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L’ arteriopatia periferica è un disturbo cardiovascolare che colpisce gli arti inferiori. Di solito è causata da aterosclerosi, ma può essere dovuta anche ad altre cause.
A livello globale colpisce circa il 6% degli adulti[1], riducendo la qualità della vita a causa del dolore e della scarsa mobilità. Inoltre, aumenta il rischio di amputazione dell’arto inferiore e di occlusione coronarica.
SOMMARIO
SOMMARIO
Che cos’è l’arteriopatia periferica
Per arteriopatia periferica s’intende un’alterazione che ostruisce o riduce il flusso ematico nelle arterie che irrorano gli arti, di solito quelli inferiori[2].
Sintomi clinici e diagnosi delle arterie colpite
Il sintomo principale di arteriopatia periferica è il dolore o anche i crampi agli arti inferiori che si manifestano durante le camminate e si attenuano dopo aver smesso. Questo sintomo è chiamato claudicatio intermittens.
Se il dolore si manifesta a riposo, da sdraiati, e migliora appoggiando la gamba, si tratta di un’arteriopatia più grave. In tal caso possono comparire ulcere sulle gambe, dita dei piedi fredde o insensibili.[3][4]
Altri segni clinici di arteriopatia periferica sono:
un polso debole o assente nei piedi,
ridotta pressione sanguigna nelle caviglie rispetto a quella nelle braccia,
atrofia e debolezza muscolare nella parte inferiore delle gambe,
scarsa ossigenazione muscolare durante l’esercizio,
dolore alle gambe durante il test di camminata su tapis roulant.
Come si arriva alla diagnosi finale?
In genere viene eseguito un esame di diagnostica per immagini che visualizza le arterie colpite identificando la posizione e il grado di stenosi. Dai risultati di questi esami dipende il successivo approccio terapeutico.[5]
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Il principale approccio all’arteriopatia periferica si concentra sui fattori di rischio “modificabili”: fumo, inattività fisica, glicemia elevata, lipidi elevati e pressione alta. [6][7][8]
Abitudini da modificare
Smettere di fumare riduce il rischio di amputazione e di infarto e prolunga la sopravvivenza.[9]
La dieta può influire sulla malattia arteriosa periferica?
Uno studio d’intervento ha rilevato che la dieta mediterranea può ridurre il rischio di sviluppare arteriopatia periferica rispetto a una dieta di controllo.[10][11]
Tuttavia, non è ancora possibile trarre delle conclusioni nè sulla dieta mediterranea e nemmeno su altri tipi di diete, data la scaristà di studi di qualità randomizzati e controllati che valutino in modo specifico gli effetti sulla malattia arteriosa periferica.[12]
In generale però, determinati modelli alimentari, tra cui una dieta low carb, possono modificare il rischio di altre malattie vascolari che condividono gli stesssi meccanismi di base dell’aterosclerosi.[13][14]
L’esercizio fisico regolare allevia il dolore al polpaccio durante la deambulazione, migliora le prestazioni fisiche e la qualità della vita.[15][16]
Trattamenti farmacologici e chirurgici
Tra i farmaci più utilizzati per ridurre i sintomi della claudicatio intermittens e migliorare la deambulazione vi sono quelli ad attività antiaggregante come il cilostazolo[17] oppure il clopidogrel.[18][19]
Nuove terapie per arteriopatia periferica
Sono ancora in fase di indagine i farmaci a base di nitroglicerina, la terapia con cellule staminali e la stimolazione elettrica degli arti inferiori.[20]
Interventi per arteriopatie gravi
In casi gravi, un intervento di rivascolarizzazione consente di ripristinare il flusso sanguigno agli arti inferiori, alleviando la claudicatio intermittens durante la camminata.[21][22]
Cause di arteriopatia periferica e fattori di rischio
A seconda della causa, le forme di arteriopatia periferica si distinguono in occlusiva e funzionale.
