Colesterolo alto: è davvero sempre così pericoloso? Cosa ci dicono gli studi più recenti e i dati sulla sopravvivenza?
In questa sede vedremo il rapporto tra colesterolo e alimentazione, le cause di colesterolo alto e trigliceridi bassi. Attraverso i dati sulla mortalità per colesterolo alto e alcuni nuovi fattori analizzati negli studi, si comprenderà quando è necessario preoccuarsi in caso di ipercolesterolemia familiare e quali esami possono chiarire il rischio cardiovascolare alla luce delle più recenti conferme.
Infine, vedremo i benefici dell’attività sportiva e le principali differenze, in termini di obiettivi, tra farmaci e integrazione funzionale al benessere di cuore e arterie.
Colesterolo e alimentazione
Gran parte del colesterolo presente nel circolo ematico, circa il 75%-80% del totale, deriva dalla sintesi endogena che avviene per metà nel fegato e per il resto nelle ghiandole surrenali, nell’intestino e nelle gonadi1.
Solo il 20-25% del colesterolo deriva dall’alimentazione, soprattutto da alimenti di origine animale2.
Possiamo affermare, quindi, che la maggior parte del colesterolo totale in circolo non dipende da quanto colesterolo viene introdotto con l’alimentazione34. Ma allora, perché troviamo il colesterolo alto nel sangue?
Cosa significa colesterolo alto
Per comprendere cosa significa colesterolo alto, è necessario conoscere cosa stiamo osservando: qual’è la natura del colesterolo, quali sono le sue funzioni organiche e sistemiche che lo rendono essenziale per la sopravvivenza?
Perciò, dopo aver spiegato che cos’è il colesterlo e alcune delle sue funzioni fisiologiche, vedremo il dosaggio ematico, i cui valori massimi e minimi considerati normali, sono stati fissati escludendo di fatto la fisiologia umana, come accade ormai da circa 70 anni.
Che cos’è il colesterolo
Il colesterolo, descritto in modo semplicistico come un grasso, è una sostanza cerosa, idrofobica, insolubile nell’acqua e soprattutto inossidabile. La sua struttura biochimica lo differenzia profondamente da altri grassi, come i trigliceridi e i fosfolipidi56.
È presente in tutte le cellule del corpo, quindi è essenziale per il ricambio cellulare e la formazione di nuove cellule; pensiamo ad esempio alle cellule immunitarie. Può circolare nel sangue all’interno di “navicelle” biologiche, denominate lipoproteine, ed anche all’interno della struttura dei globuli rossi7.
Secondo l’ipotesi più accreditata, un’elevata quantità di lipoproteine LDL farebbe scattare l’infiammazione e l’accumulo di placca nelle arterie8.
Tuttavia, i veri nemici del nostro sistema cardiovascolare, da sempre causa diretta di ictus, infarti e morte precoce, sono:
- trigliceridi elevati9,
- omocisteina alta,
- diabete,
- disturbi autoimmuni,
- alterazione di alcuni fattori della coagulazione – fibrinogeno e fattore VII – come si scoprirà nel corso della lettura.
Dosaggio ematico
Nei laboratori, in genere, le lipoproteine non vengono misurate direttamente nel campione di sangue. Nella maggior parte dei casi viene eseguita una stima10.
Il prelievo non richiede necessariamente il digiuno11 ed è possibile monitorare la colesterolemia anche in farmacia.
Quando leggiamo sul referto
e , ricordiamoci che si tratta di lipoproteine, ovvero i “contenitori biologici” non solo del colesterolo ma anche di altri composti indispensabili alla vita delle cellule di tutto il nostro corpo.Le lipoprotene segnalate sul referto possono viaggiare in direzione delle cellule di tutto l’organismo (LDL) oppure verso il fegato (HDL).
Colesterolo totale
Per colesterolo totale s’intende la somma delle lipoproteine che lo trasportano e il valore di riferimento ritenuto “normale” per adulti e anziani è di 200mg/l.
Ciò che influenza rapidamente la sintesi endogena di colesterolo e i livelli di colesterolo totale è il metabolismo del glucosio. In altre parole, più carboidrati introduciamo più colesterolo endogeno produciamo, mentre l’iperglicemia nel tempo riduce il colesterolo HDL.
