L’anemia è un disturbo del sangue che può presentarsi in vari modi: globuli rossi anomali, in quantità inferiori alla norma oppure il loro contenuto di emoglobina è insufficiente. Come vedremo, sia le cause che i sintomi di anemia presentano molteplici sfaccettature che ne complicano la diagnosi e la cura.

Le condizioni di salute che possono sfociare in uno stato anemico sono davvero numerose, tanto che l’anemia e la carenza di ferro riguardano quasi un quarto della popolazione mondiale, di cui quasi la metà, circa il 47%, sono bambini in età prescolare, mentre per il resto, la fascia più colpita è quella delle donne non in gravidanza[1].
Anemia: non solo carenza di ferro
Anemia non è solo carenza di ferro, ma uno dei suoi tanti aspetti; se la causa non viene identificata, diagnosi e rimedi risulteranno inappropriati[2].
L’emoglobina contenuta nei globuli rossi (eritrociti) trasporta ossigeno alle cellule dei vari tessuti del corpo, laddove si ricarica di anidride carbonica che poi rilascia nei principali organi emuntori, i polmoni e i reni.
Si parla di anemia da carenza di ferro, detta anche anemia marziale o sideropenica (dal latino sìderos = ferro e penìa = povertà), quando nell’organismo c’è meno disponibilità di ferro, il minerale indispensabile alla formazione di emoglobina nei globuli rossi.
La carenza di ferro riduce la sintesi di emoglobina e di eritrociti, a spese della quantità di ossigeno che serve ai mitocondri (le centraline energetiche della cellula) per il .

Spesso l’anemia sideropenica è caratterizzata anche da microcitosi e ipocromia, cioè da globuli rossi più piccoli del normale e con un ridotto contenuto di emoglobina. La deplezione di ferro riduce altresì la capacità ossidativa del muscolo diminuendo il contenuto mitocondriale di citocromi e di altri enzimi ferro-dipendenti necessari per il trasporto di elettroni e per la sintesi di ATP[3].
Sintomi da carenza di ferro
I sintomi sono perlopiù il risultato di un apporto insufficiente di ossigeno e di una scarsa funzionalità degli enzimi ferro-dipendenti. In tali condizioni, l’ossigenazione e l’eliminazione delle scorie compromettono le funzioni cellulari, dando origine a sintomi di vario genere, talvolta apparentemente scollegati e incomprensibili[4].
- Stanchezza e debolezza,
- scarsa attenzione e memoria, ridotta produttività lavorativa,
- lingua irritata e indolenzita,
- mani e piedi freddi,
- cattive condizioni della pelle, delle unghie e dei capelli, compresa la perdita di capelli,
- crepe o piaghe agli angoli della bocca,
- infezioni frequenti e ferite che guariscono lentamente,
- fiato corto,
- vertigini o giramenti di testa,
- pallore,
- mal di testa,
- scarso appetito, soprattutto nei neonati e nei bambini con anemia da carenza di ferro,
- sintomi da intossicazione da piombo e mercurio e da eccessso di rame,
- sindrome delle gambe senza riposo,
- disturbi cognitivi e del comportamento, voglia insolita di cose strane: ghiaccio, sporcizia o amido (picacismo)[5].
È risaputo che, se non viene affrontata, l’anemia può provocare disturbi cognitivi permanenti e ritardi nello sviluppo fisico. In genere, la soluzione più semplice è l’integrazione di ferro. Tuttavia, se la carenza di questo minerale non è la radice del problema, si può rischiare un sovraccarico di ferro.
Pertanto, è estremamente importante indagare le origini di ciascun caso di anemia[6][7].
Esami del sangue per anemia
La diagnosi di anemia e l’identificazione della causa talvolta rappresentano una vera e propria sfida al fine di predisporre un trattamento appropriato ed efficace.
Di norma, per verificare la presenza di anemia sideropenica serve il dosaggio della ferritina, del ferro sierico, della capacità totale di legare il ferro e dei livelli di MCV (volume corpuscolare medio)[8].
Il seguente elenco di esami può contribuire a una miglior comprensione del metabolismo del ferro.

Domande frequenti su anemia e carenza di ferro
Quanti tipi di anemia esistono e quali sono i più frequenti?
