L’avena (Avena Sativa) è un cereale che appartiene alla famiglia delle Graminaceae (Gramineae o Poaceae), ricco di sostanze nutritive e fibre. Rispetto ad altri cereali si differenzia per un contenuto leggermente più elevato di grassi e per la lavorazione che può mantenere il germe e la crusca in alcuni prodotti finali.
Il chicco di avena sgusciato è una fonte preziosa di minerali, vitamine, polifenoli e fibre. Tuttavia, contiene anche una proteina simile al glutine, che però in genere risulta ben tollerata da celiaci e inolleranti secondo alcuni studi, e una quantità di ossalati medio-alta che potrebbe costituire un problema per coloro che formano calcoli renali ricchi in ossalato.

Proprietà, contenuto e valori nutrizionali dell’avena
Il chicco di questa pianta è un’ottima fonte di minerali, come fosforo, ferro, manganese, magnesio e calcio. Contiene altresì tiamina, meglio conosciuta come vitamina b1 – essenziale per la produzione di bioenergia cellulare – vitamina B5 e una discreta quantità di fibra solubile sottoforma di betaglucani.
A questi ultimi dobbiamo l’effetto ipocolesterolemizzante: con 3 grammi di fibra solubile di avena si può ridurre il colesterolo dall’8 al 23% in individui con ipercolesterolemia e senza effetti collaterali.
Sotto il profilo lipidico, l’avena contiene circa il 20% di grassi saturi e il restante 80% è composto da mono e polinsaturi. Ha un odore fresco, erbaceo, quando è fresca, non lavorata e ben conservata, che però diventa spiacevole e pungente in poche settimane dato che l’avena può irrancidire facilmente, mentre i grassi possono ossidarsi con la lavorazione.
Contiene antiossidanti
L’avena integrale contiene alcuni particolari antiossidanti1 che hanno dimostrato interessanti proprietà e benefici per il nostro organismo:
Avenantramidi – Sono un gruppo di polifenoli con proprietà antinfiammatorie, lenitive e anti-invecchiamento, presenti solo nell’avena, in grado di ridurre l’infiammazione delle arterie e regolare la pressione sanguigna23.
Acido ferulico – È l’antiossidante polifenolico più comune nell’avena e in altri cereali4.
Acido fitico – Si trova perlopiù nella crusca, ma è un composto antiossidante che può compromettere l’assorbimento dello zinco e del ferro5.
Valori nutrizionali
Valori nutrizionali per 100 grammi di avena cruda integrale6:
- Calorie: 379
- Acqua: 10,8 grammi
- Proteine: 13,2 grammi
- Carboidrati: 67,65 g (di cui fibre 10g e zuccheri: 1 g)
- Grassi: 5,3 g
La crusca d’avena che possiamo facilmente trovare sottoforma di alimento o integratore contiene maggiori quantità di proteine e fibre rispetto al cereale sbucciato ed è un’ottima fonte di tiamina, magnesio, fosforo, ferro, zinco, riboflavina e potassio.
Le fibre contenuto nell’avena, rispetto a quelle di altri cereali, riducono l’appetito attraverso un transito digestivo più lento e l’aumento del senso di sazietà7.
Il picco glicemico, se paragonato ad altri cereali, come riso, frumento, farro e kamut, è decisamente inferiore: il suao contenuto medio di carboidrati deriva per circa l’11% dalle fibre e l’85% da amido.
Il contenuto glicemico si può abbassare ulteriormente, come per il riso e le patate, tenendola in frigo una notte, dopo averla cucinata il giorno prima.
Apporto proteico e profilo sicurezza per celiaci e intolleranti
Questo cereale è una buona fonte proteica, pari all’11-17% del peso secco, superando le quantità contenute nella gran parte di altri cereali8 (22Trusted Source).
L’avenalina è una proteina molto simile a quella che si trova nei legumi e rappresenta circa l’80% del contenuto proteico presente nell’avena.
Correlata al glutine del grano, invece, è una proteina minore, l’avenina, che tuttavia è considerata sicura per la maggior parte delle persone che presentano intolleranza al glutine oppure affette da morbo celiaco9.
La crusca proviene dallo strato esterno del chicco. Viene comunemente venduta come alimento o integratore e contiene maggiori quantità di proteine e fibre rispetto all’avena standard. È una buona fonte di tiamina, magnesio, fosforo, ferro, zinco, riboflavina e potassio.
Diverse sperimentazioni cliniche indicano che quantità moderate o addirittura elevate di avena (certificata in purezza) sono tollerabili dalla maggior parte dei celiaci101112.
Per coloro che sono intolleranti al glutine o affetti da celiachia è necessario assicurarsi che l’avena provenga da stabilimenti appositi, che garantiscano l’assenza di tracce di altri cereali.