Colesterlo LDL alto e valori normali
Secondo le ultime linee guida, le persone con un basso rischio cardiovascolare, ovvero in condizioni metaboliche sane, il colesterolo LDL nel sangue è considerato15:
- alto, se oscilla tra 160/189 mg/dL,
- al limite, se compreso tra 130 e 159 mg/dL,
- sano, quando inferiore a 116 mg/dL.
Le funzioni del colesterolo e l’individuo
Ostinarsi a trattare il colesterolo LDL alto, non significa trattare le cause sottostanti l’ipercolesterolemia, che va considerata sulla base di un “crocevia” biologico, riguardante (1) l’individuo e (2) le funzioni delle lipoproteine:
1. L’INDIVIDUO – Ad esempio: età, sesso, tratti genetici ereditati, livello di stress, suscettibilità del sistema immunitario, stile di vita, eccesso di carboidrati (con glicemia e glicata al limite più alto), sedentarietà, sarcopenia, esposizione a sostanze inquinanti (es. PFAS, PFOA)16, presenza di infiammazione silente che perdura, alterata funzionalità del gene MTHFR e del metabolismo dell’omocisteina.17
2. LE FUNZIONI DELLE LIPOPROTEINE LDL e HDL – Le lipoproteine funzionano come parte dell’attività immunitaria innata, o aspecifica, ci proteggono dalle infezioni che innescano certi residui batterici intestinali, aiutano a controllare le infiammazioni, consentono il funzionamento nervoso e cerebrale, la crescita muscolare, riforniscono le cellule di elementi vitali.
Non dovrebbe stupire che abbassare il colesterolo LDL alto o ridurne l’assorbimento con un farmaco (o un fac simile presente in natura), non può risolvere le cause sottostanti che ne determinano l’aumento, ma solo peggiorarle, soprattutto in virtù del fatto che il colesterolo è una molecola:
Funzioni che necessitano di colesterolo: l’equilibrio ormonale, la sintesi di vitamina D, le funzioni cognitive e visive, la digestione – in particolare la produzione di acidi biliari – il rinnovo cellulare, la trascrizione genica, la sintesi di mielina.
E ancora: la riparazione e la crescita muscolare, la produzione di nuove cellule da parte del sistema immunitario per difenderci da virus, residui batterici, infezioni, tumori; attività biologiche in cui la presenza di sufficienti quantità di colesterolo (LDL – HDL) si è dimostrata cruciale per la sopravvivenza23.
Colesterolo pericoloso quando…
Quando diventa pericoloso il colesterolo alto? Nei soggetti con ipercolesterolemia familiare, i fattori di rischio più importanti sono il fibrinogeno e il fattore di coagualzione VIII.2425
Per il resto, il colesterolo alto ha dimostrato in numerosi studi di allungare la vita, come si leggerà in seguito. Tuttavia, diventa pericoloso quando si dà per scontato che lo sia, dato che i veri problemi poi iniziano con l’uso prolungato dei farmaci che lo abbassano.
Qualche dubbio sulla pericolosità del colesterolo dovrebbe insorgere, osservando i marcatori di insulino-resistenza e i rischi associati: l’elefante nella stanza, che molti professionisti si ostinano ancora a non vedere.
Grazie al Women Health Study (Studio sulla salute delle donne)26, uno studio che ha monitorato più di 28.000 donne per oltre 21 anni, è stato confermato che il fattore chiave per lo sviluppo futuro di aterosclerosi è il diabete tipo 2 e non il colesterolo alto.
Questa immagine riassume i dati raccolti in donne che erano sane all’inizio dello studio, ed è interessante notare che quasi tutte alla fine erano in menopausa.
Inoltre, siccome è stata monitorata anche la dieta, i ricercatori riportano che il consumo di grassi saturi ha ridotto il rischio cardiovascolare.27
Colosterolo alto e carboidrati
Il colesterolo LDL alto è un valore di scarso significato. Ha senso dosare solo alcune specifiche lipoproteine appartenenti alla classe LDL, che sono le sdLDL.
Le particelle sdLDL, pur contenendo meno colesterolo, sono più piccole rispetto alle LDL, come mostra la figura che segue. L’aumento dei livelli di sdLDL rappresenta anche un numero maggiore di particelle aterogene.28
È ormai noto che la sintesi di sdLDL dipende dalle condizioni metaboliche. Per eliminare queste particelle ossidate intervengono alcune cellule del sistema immunitario: i macrofagi.
