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La guerra del colesterolo: molti medici la pensano in modo diverso

La guerra del colesterolo

Il Dr. Nortin Hadler (1) è un medico che si rifiuta di farsi misurare il colesterolo.
Ciclista appassionato, fa una dieta sana, non fuma e non ha malattie cardiovascolari, Hadler è professore di medicina presso l’Università del North Carolina.

Consapevole che se gli trovano il colesterolo oltre i 220 rischia di essere “perseguitato” dal suo internista per convincerlo a prendere le statine, egli è anche a conoscenza di oltre una dozzina di studi dove si dimostra che in una persona sana, senza sintomi e senza una storia personale di attacchi cardiaci, le statine forniscono ZERO benefici.

Ridurre il colesterolo non protegge da infarti ed ictus

Le statine presenti sul mercato e i loro equivalenti generici non aumentano la longevità nei pazienti sani di cuore e nemmeno impediscono un attacco cardiaco o un ictus.(2)

D’altra parte, l’obbiettivo dei ricercatori che hanno presentato i loro studi sulle statine, era di abbassare il colesterolo non di impedire ictus e infarti.

Questo lo si capisce bene nell’analisi dei dati relativi al numero dei decessi non pubblicati riguardanti le ricerche condotte per testare il funzionamento delle statine.

Quindi, non aspettarti di vivere di più o di essere più sano se decidi di mettere la tua salute nelle mani dell’illustre cardiologo che ti prescrive le statine.

Secondo il dr Hadler il rischio connesso ai possibili effetti collaterali, che vanno da dolori muscolari a stanchezza generale, danni al fegato, aumento del rischio di diabete e perdita di memoria, supera di gran lunga il beneficio.

Senza contare tutti gli effetti collaterali nel lungo termine, quindi successivi alla messa in commercio del farmaco, che nessuna autorità è obbligata a pubblicare.

Ma c’è di più. Negli studi sui farmaci, le aziende farmaceutiche spesso dividono gli effetti avversi simili in sei o sette categorie diverse per mantenere bassa la percentuale (non il numero) degli effetti collaterali.

Le statine offrono un beneficio che è solo sulla carta, basandosi su una teoria ancora tutta da dimostrare: il rapporto colesterolo elevato – infarto/ictus.

Di fatto il colesterolo basso causa comunque aterosclerosi. Senza contare tutti i malesseri a cui si va incontro abbassando il colesterolo.

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Il Cardiologo Eric Topol (3) è altrettanto caustico sulle statine.

Il dr Topol dirige un centro benessere senza scopo di lucro con sede a San Diego, e pensa che la medicina deve essere personalizzata su misura in base al DNA e ad altre caratteristiche del paziente.

Per Topol le statine sono il farmaco che favorisce la prescrizione di altri farmaci.

Nel suo nuovo libro, The Creative Destruction of Medicine (4), Topol sottolinea che solo uno o due pazienti su 100 “senza malattia cardiaca, ma a rischio di sviluppare una tale condizione, potrà effettivamente trarre un qualche beneficio” dalle statine. E gli altri 98 ?”

La disinformazione di massa

Le statine sono associate ad uno dei più grandi trionfi di salute pubblica degli ultimi 30 anni:
in apparenza, negli Stati Uniti sembra che abbiano dimezzato il tasso di mortalità per malattia coronarica.

Mentre nel 1980 morivano per malattie cardiache circa 543 uomini ogni 100.000, nel 2000 il tasso di mortalità è sceso a 267 decessi per 100.000 (aggiustati per l’invecchiamento della popolazione).

Nelle donne invece si è passati da 263 morti per 100.000 nel 1980, a 134 per 100.000 nel 2000: dati del US Centers for Disease Control and Prevention (5).

Possibile che tutto il merito sia delle statine? Mmh, c’è qualcosa che non torna nell’informazione.

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I dati appena elencati non ci dicono quante persone hanno smesso di fumare, quanti hanno abbandonato il cibo spazzatura, quanti hanno iniziato a fare più movimento o ad assumere vitamine, quanti sono dimagriti e quanti sono morti invece per altre cause.

