatologica, la nutrizione funzionale e l’integrazione funzionale consentono di sostenere l’energia e la salute delle cellule, favorendo effetti benefici a lungo termine che ricadono sull’intero organismo.
Recentemente si parla sempre di più in termini di medicina funzionale, o anche di medicina di segnale, per tracciare un nuovo percorso clinico volto prevenire e intervenire sulle cause sottostanti la malattia, esaminando come gli alimenti influiscono sui geni e sulla biochimica umana, sul microbiota individuale e il suo corredo genetico (microbioma).
Tuttavia, queste innovazioni in campo medico sembrano non coincidere, a volte persino contrastare, con gli interessi politico-economici in gioco.
E’ vero che molte malattie si possono prevenire, che stare bene dipende da ognuno di noi, dalle nostre scelte, dalla conoscenza del proprio corpo, ma non senza un minimo di chiarezza all’interno del contesto sociale e della volontà politica.
Cosa mangiare, quando mangiare? Di cosa necessita il nostro metabolismo per essere efficiente? Come possiamo sentirci vitali e in ottima forma fisica e mentale? Le persone sono spesso confuse, circondate da una ragnatela di dubbi alimentata ad hoc da una combinazione di fattori.
Il primo fra questi è un fenomeno impossibile da negare: la corruzione in campo medico-scientifico, politico, mediatico, ecc.
Pensiamo che la scienza sia indipendente ma nella realtà molte ricerche in ambito nutrizionale sono finanziate da facoltose realtà produttive private, i cui interessi possono talvolta allontanare i programmi di studio e di ricerca dalle questioni di salute pubblica più rilevanti.
Gli studi sostenuti da finanziamenti privati, rispetto a quelli finanziati con soldi pubblici, hanno più probabilità di scoprire che un prodotto non sia né cattivo né buono. Riferimento PubMed
Inoltre, è prassi ormai consolidata in tutto il mondo per coloro che elaborano le linee dietetiche, mantenere delle relazioni oppure delle collaborazioni – attraverso enti no-profit – con aziende private operanti nel settore alimentare.
Le conseguenze degli intrecci tra pubblico e privato sono sotto gli occhi di tutti.
Viviamo in un sistema realizzato appositamente per rallentare l’attuazione dei cambiamenti indispensabili alla salute umana. Il conflitto di interessi ha raggiunto proporzioni tali da limitare fortemente le scelte di ogni singolo individuo.
Ora più che mai è indispensabile applicare quelle innovazioni mediche utili a fronteggiare in modo adeguato quest’epidemica diffusione di obesità, diabete e sindrome metabolica, la cui diagnosi avviene in età sempre più giovane, con tutte le problematiche correlate. Approfondimento sul British Medical Journal.
Molto probabilmente, longevità, benessere e salute necessitano di un programma di ricerca multidisciplinare coordinati a livello pubblico e sostenuti da principi etici e morali rispettosi della biologia ambientale ed umana.
Sempre più studi scientifici segnalano i vantaggi delle diete low-carb e dell’integrazione funzionale sul metabolismo cellulare, in relazione alla gestione dei sintomi che riguardano:
A cura di Mara Ciaschini Piot, insegnante di Medicina Tradizionale Cinese
Il nutrimento non riguarda solo la dieta. Il nutrimento può essere anche emotivo, psicologico, mentale, sociale. L’attività fisica è molto importante ma talvolta non basta per gestire lo stress.
Salute e benessere sono connessi a come ci relazioniamo con noi stessi, alla realtà che ci circonda, a come siamo capaci di modificare le abitudini o se sappiamo adattarci a situazioni nuove.
Talvolta il malessere fisico può intrecciarsi e sovrapporsi con molteplici situazioni: cambiamenti improvvisi, difficoltà a lasciar andare, pensieri negativi verso se stessi, punti di vista e giudizi cristallizzati, sono alcuni degli elementi che possono impedire di vedere nuovi scopi di vita oppure di realizzare un cambiamento positivo.
Benessere è anche capacità di rinnovarsi con le situazioni della vita. Per questo a volte è necessario acquisire un nuovo punto di vista, oppure è necessario abbandonare un vecchio schema di pensiero o una vecchia emozione.
Alcuni strumenti, come ad esempio l’EFT (Emotional Freedom Tecnique) – solo per citarne uno che conosco e pratico da molti anni – possono essere utili per scoprire nuove risorse interiori e nuovi modi costruttivi di relazionarsi con il proprio corpo e i suoi problemi, con se stessi e le situazioni in cui la vita ci coinvolge.
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