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Virus influenzale: come sostenere le difese immunitarie

Il virus influenzale colpisce ogni anno circa il 20% della popolazione mondiale. Si tratta per lo più di una infezione benigna che tuttavia può diventare pericolosa grazie ai farmaci più comunemente utilizzati.

Inoltre, l’influenza può rappresentare un problema grave per anziani e per le persone con un sistema immunitario compromesso da altre patologie.

Annualmente in tutto il mondo si stimano dai 250.000 a 500.000 morti a causa dell’influenza1, ma i numeri della tubercolosi (dati WHO) superano i 40 milioni di casi all’anno, con 4400 morti al giorno, nel mondo (rif. PubMed). Dati da tenere bene a mente per confrontarli con i numeri dell’emergenza più in voga a livello planetario: siamo sicuri che si tratti davvero di una pandemia? E ora parliamo di virus.

Quanto a lungo sopravvive il virus influenzale fuori dal corpo?

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Il virus influenzale si diffonde facilmente attraverso l’aria o per contatto diretto. Per sopravvivere e moltiplicarsi necessita di cellule viventi indebolite che lo ospitino, diversamente viene sistematicamente distrutto in pochi minuti o secondi a seconda della temperatura e dell’umidità.

Secondo un’analisi di 22 studi la famiglia di virus del coronavirus, posto che si trovi a temperatura ambiente e con qualche cellula vivente, potrebbe sopravvivere dai 4 ai 9 giorni su materiali come l’alluminio, il legno, la carta, la plastica e il vetro2.

Nella maggior parte dei casi alcune semplici abitudini possono essere considerati mezzi di prevenzione abbastanza efficaci. Ad esempio: ridurre lo stress, lavarsi le mani, un’alimentazione molto ricca di verdura e frutta, integrazione di vitamina D.

Un rimedio molto noto contro l’influenza, corredato da quasi un secolo di ricerca medica, è l’integrazione di vitamina C, la cui somministrazione può essere orale (3/6 grammi al dì distribuiti durante il giorno) ma anche parenterale con dosaggi molto elevati (10/70 g al dì) a seconda del protocollo medico.

Ad esempio, il governo di Shanghai in Cina ha annunciato in via ufficiale che COVID-19 (coronavirus) dovrebbe essere trattato con elevate quantità di vitamina C per via endovenosa3.

Potenziare la Vitamina C per ridurre attività virale

L’integrazione orale della vitamina C pura ha una limitata attività antivirale e, a lungo andare, può creare problemi di tolleranza gastrica e intestinale.

Tuttavia, è possibile migliorare notevolmente la tolleranza e l’efficacia dell’assunzione orale di vitamina C, associandola a particolari sostanze nutraceutiche. Vediamo perché.

Uno studio3 ha confrontato l’attività antivirale della sola vitamina C e quella di una miscela di micronutrienti specifici contenente vitamina C.

Si è scoperto che la sola vitamina C riduce l’attività del virus influenzale del 20%, mentre la vitamina C associata ad altri nutraceutici riduce l’attività virale dell’87%4.

Il mix di nutraceutici oggetto di studio è composto da vitamina C, lisina, cisteina, glicina e altri micronutrienti tra cui prolina, estratto di tè verde e N-acetilcisteina.

In particolare, dai test effettuati si evince che la combinazione di micronutrienti ostacolerebbe molteplici meccanismi dell’infezione da virus influenzale e nel contempo agirebbe per sostenere le difese immunitarie, aumentando la produzione endogena di glutatione, un potente antiossidante e detossinante prodotto dal nostro corpo.

Un tessuto connettivo forte contrasta il virus influenzale

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Sembra che dalle prime autopsie sulle persone decedute a seguito alla polmonite avviata da COVID-19, sia possibile ravvisare i segni di una “connettivite”: in pratica il virus aggredisce i tessuti connettivi delle arterie dei polmoni e del cuore dove può instaurarsi una pericardite.

Già macroscopicamente i polmoni appaiono “spotty”, con aree iperemico/emorragiche alternate ad aree rosee. Istologicamente, alcune aree sono gravemente enfisematose, con vasi sanguigni enormemente dilatati (fino a 20 volte la norma) spesso repleti di microtrombi. In molti casi è evidente un danno alveolare diffuso (DAD), con desquamazione dei pneumociti, formazione di membrane ialine e di un essudato fibrotico (come nell’ARDS). Appare come una sindrome ad alta portata, con epatomegalia e vasi portali dilatati con trombosi diffuse a tutti i livelli.

La notizia è trapelata da un gruppo fb per soli medici, ma il post è stato condiviso esternamente e si può trovare qui. Ciò spiegherebbe perché alte dosi per endovena di vitamina C avrebbero funzionato nelle fasi iniziali della malattia.