Anemia microcitica – È il tipo di anemia più comune in tutto il mondo. È caratterizzata da globuli rossi piccoli, spesso ipocromici (pallidi). Un esempio di anemia microcitica è l’anemia mediterranea (beta-talassemia). La causa è un deficit di ferro nella dieta o il suo mancato assorbimento[12].
Anemia sideroblastica – L’emoglobina non riesce a incorporare il ferro all’interno dei globuli rossi, disturbandone lo sviluppo. Si formano dei precursori degli eritrociti anomali: i sideroblasti. Inoltre, gli eritrociti possono risultare ipocromici e più piccoli. Le cause possono essere molteplici, tra cui una possibile carenza di vitamina B6 o un’alterazione del suo metabolismo.
Anemia megaloblastica – Nel ciclo di maturazione dei globuli rossi, i megaloblasti sono dei precursori anomali. Questo tipo di anemia fa parte delle anemia macrocitiche, ed è caratterizzato da globuli rossi più grandi del normale e da alterazioni cellulari a livello del midollo osseo. Le cause più frequenti di megaloblastosi e più in generale di anemia macrocitica sono una carenza o un utilizzo difettoso della vitamina B12 o dei folati. Alcune mutazioni genetiche, come l’MTHFR ad esempio, impediscono la corretta elaborazione di queste vitamine. Da ciò può derivare anche l’anemia perniciosa, cioè da carenza vitaminica[13].
Anemia come conseguenza di malattie croniche – Il cancro, l’HIV/AIDS, l’artrite reumatoide, le malattie renali, il morbo di Crohn e altre malattie infiammatorie croniche, possono essere causa di anemia.
Anemia aplastica – Questo tipo di anemia è rara ed é pericolosa per la vita. Il corpo non produce abbastanza globuli rossi. Le cause dell’anemia aplastica includono infezioni, farmaci, malattie autoimmuni ed esposizione a sostanze chimiche tossiche.
Anemie associate a problemi del midollo osseo – Una serie di malattie, come la leucemia e la mielofibrosi, possono causare anemia poiché influenzano l’attività del midollo osseo, talvolta in modo grave.
Anemie emolitiche – Questo gruppo di anemie si sviluppa quando i globuli rossi vengono distrutti più velocemente di quanto il midollo osseo riesce a produrre. Può essere anche ereditaria. In genere dipende da un problema di autoimmunità.
Anemia falciforme – Si tratta di una condizione ereditaria, talvolta grave, ed è un’anemia emolitica. È causata da una forma difettosa di emoglobina che costringe i globuli rossi ad assumere una forma anomala a mezzaluna (falce). Queste cellule irregolari muoiono prematuramente, causando una carenza cronica di globuli rossi.
Altre anemie – Esistono diverse altre forme di anemia, tra cui la talassemia, una forma di anemia ereditaria che disturba la sintesi di emoglobina e l’anemia malarica, una manifestazione comune in tutti i tipi di malaria.
Quali fattori influenzano l’assorbimento e la ritenzione del ferro?
Il fattore più importante è il livello di ferro presente nell’organismo in un dato momento. Un livello di ferro basso ne aumenta l’assorbimento, mentre un livello di ferro alto lo diminuisce. In generale, dagli alimenti si assorbe il 10-15% del ferro.
Gli alimenti vegetali forniscono solo ferro non eme (detto anche ferro non emico). Nei prodotti di origine animale invece si trova anche il ferro eme (o ferro emico), perché è quello che si lega all’emoglobina, e quindi molto più biodisponibile rispetto a quello di provenienza vegetale.
L’eme è un complesso chimico membro di una famiglia di composti chiamati porfirine che, tra le varie funzioni, sono anche responsabili del colore del sangue e delle piante.
L’assorbimento del ferro non eme migliora grazie all’integrazione di vitamina C (+85%), mentre peggiora con l’assunzione di alcuni alimenti e bevande di origine vegetale.
Sostanze che ostacolano l’assorbimento del ferro
I composti polifenolici presenti nel caffè, nel tè nero e nelle tisane possono inibire notevolmente l’assorbimento del ferro non eme[14]. Questo effetto può essere ridotto dalla presenza di vitamina C[15].
