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Statine: non riducono attacchi cardiaci e ictus: analisi dei dati non pubblicati

Il beneficio offerto dalle statine non si traduce in un vantaggio reale.

Assumendo questi farmaci si crede di poter ridurre il rischio di un attacco cardiaco o un ictus.

Purtroppo la maggior parte delle persone ignora che i livelli di colesterolo, da soli, rappresentano un surrogato dei benefici reali sperati, perché il legame diretto tra colesterolo alto ed eventi cerebrovascolari è, e resta, ancora un’ipotesi.

Detto questo, di seguito un elenco notevole di prove sull’inefficacia delle statine.

La prestigiosa Cochrane Collaboration (1) ha esaminato 8 studi sulle statine, finanziati dalle case farmaceutiche, basandosi sui dati pubblicati e non, contattando in alcuni casi anche gli autori.

I ricercatori della Cochrane (organizzazione mondiale per la ricerca indipendente) hanno concluso che i dati disponibili sono insufficienti per stabilire se le statine siano efficaci e sicure per la prevenzione dell’ictus ischemico e dei TIA (attacchi ischemici transitori).

Per quanto riguarda gli attacchi di cuore, le statistiche sulle statine mostrano che si devono trattare 60 persone per 5 anni per prevenire un singolo attacco. (2)

Questi benefici alquanto insignificanti dovrebbero essere valutati con più attenzione dagli organismi di controllo, tenendo conto degli effetti collaterali e dei costi per la sanità pubblica.

In 5 anni di trattamento con statine, 1 paziente su 67 potrebbe aver sviluppato il diabete e 1 su 10 potrebbe avere danni muscolari (che in alcuni casi possono essere anche permanenti, vedi articolo sugli effetti collaterali delle statine).

Inoltre, le statine non hanno mai dimostrato di prolungare la durata della vita.

Ciò è vero anche quando il rischio di malattie cardiache è alto.

In una meta-analisi di 11 studi randomizzati e controllati del Prof. Kausik Ray e colleghi, le statine non sono state associate ad una significativa riduzione del rischio di morte per tutte le cause. (3)

In quest’altro studio pubblicato sulla rivista PLoS(4), i ricercatori hanno esaminato i risultati pubblicati e non pubblicati degli studi randomizzati sulle statine.

Sono stati presi in considerazione sia i dosaggi standard che quelli più elevati di statine.

Risultato: nessuna differenza, le statine non impediscono eventi cardiovascolari e condizioni associate a trombosi venosa profonda.

Anche qui i ricercatori sono andati a richiedere dei dati inediti riguardanti gli stessi studi che hanno permesso l’approvazione per la messa in commercio delle statine.

Come mai gli studi sulle statine, nel complesso, sono riusciti a dare l’impressione di ridurre le malattie cardiache?

Per un certo verso sembra che i ricercatori abbiano dato più peso ai marcatori, gli indicatori che si ritiene essere correlati alla malattia cardiovascolare.

In realtà esistono modalità abbastanza sofisticate per presentare i dati in modo favorevole, soprattutto quando dietro c’è il finanziamento delle case farmaceutiche, in grado di trovare varie modalità per ingannare medici e pazienti.

La maggior parte degli studi e le argomentazioni sul colesterolo si concentrano sull’importanza di ridurne i livelli, dando per scontato che ciò impedisca attacchi di cuore e ictus.

Come risultato, il livello elevato di colesterolo viene trattato come fosse una malattia a sé, nonostante il fatto che non uccide e molti studi hanno documentato che livelli di colesterolo più bassi sono associati ad alti tassi di mortalità.

Se una casa farmaceutica vuole vendere un farmaco non mette l’attenzione né sulla prevenzione della malattia né sulla guarigione. L’obiettivo è quello di trovare il modo di vendere farmaci.

Pertanto, per vendere statine ci si concentra sul colesterolo. Come risultato si spinge a considerare pericoloso il colesterolo alto.

La paura degli attacchi di cuore è stata trasformata in paura del colesterolo.

Chi ci guadagna

Non è solo il pubblico che è stato convinto, ma un sistema medico troppo facilmente ingannabile dalla pseudo-scienza della Grande Industria Farmaceutica e dei loro tirapiedi interamente posseduti, come le università e le cosiddette agenzie della salute.

Chiunque esca da questi schemi viene punito.

I medici che si pronunciano a dire la verità e cioè che il colesterolo non provoca attacchi di cuore e le statine non offrono alcun beneficio, vengono attaccati dalle agenzie che eseguono gli ordini dell’Industria Farmaceutica.

Chiunque cerchi di fare ricerca onesta non trova alcun tipo di finanziamento.

Le università vomitano qualsiasi pseudo-studio, foraggiate dal denaro delle facinorose case farmaceutiche.

Le scuole mediche insegnano qualunque cosa le case Farmaceutiche dicono loro di insegnare.

La stragrande maggioranza della formazione continua, per i medici, è stata progettata dalle case farmaceutiche, così l’idea che il colesterolo deve essere abbassato con le statine è continuamente rafforzata.

Le agenzie responsabili delle pubblicazioni mediche approvano la scienza della spazzatura per la pubblicazione, perché la maggior parte del denaro proviene dalla pubblicità dei prodotti.

Esistono anche associazioni di beneficenza per promuovere questo schifo.

Praticamente ogni aspetto del sistema medico esiste per servire le inestinguibili case farmaceutiche. Poco importa se i farmaci non fanno nemmeno quello che dicono.

Non importa se fanno danni enormi fintanto che ingrassano le casse delle case farmaceutiche.

E finché le case farmaceutiche sono felici, allora anche tutti quelli che sono cresciuti allattati al suo seno gonfio di denaro sono felici.

Il pubblico? Forse, abbiamo qualche ruolo da svolgere in questa farsa.

Il primo è quello di pagare per tutto questo, sia che lo facciamo attraverso le tasse, le assicurazioni o di tasca nostra. Il fatto è che ogni centesimo va a sostegno delle case farmaceutiche.

E l’altra funzione del pubblico?
E’ stare zitti e prendere la medicina.

Come dimostrano diversi studi, le statine non fanno quello per cui vengono vendute.

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Fonti e riferimenti:

1. Cochrane.org

2. http://www.thennt.com/nnt/statins-for-heart-disease-prevention-without-prior-heart-disease/

3.  http://archinte.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=416105

4. Effect of Statins on Venous Thromboembolic Events: A Meta-analysis of Published and Unpublished Evidence from Randomised Controlled Trials, Rahimi K, Bhala N, Kamphuisen P, Emberson J, Biere-Rafi S, et al. (2012) PLoS Med 9(9): e1001310. doi:10.1371/journal.pmed.1001310

 

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