L’aumento delle sdLDL segnala che i macrofagi non riescono più a inglobarle per distruggerle, tanto da infiammarsi e creare accumuli localizzati29.
Tale fenomeno potrebbe essere stimolato in persone sane dai picchi glicemici frequenti, dall’ omocisteina elevata, dal fruttosio, dagli oli di semi30.
In questi casi appena citati l’ossidazione lipidica promuove, da un lato, il danno all’endotelio che precede la resistenza insulinica, dall’altro favorisce l’accumulo nell’intestino di endotossine batteriche denominate LPS (abbr. di lipopolisaccaridi)31.
Cause di ipercolesterolemia
I livelli di colesterolo LDL possono aumentare in risposta a un maggiore carico di tossine proveniente dall’intestino32.
Dopo qualsiasi intervento chirurgico, anche solo un’estrazione dentale, il colesterolo aumenta. Per contro, l’uso di farmaci ipocolesterolemizzanti, così come bassi livelli di colesterolo, sono associati a un aumento delle infezioni dopo un’operazione chirurgica33.
A seconda della temperatura, potremmo avere il colesterolo alto d’inverno piuttosto che in estate34.
Il colesterolo alto può manifestarsi dopo un’influenza35oppure a causa dello stress, ad esempio per via di un lutto o di un lavoro a turni36, ma in genere quando siamo rilassati, rispettiamo i ritmi circadiani e stiamo bene i valori si stabilizzano allo standard individuale.
Condizioni genetiche
Le situazioni di colesterolo alto sono abbastanza comuni: sono state descritte oltre 300 mutazioni genetiche del recettore LDL collegate a ipercolesterolemia familiare37.
Di recente si è giunti a una conclusione dirimente sul rischio cardiovascolare per coloro che sono geneticamente predisposti a livelli di colesterolo elevato.
Una pubblicazione del 2022, confermando uno studio precedente, stabilisce che gli unici fattori che costituiscono un effettivo rischio cardiovascolare in situazioni di ipercolesterolemia familiare sono il fibrinogeno e il fattore di coagulazione VIII3839.
Se tali parametri sono nella norma, il colesterolo elevato è tipico delle persone longeve, come riportano sempre più studi che hanno indagato l’ipercolesterolemia per cause genetiche e non.
Sono infatti disponibili numerose prove che dimostrano che il colesterolo totale alto e livelli elevati di LDL si associano a una vita più lunga4041.
Un livello congiunturale di colesterolo totale fino a 300 – 350 mg/dl, secondo il parere del cardiochirurgo professor W. Hartenbach42 e di un numeroso gruppo internazionale di medici e ricercatori associati43, non dovrebbero destare alcuna preoccupazione.
Menopausa
La menopausa, come abbiamo visto nello Studio sulla Salute delle Donne durato 24 anni,44 non comporta affatto un aumento del rischio cardiovascolare. Il problema vero è rappresentato dalla glicemia elevata.
È vero che durante la menopausa i livelli di estrogeni diminuiscono. Ciò può incrementare i livelli di colesterolo perché gli estrogeni partecipano alla sua regolazione.
Tuttavia, in questa fase della vita e man mano che si invecchia, il colesterolo alto è fisiologico e aumenta le aspettative di vita, come si scoprirà nei dati sul colesterolo alto in relazione alla mortalità.
Mortalità per colesterolo alto
Una ricerca condotta in tutta Europa, monitorando per oltre un anno 417 pazienti con insufficienza cardiaca cronica, ha rilevato che coloro che avevano un colesterolo totale più alto vivevano più a lungo.
Le possibilità di sopravvivenza aumentavano del 25% per ogni aumento di 1,0 mmol/L (40mg/dL) di colesterolo totale.45
I giapponesi hanno confermato questi risultati con uno studio condotto presso l’Università di Kyushu.
Questo studio ha concluso che la riduzione del livello di colesterolo totale – da 240-259 mg/dl a 160-199 mg/dl – comporta un aumento del tasso di mortalità totale nella popolazione giapponese.46
Lo studio ha coinvolto ben 55.000 persone, uomini e donne di età compresa tra i 35 e i 70 anni. I dati sono riportati in questi due grafici, dove sull’asse delle ascisse sono indicate le cause di morte (Cause of Death), mentre su quella delle ordinate la mortalità (Mortality).