Avena sativa preserva le funzioni cognitive in situazioni di stress
Alcune sostanze chimiche psicoattive di questo cereale possono supportare le facoltà cognitive. Uno studio ha esaminato l’effetto di un estratto di avena verde sulla cognizione dopo un’integrazione elevata e costante nel tempo.
L’avena riduce il colesterolo e modifica il microbiota intestinale, favorendo un sano pesoforma
ll consumo dei fiocchi, della crusca e della farina di questo cereale può ridurre il colesterolo totale e quello LDL. Inoltre, sembra possedere effetti prebiotici, favorendo l’abbondanza di alcuni preziosi batteri intestinali che si ritiene possano proteggere da malattie metaboliche e dall’obesità in genere.
Tuttavia, la relazione tra lipidi ematici, microbiota intestinale e acidi grassi catena corta richiede ulteriori indagini.
L’avena può ridurre i fattori di rischio cardiovascolare, compresa la glicemia elevata
Alcune evidenze suggeriscono che il consumo di avena può migliorare i biomarcatori correlati al rischio di malattie cardiovascolari (CVD), compresa la riduzione del colesterolo delle lipoproteine a bassa densità (LDL) e il miglioramento del controllo degli zuccheri nel sangue, probabilmente grazie al contenuto di fibre.
Tuttavia, non è chiaro se il contesto in cui l’avena viene consumata influenzi il suo effetto.
Possibili effetti benefici della crusca d’avena nell’ipertensione essenziale
La fibra alimentare solubile viene tipicamente fermentata dal microbiota intestinale, con conseguente produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) che possono svolgere un ruolo nell’abbassare la pressione sanguigna nelle persone affette da ipertensione essenziale in uno stadio iniziale.
Tuttavia, gli studi che hanno esaminato gli effetti del consumo di fibre alimentari sull’ipertensione hanno prodotto risultati deludenti. È possibile che tali risultati siano dipesi da un’assunzione media giornaliera dei partecipanti tendeva a essere significativamente inferiore rispetto alle tradizionali raccomandazioni (25-35 grammi al giorno – OMS).
Inoltre, gli studi precedenti valutavano solo la pressione arteriosa in ufficio o quella auto-riportata, invece della pressione arteriosa ambulatoriale delle 24 ore. Questo studio è stato progettato per superare queste limitazioni.
L’avena può migliorare il controllo glicemico nel diabete gestazionale
Per diabete gestazionale si intende qualsiasi grado di intolleranza al glucosio rilevato in donne in gravidanza senza storia di diabete ed è una delle cause più comuni di complicazioni legate al parto.
L’avena, potenzialmente grazie al contenuto di beta-glucano, è risultata in grado di migliorare il controllo glicemico nei soggetti affetti da diabete di tipo 2, ma può fare altrettando la sola crusca nelle donne con diabete gestazionale?
Fonti e riferimenti scientifici
- Mattila P et al. Contents of phenolic acids, alkyl- and alkenylresorcinols, and avenanthramides in commercial grain products. J Agric Food Chem. 2005
- Liu, Liping et al. “The antiatherogenic potential of oat phenolic compounds.” Atherosclerosis vol. 175,1 2004
- Meydani, Mohsen. “Potential health benefits of avenanthramides of oats.” Nutrition reviews vol. 67,12 2009
- Dziki, Dariusz et al. “Micronized Oat Husk: Particle Size Distribution, Phenolic Acid Profile and Antioxidant Properties.” Materials (Basel, Switzerland) vol. 14,18 5443. 20 Sep. 2021
- Schlemmer, Ulrich et al. “Phytate in foods and significance for humans: food sources, intake, processing, bioavailability, protective role and analysis.” Molecular nutrition & food research vol. 53 Suppl 2 (2009)
- FoodData Central
- Clark MJ, Slavin JL. The effect of fiber on satiety and food intake: a systematic review. J Am Coll Nutr. 2013
- Klose, Christina, and Elke K Arendt. “Proteins in oats; their synthesis and changes during germination: a review.” Critical reviews in food science and nutrition vol. 52,7 (2012)
- Rashid, Mohsin et al. “Consumption of pure oats by individuals with celiac disease: a position statement by the Canadian Celiac Association.” Canadian journal of gastroenterology = Journal canadien de gastroenterologie vol. 21,10 (2007)
- anatuinen, E K et al. “No harm from five year ingestion of oats in coeliac disease.” Gut vol. 50,3 (2002)
- Hoffenberg, E J et al. “A trial of oats in children with newly diagnosed celiac disease.” The Journal of pediatrics vol. 137,3 (2000)
- Real, Ana et al. “Molecular and immunological characterization of gluten proteins isolated from oat cultivars that differ in toxicity for celiac disease.” PloS one vol. 7,12 (2012)