Se si assumono integratori di calcio è bene prenderli la sera e mai durante i pasti, in quanto il calcio interferisce con l’assorbimento del ferro eme e non eme[16].
Prodotti a base di soia (le proteine), alimenti ad alto contenuto di fibre e fitati, come i cereali e la crusca ad esempio, possono ostacolare l’assorbimento del ferro[17].
Fonti
O.D.S. Fact Sheet: Iron
Hallberg 1982 Human Nutrition Applied Nutrition PubMed
Richard F. Hurrell et al. 1999 BJN British Journal of Nutrition (1999)
N.L.M. Fact Sheet on Taking Iron Supplements
Quando si rischia un sovraccarico di ferro?
Il rischio di sideremia elevata aumenta con l’età, quando il ferro tende ad accumularsi in diversi organi, tra cui cervello, fegato, pancreas e cuore.
Invecchiando l’escrezione di ferro può diventare sempre meno efficiente nella maggior parte degli uomini e delle donne che sono in postmenopausa. A causa dei rischi associati, gli uomini sopra i 40 anni e le donne sopra i 50 dovrebbero sottoporsi a un controllo annuale dei livelli di ferro, TIBC e ferritina.
L’eccesso di ferro accelera l’invecchiamento creando stress ossidativo, danni alle cellule mitocondriali, cambiamenti indesiderati del DNA che possono favorire lo sviluppo di cellule neoplastiche.
Difatti, il sovraccarico di ferro è stato collegato a un’ampia gamma di disturbi, tra cui: artrite, fragilità ossea, disturbi dei reni, cancro, malattie cardiovascolari, disturbi della tiroide, aritmie cardiache e disordini neurologici[18].
L’anemia è mai stata collegata a immunizzazione?
Si, sono stati riportati alcuni casi in letteratura. Tuttavia, è difficile conoscere la frequenza di anemia in seguito a immunizzazione; nello specifico si tratta di:
anemia emolitica autoimmune.[19][20][21][22]Oltre ai casi documentati di anemia autoimmune in seguito a immunizzazione, i principali fattori ambientali che possono causare e aggravare i disturbi autoimmuni sono:
disfunzione intestinale,
stress neurologico,
tossine, muffe, inquinamento,
stress e sovraccarico dei surreni,
infezioni.
Quali sono le migliori fonti alimentari di ferro?
- Manzo nutrito con erba
- Fegato di pollo allevato al pascolo (fonte migliore)
- Tuorlo d’uovo allevato al pascolo
- Agnello
- Lenticchie
- Verdure a foglia: Spinaci, bietole, bietole da costa, cime di rapa
- Broccoli
- Anacardi, nocciole, pistacchi.
Fonte: usda.gov
Alimenti ricchi di folati
- Manzo nutrito con erba
- Fegato di pollo allevato al pascolo (migliore fonte)
- Tuorlo d’uovo
- Fagioli e Lenticchie
- Mandorle
- Avocado
- Spinaci
- Barbabietola
- Cavoletti di Bruxelles
- Broccoli
- Cavolo
Fonte: usda.gov
Alimenti ricchi di Vitamina B12
- Fegato di manzo nutrito con erba
- Fegato di pollo allevato al pascolo
- Manzo nutrito con erba
- Pollo allevato al pascolo
- Uova da galline allevate al pascolo
- Latte crudo
- Formaggio crudo
- Yogurt naturale da animali alimentati a erba
- Alimenti fermentati
Gli alimenti fermentati come crauti, kimchi, kefir di cocco, verdure fermentate assortite, formaggi crudi e yogurt forniscono probiotici naturali che aiutano a fertilizzare l’intestino con microbi sani. Questi microbi aiutano a guarire il rivestimento intestinale, ad assorbire sostanze nutritive, tra cui anche ferro, B12 e folati, a ridurre le infiammazioni e a rafforzare il sistema immunitario.
Fegato
Il fegato è un’ottima fonte di proteine, ferro, tutte le vitamine del gruppo B (comprese la B12 e i folati), quantità equilibrate di vitamina A, molti oligoelementi e minerali tra cui rame, zinco, cromo, fosforo e selenio, acidi grassi essenziali EPA, DHA e AA, nonché il potente antiossidante CoQ10.