La barra color violetto chiaro corrisponde ai livelli di colesterolo più bassi, dove il tasso di mortalità per qualsiasi causa aumenta di 8 volte rispetto alla mortalità per infarti (CHD= Coronary heart disease, malattia coronarica) e ictus (Stroke).
Colesterolo alto dopo i 65/70 anni
Ricercatori dell’Università di Yale, dopo 4 anni di monitoraggio eseguiti su circa un migliaio di pazienti anziani, hanno rilevato che infarti e decessi si verificavano con la medesima frequenza in tutti i soggetti a prescindere dai livelli di colesterolo47.
È stato segnalato che bassi livelli di colesterolo (meno di 200mg/dl e meno di 176 m/dl) hanno raddoppiato la mortalità negli anziani non dementi e possono essere un surrogato di fragilità o di malattia subclinica. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere queste associazioni48.
E’ nulla la mortalità per malattia cardiovascolare in presenza di elevati livelli di colesterolo. Più alto è il colesterolo totale, minore è il rischio di decesso per tumori e infezioni49.
Il colesterolo elevato, svolge un ruolo protettivo nei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica: può prolungare la vita più dei farmaci50.
Colesterolo alto trigliceridi bassi
Non è molto frequente che le persone abbiano colesterolo alto e trigliceridi bassi, ed è persino possibile che si tratti di un errore dovuto a sovrastima delle LDL.
Dalla letteratura medica si apprende infatti che, in base alle formule di calcolo utilizzate nei laboratori di analisi, se i trigliceridi sono inferiori a 100 mg/dL, i livelli di colesterolo LDL possono risultare leggermente sovrastimati.
In altri termini, mentre i livelli di trigliceridi sono esatti, il colesterolo LDL potrebbe invece essere più basso di quello indicato. Il laboratorio dovrebbe eseguire un’ulteriore analisi5152.
Piuttosto, la combinazione colesterolo HDL elevato – trigliceridi bassi si associa a una riduzione del rischio di infarto 53.
Bassi livelli di trigliceridi in genere vengono segnalati negli studi perché hanno effetti positivi nei sani e nei diabetici 5455, riducendo il rischio di infarti.
Alcuni ricercatori hanno persino scritto che più sono bassi, minore è la probabilità di morire per qualsiasi causa, dopo aver monitorato quasi 14.000 persone per 24 anni. Dai dati pubblicati si evince che livelli inferiori a 89 mg/dL – a fronte di un valore borderline normale di 150 mg/dL – sono stati associati a un rischio di morte inferiore del 41%56.
Tuttavia, in alcune patologie cardiovascolari in stato avanzato, i trigliceridi bassi hanno preannuciato un peggioramento fatale, anche se i meccanismi sottostanti restano da chiarire.
Ad esempio, uno studio del 2013 segnala che tra i pazienti affetti da insufficienza cardiaca coloro che avevano i trigliceridi più bassi – circa 120 mg/dL – erano più esposti a un evento cardiovascolare più grave. Dopo un’ulteriore analisi dei dati, i ricercatori si sono accorti che il rischio di morte è stato maggiore solo nei pazienti di sesso femminile. Bassi livelli di trigliceridi indicavano stadi più avanzati di insufficienza cardiaca 57.
In 2 studi su 1.310 e 863 pazienti con ictus, bassi livelli di trigliceridi sono stati associati a un aumento del rischio di morte e ictus grave 5859.
E ancora, in donne con insufficienza cardiaca e infartuate, bassi livelli di trigliceridi sono stati predittivi di morte, soprattutto in ospedale60 61.
In genere se si è in salute, a prescindere dal peso e dal grasso corporeo, le tante varianti genetiche associate a trigliceridi bassi hanno un effetto protettivo.
Indipendentemente dal livello di obesità, è stato osservato che tra circa 1.000 pazienti affetti da malattie cardiache, coloro che erano metabolicamente più sani presentavano livelli di trigliceridi più bassi dopo i pasti62.
È interessante notare, inoltre, che il ceppo di indiani nativi americani Pima, sebbene obesi e soggetti a diabete, ma con una predisposizione genetica per i trigliceridi bassi, erano meno esposti a malattie cardiovascolari63.