Arteriopatia periferica occlusiva Le arterie tendono ad occludersi a causa di aterosclerosi oppure sono colpite da una crescita muscolare anomala – nota come displasia fibromuscolare – che le ispessisce.
Arteriopatia periferica funzionale In questo caso i vasi arteriosi sono soggetti a spasmi, contrazioni muscolari improvvise delle pareti vascolari che riducono temporaneamente il flusso ematico. Ciò può essere dovuto a: disturbi del sistema nervoso simpatico, farmaci, difetti genetici ereditati, lesioni, presenza di malattia autoimmune. Rientrano in questa categoria la sindrome di Raynaud, l’acrocianosi e l’eritromelalgia.
Fattori di rischio
Il rischio di arteriopatia periferica aumenta a causa di diversi fattori, quali: età, genetica[23][24],depositi vascolari in altre arterie, obesità, diabete.
Fattori di rischio modificabili con l’integrazione
La carenza di vitamina C è un problema frequente nei pazienti con arteriopatia periferica e si correla a infiammazione e aterosclerosi più severe.[25]
Nei fumatori, ridotti livelli di vitamina C aumentano il rischio di arteriopatia periferica.[26]
La mutazione del gene MTHFR (metiltetraidrofolato reduttasi) potrebbe partecipare all’eziologia della malattia arteriosa periferica. Spesso si correla a bassi livelli di vitamina B12 e folati, disturbando in modo asintomatico il ciclo dell’omocisteina, un aminoacido intermedio del metabolismo cellulare che danneggia l’endotelio, la delicata struttura che riveste l’interno dei vasi sanguigni.[27]
Soluzioni cliniche per arteriopatia periferica
Studi clinci con partecipanti affetti da arteriopatia periferica hanno indagato gli effetti di diverse sostanze come: acido alfa-lipoico, arginina, carnitina, creatina[28], acidi grassi omega-3[29][30], il ginkgo biloba[31], il resveratrolo.[32]
L’integrazione di carnitina ha dimostrato di ridurre la claudicatio intermittens (dolore al polpaccio durante l’esercizio fisico), consentendo di aumentare la distanza percorsa.[33]
Anche l’integrazione di nitrati si è dimostrata efficace in pazienti con arteriopatia periferica, migliorando la circolazione agli arti inferirori.[34][35][36][37]
Ossido Nitrico e arteriopatia periferica
Le modificazioni dei vasi sanguigni indotte dell’arteriopatia periferica non riguardano solamente l’alterazione del normale flusso ematico. Prima che ciò avvenga, sono attivi una serie di meccanismi sottostanti che determinano la successiva fase sintomatica e il peggioramento del disturbo.
Ad esempio, si è visto che lo stress ossidativo, generato da un endotelio vasale malfunzionante, riduce la biodisponibilità di ossido nitrico: un aspetto cruciale dell’arteriopatia periferica.[38]
La riduzione della fatica e dell’infiammazione sono effetti documentati della stimolazione della sintesi di ossido nitrico attraverso l’integrazione di specifici nutrienti combinati tra loro, tra cui vitamina C, arginina, citrullina, acido folico e altri.[39][40]
La ricerca suggerisce che l’integrazione di specifici nutrienti bioattivi è in grado di:
migliorare la sintesi di ossido nitrico favorendo la normale vasodilatazione
ridurre lo stress ossidativo
favorire i normali processi di rinnovo dei vasi
favorisce la funzionalità dell’enzima MTHFR.
Gli effetti migliori si sono visti in persone poco allenate.[41]
Consulenza naturopatica per arteriopatia periferica
Il focus principale della consulenza naturopatica online ha come focus i tuoi obiettivi di benessere. La naturopatia è un tipo di approccio riconosciuto dall’OMS[42] che enfatizza in primo luogo la capacità dell’individuo di scegliere come curarsi, orientando lo stile di vita e i comportamenti preventivi.
Il mio impegno è quello di proporre nuove soluzioni, documentandole, e di trovare quelle più adatte a te, che potrai sottoporre all’attenzione del tuo medico di riferimento.
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