Conferma che il Covid-19 colpisce le arterie già in sofferenza

Nei pazienti deceduti a seguito infezione da COVID-2019 vi è un’elevata percentuale di ipertesi (scarica PDF ISS) :

Patologie-preesistenti-deceduti-covid-19

Virus influenzale come si propaga e come rinforzare difese immunitarieIl tessuto connettivo, o interstizio, svolge molteplici funzioni, tra cui:

  • trasporto di vitamine, minerali, energia, proteine, acqua, ossigeno e altre sostanze;
  • protezione da virus, batteri e contaminanti;
  • immunità (globuli bianchi, pelle, tessuto cicatriziale);
  • supporto strutturale (tendini, legamenti, ossa, cartilagine);
  • isolamento termico (adipociti / grasso);

Una miscela di micronutrienti, sapientemente costruita sulla base del funzionamento biochimico del corpo umano, può svolgere un ruolo notevole per contrastare il virus influenzale, in particolare:

  • inibire la moltiplicazione del virus influenzale fino all‘82%4
  • ridurre l’infezione di nuove cellule del 70%4;
  • prevenire la digestione del tessuto connettivo, la barriera naturale contro la diffusione del virus infuenzale4.

Un tessuto connettivo debole favorisce la propagazione del virus nel corpo.

Farmaci che indeboliscono tessuto connettivo e difese immunitarie

Il tessuto connettivo, pilastro del sistema immunitario, può essere indebolito dall’uso di molti farmaci, tra questi:
farmaci a base di cortisone, dalle statine, e dai FANS (acronimo di farmaci antiinfiammatori non steroidei) 5.

I FANS si suddividono in:

  • Salicilati (come acido acetilsalicilico – es: Aspirina, Vivin C, Aspegic)
  • Arilacetici (come diclofenac – es: Voltaren; ketorolac – es: Toradol)
  • Arilpropionici (come ibuprofene – es: Moment – Momentact – Buscofen, Brufen; ketoprofene – es: Oki; naprossene – es: Momendol; flurbiprofene – es: Froben)
  • Arilsulfonammidi (come nimesulide – es: Aulin, Nimedex, Ledoren, Remov)
  • FANS COX-2 selettivi (come celecoxib – es: Celebrex; etoricoxib – es: Arcoxia)
  • Enzimi proteolitici
  • dexketoprofene in unione con tramadolo cloridato.

L’acido acetilsalicilico e gli altri FANS possono indurre crisi respiratorie e attacchi d’asma, rinite, angioedema.

Nei soggetti con asma e/o rinite (con o senza poliposi nasale) e/o orticaria le reazioni possono essere più frequenti e gravi.

Per coloro che hanno superato i 75 anni aumenta il rischio di effetti indesiderati gravi.

Alcuni antibiotici come i fluorochinoni indeboliscono a tal punto il tessuto connettivo da causare rottura dei tendini6.

I farmaci antipertensivi calcio antagonisti, in particolare la nifedipina, causano una significativa riduzione della produzione di collagene7.

Secondo uno studio apparso su Nature, il virus Covid-19 si aggancia ai recettori ACE2 (quelli dell’enzima di conversione dell’angiotensina) particolarmente espressi a livello polmonare.

L’assunzione di antipertensivi della classe degli ACE-inibitori può favorire la trasformazione del virus da innocuo raffreddore a polmonite interstiziale10.

E’ stato identificato un aumento statisticamente significativo del rischio di infezione da virus respiratorio non influenzale in bambini che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale inattivato8.

Nutraceutici per rinforzare le difese immunitarie contro il virus influenzale

La combinazione di nutraceutici, selezionati per rinforzare il tessuto connettivo e le difese immunitarie, si è dimostrata efficace applicata prima, durante e anche dopo l’infezione da virus influenzale 9.

Vitamina C, Lisina e Prolina sono fondamentali per formare collagene, che dona stabilità e resistenza al tessuto connettivo.

Gli estratti di tè verde e cavolobroccolo proteggono le cellule, Resveratrolo, Curcuma e Procianidine oligomeriche agiscono contro i radicali liberi, Selenio, N-Acetil-Cisteina, Glicina, Arginina e Manganese supportano il sistema immunitario e i processi di detossificazione, sostenendo la produzione endogena di Glutatione.

Per coloro che assumono farmaci e subiscono elevati livelli di stress può essere di particolare rilevanza l’integrazione nutrizionale, purché attentamente studiata per sostenere le naturali funzioni del sistema immunitario, del tessuto connettivo e le naturali attività di detossificazione dell’organismo, possibilmente (dato non trascurabile) senza zuccheri aggiunti e altre sostanze “riempitive”.

A volte la farmacia sotto casa potrebbe aiutarti a comporre il tuo personale integratore. Per ulteriori informazioni puoi  mandare un messaggio al 329 019 43 73 e sarai richiamato.

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Riferimenti

1. WHO, Seasonal Influenza Fact Sheet
2. The Journal of Hospital Infection
3. Orthomolecular.org
4. RJ. Jariwalla, et al., Biofactors, 31(1), (2007) 1-15 PubMed
5. Mor A, et al., Semin Arthritis Rheum. 2008 PubMed
6. Nature
7. Ivanov V, et al., Am J Cardiovasc Dis 2016:6(2):26-35 PubMed
8. Benjamin J. Cowling, et al. Clin Infect Dis. 2012 PubMed
9. PG Deryabin, et al., Biofactors 2008, 33(2): 85-97 PubMed
10. NATURE REVIEWS Cardiology

3 Risposte a “Virus influenzale: come sostenere le difese immunitarie

  • Grazie Miranda

  • Filippo Ingrassia
    4 anni fa

    Spett. Come migliorare
    Gent.ma Monica, buonasera
    Ho letto l’articolo, anzi vari articoli; grazie mille!
    Cordiali saluti e auguri – Sig. Filippo Ingrassia

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