Da un confronto delle analisi del sangue di persone obese e magre, con e senza malattie autoimmuni, è emerso che i trigliceridi bassi si potevano associare allo sviluppo di64:
- disturbo cronico della tiroide,
- lupus,
- artrite reumatoide,
- asma,
- dermatite atopica e altri disturbi autoimmuni.
In queste condizioni, è evidente che aumentare artificialmente i trigliceridi non previene né migliora il disturbo.
Come curare il colesterolo alto
Prendersi cura del colesterolo alto significa trattare le cause sottostanti. La salute cardiovascolare dipende da fattori che debbono essere attenzionati come prima linea di approccio, tra cui ad esempio:
- metabolismo dell’omocisteina,
- fattori della coagulazione,
- processi di rimodellamento dei vasi sanguigni,
- presenza di infiammazione cronica di basso grado (spesso nell’intestino),
- malnutrizione/malassorbimenti,
- funzionalità enzimatica (ad esempio l’enzima MTHFR).
Agire sulle cause
Trattare le cause di colesterolo alto è molto importante perché questa molecola fa parte, tra le sue moltplieci funzioni, delle difese immunitarie innate. Ad esempio, contrasta l’infiammazione, protegge dalla sepsi, promuove la guarigione, la riparazione e la crescita muscolare65, e per consentire tutto ciò il nostro organismo determina quanto colesterolo produrre.
La ricerca medica, già nei primi anni del 1990, ha collegato chiaramente l’aumento dei livelli di lipoproteine LDL e HDL con la necessità fisiologica di controllare l’incremento di elementi infiammatori denominati LPS (Lipopolisaccaridi) – tossine prodotte da alcuni batteri intestinali – evitando in tal modo l’attivazione diretta del sistema immunitario66.
Attività immunitaria aspecifica del colesterolo
LPS sono delle endotossine costituite di grassi e zuccheri che si staccano dal foglietto lipidico della membrana esterna dei batteri Gram-negativi.
Le lipoproteine, soprattutto le HDL, impediscono la diffusione nell’organismo di LPS, inglobandole. Nel fegato invece sono i recettori delle LDL (purtroppo distrutti dagli anticorpi monoclonali, i nuovi farmaci contro il colesterolo) che catturano i pericolosi LPS.
Uno screening mirato del microbiota rivela la presenza di batteri patogeni in eccesso, il grado di infiammazione, disbiosi e permeabilità intestinale.
Ridurre infiammazione e ossidazione
Gli stati infiammatori cronici aumentano la produzione di radicali liberi, spesso superando le capacità endogene di neutralizzarli. Ciò incrementa le specie reattive dell’ossigeno (ROS) che attaccano i lipidi contenuti nelle LDL ossidandoli.
Si è scoperto di recente che l’infiammazione incrementa la formazione di particelle denominate “sdLDL-C” che sta per small dense Low Density Lipoprotein Cholesterol, piccole dense lipoproteine a bassa densità di colesterolo.
Sono stati proposti diversi meccanismi per spiegare la maggiore aterogenicità delle sdLDL rispetto alle LDL:
- una minore affinità per il recettore delle LDL;
- un maggiore grado di penetrazione nella parete arteriosa;
- una maggiore interazione con i componenti della matrice extracellulare (maggiore ritenzione arteriosa dovuta al legame con i proteoglicani) e una maggiore sensibilità all’ossidazione.
Fare attività sportiva
L’allenamento ai pesi per aumentare la massa muscolare può ridurre il colesterolo di quasi il 30%68.
Il colesterolo alto si riduce con l’attività fisica, anche perché è fondamentale per il mantenimento e la costruzione di massa muscolare.
In uno studio pubblicato nel 200769 sono state coinvolte 49 persone al fine di completare un allenamento di forza di 12 settimane insieme a un programma nutrizionale.
Risultato: più colesterolo consumavano, più muscoli guadagnavano.
Un altro gruppo di ricercatori ha confrontato una dieta ad alto (~800 mg/d) e a basso (< 200 mg/d) contenuto di colesterolo in giovani adulti sani70.
A distanza di 22 ore dopo un intenso esercizio di resistenza, il gruppo che consumava più colesterolo aveva un tasso di sintesi proteica miofibrillare quasi 3 volte superiore rispetto coloro che invece ne avevano consumato di meno.