C’è da dire inoltre che dal 1980 ad oggi sono migliorate molto le prestazioni in caso di emergenza.

Express_StatineUn altro esempio (6) di mala-informazione a danno dei consumatori è un articolo apparso sul principale quotidiano nazionale del Regno Unito il 27 dicembre 2012, scritto da Giles Sheldrick.

L’articolo si basa sui dati pubblicati da un rapporto della British Heart Foundation (BHF) e sostiene che la diminuzione delle morti per attacco cardiaco è dovuta principalmente alle statine che abbassano il colesterolo.

La pubblicazione BHF non mostra da nessuna parte che le statine abbiano svolto un ruolo significativo. La pubblicazione del BHF fa riferimento ad un solo studio, del 2004, alle pagine 14 e 15 della pubblicazione.

Questo studio è disponibile qui, dove si può leggere chiaramente che la stragrande maggioranza della riduzione dei decessi per malattie cardiache era dovuta alla riduzione del numero dei fumatori, ai miglioramenti nei trattamenti di emergenza.

Le malattie cardiovascolari restano tra le prime cause di morte al mondo.(7)

Costi e benefici delle statine

Le statine offrono un vantaggio minimo in confronto agli effetti collaterali, nella prevenzione-riduzione degli attacchi cerebro-vascolari nei pazienti senza malattia cardiaca nota.

Il dr Topol (4) osserva che “un’analisi del 2011 ha esaminato 14 studi randomizzati e oltre 34.000 pazienti mettendo a confronto il piccolo beneficio offerto dalle statine con i reali rischi di diabete, perdita di memoria, dolore o debolezza muscolare, stanchezza, concludendo che le statine non rappresentano alcun beneficio complessivo per i pazienti senza malattia cardiaca preesistente”.

Introdotte nel 1987, le statine sono sostanze chimiche prodotte con l’intenzione di modificare l’attività chimica del nostro corpo, per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue in modo artificiale, ad esempio influenzando l’attività del fegato oppure l’assorbimento nell’intestino.

Nonostante la mole di effetti nocivi che provocano questi farmaci, il marketing, la comunicazione di massa, la complicità degli organi di controllo, i medici compiacenti l’industria farmaceutica, hanno spinto la vendita di statine nel 2009, negli USA, oltre i 14,3 miliardi di fatturato in dollari.

Un quarto degli americani dai 45 anni in su assume statine secondo il National Center for Health Statistics.

Studio dopo studio, dagli anni 80′ ad oggi, si è dunque giunti alla conclusione che le statine riducono il rischio di malattie cardiache, attacchi cardiaci e ictus; ma di quanto e a che prezzo? E qui viene il bello.

La verità

I livelli di colesterolo da soli non predicono infarti e ictus perciò oltre alla beffa, le statine aggiungono anche il danno.

“Le statine diminuiscono di una su 100” le possibilità di avere un attacco di cuore o un ictus, afferma il dr Farhi di Buffalo (8).

Ma l’importanza reale della diminuzione dipende da quanto è alto il rischio.

Se il rischio a 10 anni è estremamente lieve, allora “l’utilità delle statine è davvero minima”, dice Farhi. “Si potrebbero trattare migliaia di persone senza impedire un singolo ictus o infarto.”

Quante persone possono assumere statine pur avendo solo una piccola possibilità di trarne un effettivo vantaggio?

Gli esperti possono dare stime approssimative, riferite a milioni di persone.

Parlane con il tuo medico se vuoi interrompere il farmaco, ma ” il trattamento con le statine non ha senso per le moltissime persone a basso rischio”, dice il dottor Farhi. “L’effetto è solo ‘estetico,’ cioè si abbassano i numeri del colesterolo, senza produrre alcuna differenza misurabile nel risultato clinico.”

Il dr Farhi aggiunge: “I medici che prescrivono statine senza considerare se i loro pazienti ne traggono beneficio (beneficio = riduzione di 1 o 2 episodi cerebro-cardiovascolari su 100 e solamente nelle persone che hanno già avuto un infarto), stanno facendo ai loro pazienti un disservizio.”

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