Fonte: usda.gov
Come risolvere l’anemia
Migliorare l’assorbimento può essere uno dei primi passi per trattare e risolvere l’anemia. Batteri e parassiti, permeabilità intestinale e infiammazione possono interferire con l’assobimento dei nutrienti.
Inoltre, come vedremo, è molto importante fornire una integrazione funzionale al metabolismo cellulare, dato che alcune vitamine, benché idrosolubili, talvolta non vengono correttamente assorbite e possono persino creare accumuli nocivi.
Risolvere le infezioni gastrointestinali
L’H. Pylori e la sovracrescita batterica dell’intestino tenue (SIBO) possono dare origine a carenza di acidi gastrici e permeabilità intestinale. Entrambi questi disturbi possono interferire con il processo di assorbimento del ferro e delle vitamine B essenziali per la formazione dei globuli rossi.
…la cosiddetta sindrome celiaca… è causata dalla reazione anticorpale diretta contro due specie batteriche, Helicobacter Pylori e Mycobacterium paratuberculosis ssp. Avium (Tuberculinum Avis) che possono essere presenti anche singolarmente;
tale condizione determina tanto la sindrome celiaca propriamente detta, in soggetti geneticamente predisposti, con positività dei titoli anticorpali anti-gliadina e anti-transglutaminasi, quanto le molto più numerose forme fruste o borderline caratterizzate comunque da disturbi vari quali frequente diarrea, malassorbimento, soprattutto del ferro, gonfiore addominale, ecc…;
la letteratura legata alla ricerca pura riporta la presenza nei celiaci di significativi titoli anticorpali verso le specie batteriche citate, ma non vengono interpretati correttamente a causa dell’ottusa pretesa di trovare una causa unica anziché due, indipendenti tra di loro.
Dottor Fabio Riccobene
Medico chiururgoTratto dal libro: Stress, Alimentazione, Infiammazioni nascoste
Risolvere tali condizioni talvolta può rivelarsi l’elemento chiave che può spegnere molti sintomi, anemia compresa.
Guarire la permeabilità intestinale
L’intestino diventa permeabile quando gli enterociti, le cellule della parete intestinale, presentano giunzioni allentate.

Tra gli elementi che causano la divisione di queste cellule vi sono: FANS, antibiotici, squilibri glicemici, tossine ambientali, agenti patogeni, pesticidi, squilibri ormonali e cibi elaborati.
Una volta che le cellule del rivestimento intestinale si sono atrofizzate e hanno iniziato ad allentarsi, possono passare particelle di grandi dimensioni che normalmente non sarebbero in grado di attraversare il rivestimento intestinale.
Ciò può provocare infezioni, autoimmunità, diminuzione dell’assorbimento dei nutrienti e anemia.
Integrazione funzionale
Le sperimentazioni cliniche che seguono vanno dall’integrazione del ferro a quella di altri importanti nutrienti come colina alfoscerato, alga clorella e spirulina.
Integratori di ferro
Il ferro è un minerale essenziale noto per consentire il trasporto di ossigeno nelle cellule dei tessuti del corpo.
Tranne in caso di carenza, l’integrazione di ferro non ha dimostrato alcun beneficio; al contrario, può indurre intossicazione da ferro. L’organismo ha una risposta fisiologica che lo aiuta ad aumentare l’assorbimento del ferro in risposta a un feedback negativo sulle riserve di ferro.
Tuttavia, questa risposta è minima, e a seconda della gravità della deplezione di ferro, potrebbe servire molto tempo per riportare l’organismo a livelli ottimali. Una perdita significativa di ferro richiede una integrazione mirata[23].
Colina alfoscerato
Colina alfoscerato (o alfa-GPC) è un composto naturale colinergico che può ridurre il declino cognitivo, la perdita di memoria, migliorare i tempi di reazione degli atleti e che ha anche dimostrato di migliorare l’assorbimento del ferro.
Alga clorella
La clorella è un’alga utilizzata come integratore in quanto fonte biodisponibile di ferro e vitamina B12 e che ha dimostrato interessanti effetti benefici.
Alga spirulina
La spirulina è un’alga ricca in sostanze nutritive che può offrire benefici cardiovascolari e anti-invecchiamento. Le sue proprietà immunomodulanti sono in studio nelle allergie e nell’asma.