Conclusioni: i risultati suggeriscono che una dieta ad alto contenuto di colesterolo è benefica per la crescita muscolare.
Farmaci per il colesterolo alto: tra rischi e benefici
I farmaci prendono di mira soprattutto le lipoproteine LDL. Tuttavia, abbiamo già visto che il colesterolo non viaggia mai da solo. All’interno delle lipoproteine LDL e HDL vi sono le vitamine liposolubili, tra cui la vitamina K.
Le statine, il riso rosso e altre molecole utilizzate per ridurre i livelli di lipoproteine LDL, riducono il funzionamento della vitamina K2, disturbando un’importante fattore di protezione vascolare.
La vitamina K2 protegge le arterie dai depositi di calcio, in particolare attivando le proteine dipendenti dalla vitamina K coinvolte in questa funzione71.
Inoltre, le tanto temute lipoproteine LDL, bersaglio dei farmaci, non sono affatto le maggiori responsabili della presenza di colesterolo libero all’interno delle lesioni aterosclerotiche.
E non esite un farmaco per abbassare le lipoproteine più pericolose, le sdLDL, sulle quali funziona invece lo stile alimentare e la riduzione degli stati infiammatori.
Non a caso, è stato ben documentato che tutti i farmaci anti-colesterolo hanno fallito nella prevenzione di infarti e ictus. Una revisione del 2022 sottolinea la riduzione percentuale irrisoria del rischio cardiovascolare e della mortalità72
Dieta per colesterolo alto e integratori
La dieta per il colesterolo alto deve prevedere la riduzione dei carboidrati. La restrizione glucidica, infatti, modifica quelle particelle denominate sdLDL – più piccole e dense – appartenenti alla categoria del colesterolo LDL, rendendole più grandi e meno aterogene, migliorando in un breve lasso di tempo la qualità del profilo lipidico7374.
Il contenuto di carboidrati nella dieta stimola direttamente la biosintesi endogena di colesterolo, attraverso l’azione dell’insulina. Approfondimento.
Secondo il professor David Bell, dell’Università di Birmingham, esiste una forte correlazione tra elevati livelli glicemici dopo i pasti, sviluppo di anomalie lipidiche (elevati livelli di trigliceridi/colesterolo) e complicazioni vascolari75.
Alcuni ricercatori hanno descritto in che modo viene stimolata la sintesi di colesterolo attraverso l’insulina e il glucosio. E soprattutto, hanno chiarito i meccanismi con cui l’uso prolungato di farmaci anti-colesterolo, in particolare le statine, innesca e aggrava l’iperglicemia e la resistenza insulinica, instaurando gradualmente un circolo vizioso destinato a peggiorare il quadro clinico complessivo76.
Colesterolo 250, 300 cosa fare
L’attività fisica e un’alimentazione a basso tenore di carboidrati, per i motivi che abbiamo appena visto, sono un primo step per regolare i livelli di colesterolo.
I farmaci per ridurre il colessterolo alto, non trattano le cause sottostanti, ma si limitano a svolgere un’azione “inibente”, come già sottolineato. Gli integratori per il colesterolo alto spesso tentano di replicare l’obiettivo dei farmaci.
Una integrazione funzionale studiata per sostenere il metabolismo cellulare può invece fornire sostegno ai vasi sanguigni e nel contempo favorire la “trasformazione” del colesterolo, ad esempio in ormoni e acidi biliari, che avviene in specifiche vie metaboliche.
Possiamo affermare che l’azione dei farmaci che riducono il colesterolo alto si concentra perlopiù sul “contenuto” anziché occuparsi delle condizioni del “contenitore”, ovvero dei vasi sanguigni.
Questa immagine esemplifica la differenza tra obiettivi farmacologici e una sinergia di nutraceutici selezionati.
I principali obiettivi biochimici di una integrazione funzionale al metabolismo delle cellule dovrebbe puntare al miglioramento:
- del metabolismo del colesterolo, cioè favorire la trasformazione nei suoi derivati,
- della stabilità della matrice extracellulare, ricambio cellulare, rimodellamento dei vasi sanguigni,
- del metabolismo dell’omocisteina e funzionalità dell’enzima MTHFR,
- della risposta infiammatoria,
- delle capacità dell’organismo di ridurre lo stress ossidativo.
Integratori per colesterolo e triglicerici
Questo elenco di composti non è affatto esaustivo e le singole sostanze non coprono tutti gli obiettivi appena elencati, anche se possono rappresentare un buon punto di partenza da valutare con l’aiuto del vostro professionista di fiducia.
Consumare regolarmente del pesce e integrare l’alimentazione con acidi grassi Omega-3 riduce in modo significativo il rischio cardiovascolare.7778
Tra gli alimenti più ricchi di acidi grassi omega-3 troviamo: il merluzzo, il melù o pesce molo, la sarda, il tonno, le acciughe, lo sgombro e il salmone.
Ma in particolare gli acidi grassi omega-3 possono ridurre il rischio di infarto del miocardio e morte improvvisa per infarto79.
Alcuni autori hanno evidenziato che gli omega-3 sono un’opzione efficace, sicura e pressoché priva di effetti collaterali, rispetto all’utilizzo di farmaci che abbassano il colesterolo.80.
È bene prestare attenzione alla scelta di un integratore a base di acidi grassi Omega-3 o di olio di pesce perché la qualità si riflette poi sull’efficacia delle sue funzioni biologiche.
Gli omega-3 influenzano in modo positivo molteplici funzioni, tra cui:
- il metabolismo lipidico (trigliceridi e colesterolo),
- le cellule della muscolatura liscia presente nelle pareti vascolari e in altre zone del corpo,
- la funzione elettrica nel miocardio,
- l’aggregazione piastrinica,
- l’espressione genica,
- la risposta immunitaria e regolazione TH1 – TH2,
- le funzioni cognitive.
L’integrazione di omega-3 migliora anche la capacità di apprendimento dei soggetti in età scolare81.
Alcuni autori hanno evidenziato la carenza di Vitamina C, tra le possibili cause, anche se in realtà il problema è più complesso.
Secondo una ricerca pubblicata nel 201582, il colesterolo elevato nel sangue potrebbe causare depositi cardiovascolari solo quando le pareti dei vasi sanguigni perdono la loro integrità e si indeboliscono.
Con un esperimento, i ricercatori dimostrano come l’assunzione sub-ottimale cronica di vitamina C e la sua completa deplezione (scorbuto) abbiano coinciso con l’accumulo di lipoproteina (a) nella parete vascolare e lo sviluppo della lesione aterosclerotica.
L’indebolimento della struttura della parete arteriosa farebbe dunque scattare la necessità di una riparazione biologica.
Il limite di questo studio è che considera solo il modello animale.
Tutti gli animali, con poche eccezioni, producono grandi quantità di vitamina C (2-20 grammi / giorno).
Gli esseri umani hanno perso la capacità di sintesi endogena della vitamina C. Le quantità presenti negli alimenti potrebbero talvolta non bastare per garantire una salute vascolare ottimale, anche perché la vitamina C entra in numerose reazioni enzimatiche, comprese quelle coinvolte nelle risposte allo stress.
La Vitamina C da sola non basta
I depositi aterosclerotici sono caratterizzati da disfunzione della parete vascolare, aumento delle lacune vascolari endoteliali e conseguente infiltrazione di molecole biologiche di riparazione, come la Lp(a) e lipoproteine LDL (Low Density Lipoproteins).
La deprivazione della sintesi endogena di vitamina C negli animali causa spontaneamente aterosclerosi e aumento della deposizione di Lp(a) 83
L’immagine sovrastante evidenza la differenza tra lipoproteine. La Lp(a) è una lipoproteina appartenente alla famiglia delle LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo, ma la struttura che la circonda, evidenziata in verde, la rende particolarmente adesiva.
La Lp(a) è stata identificata come il maggior trasportatore di colesterolo nelle placche delle arterie degli esseri umani. I farmaci e le sostanze che abbassano il colesterolo, ovvero statine, riso rosso fermentato, monacolina, non hanno effetto sulla Lp(a)84.
Al contrario, recenti studi documentano che le statine possono aumentare la Lp(a), pur riducendo le LDL85.
Le nuove terapie a base di anticorpi monoclonali (evolocumab) non hanno prove sufficienti sulla riduzione della mortalità e del rischio cardiovascolare8687.
La carenza di vitamina C nell’essere umano in condizioni normali è solo un tassello della prevenzione cardiovascolare.
La cisteina ad esempio è un aminoacido cruciale per la formazione di glutatione, un potente antiossidante endogeno insostituibile. Dopo i 50 anni il corpo non riesce a gestire lo stress ossidativo a causa della progressiva diminuzione delle scorte di cisteina.
La correlazione tra esigue scorte di cisteina, stress ossidativo e vecchiaia è talmente stretta che alcuni ricercatori88 hanno persino definito la vecchiaia come una “sindrome da carenza di cisteina”.
Oltre alla cisteina, meglio se disponibile sotto forma di N-Acetilcisteina, altri nutrienti (vitamine del gruppo B, vitamina D, acidi grassi omega-3, rame, lisina, ecc.) partecipano alle reazioni biochimiche che stimolano/regolano:
- la metilazione,
- la produzione di SAM-e,
- l’omocisteina,
- la trasformazione del colesterolo nei suoi derivati,
- la produzione di energia,
- la stabilità della membrana cellulare.
L’alterazione di questi processi costituisce una minaccia per tutto l’organismo, nonché per le strutture dei vasi sanguigni, e può mettere in crisi in breve tempo la salute cardiovascolare.
In particolare, si indebolisce il tessuto connettivo ovvero la struttura base del nostro corpo, di tutti i suoi organi e sistemi, compreso quello cardiovacolare.
La debolezza strutturale del tessuto connettivo si manifesta dapprima nelle zone particolarmente soggette ad usura. Ad esempio: nei dischi intervertebrali, nelle ginocchia e in quei punti dei vasi sanguigni più esposti a stress meccanico cardiaco – ad esempio arterie coronarie e carotidi.
La deposizione di lipoproteine, soprattutto lipoproteina (a), funziona come un fattore biologico di riparazione e rinforzo del tessuto, almeno inizialmente, per evitare una possibile spaccatura del vaso.
Secondo questa nuova ipotesi, il colesterolo alto nel sangue potrebbe essere una conseguenza, e non la causa, della malattia cardiovascolare.
A chi rivolgersi per colesterolo alto
La maggior parte dei medici prescrive farmaci a base di statine, riso rosso e altre sostanze con l’unico scopo di ridurre il colesterolo alto. Eppure, la più recente letteratura rivela che l’aumento dei livelli di colesterolo molto spesso dipende dal grado di infiammazione.
Se il tuo corpo è infiammato, i livelli di colesterolo aumentano per consentire all’organismo di produrre nuove cellule e riparare i danni. La mia consulenza naturopatica online si propone di:
- indagare le origini delle infiammazioni che nel tuo caso specifico favoriscono il colesterolo alto e le malattie cardiache;
- sottoporre all’attenzione del tuo medico curante un approccio olistico adatto a te;
- ricercare e analizzare all’occorrenza studi e ricerche scientifiche in grado di far luce sui rimedi più adatti alla tua situazione.
Il punto di forza della consulenza naturopatica è l’approccio al benessere dell’individuo nella sua interezza. Sempre più persone infatti intuiscono che la ricerca di equilibrio e salute deve necessariamente considerare le interconnessioni corpo-mente, ambiente e stile di vita.
Con il mio supporto potrai ottenere risultati quantificabili e ricevere informazioni aggiornate che potrai condividere con il tuo medico di fiducia.
In sintesi
Considerati gli studi citati, è plausibile che la qualità del colesterolo sia un indicatore molto più accurato di rischio cardiovascolare rispetto alla quantità.
Abbiamo visto che anche quando i valori di colesterolo LDL – HDL e totale sono normali, l’eccesso di sotto-frazioni di LDL più piccole e dense e la Lipoproteina (a) costituiscono un serio fattore di rischio cardiovascolare.
Non esiste nessun farmaco in grado di prevenire e ridurre questi due importanti fattori di rischio8990.
Perciò, invece di concentrarsi sulla colesterolemia, una strategia preventiva adeguata dovrebbe puntare a:
- ricercare le cause e agire in modo mirato e tempestivo;
- sostenere e preservare il metabolismo e le funzioni dell’endotelio, delle cellule muscolari lisce dei vasi arteriosi, favorendo una corretta l’elesticità;
- mantenere lo stress ossidativo nei limiti;
- favorire, attraverso l’alimentazione, la formazione di lipoproteine più grandi e meno aterogene anziché puntare a ridurle.