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Lavaggio epatico, depurazione del fegato per sostenere il sistema immunitario

La procedura di pulizia del fegato, detta anche “lavaggio epatico”, viene erroneamente ritenuta una tecnica per la depurazione del fegato, suscitando non poco scetticismo, dato che l’organo epatico svolge un consistente lavoro di detossificazione 24 ore su 24, senza il quale non potremmo sopravvivere.

La pulizia del fegato della dottoressa Hulda Clark e il lavaggio epatico divulgato dal naturopata Andreas Moritz (1954 – 2012) nel suo libro “Guarire il Fegato con il Lavaggio epatico”, sono molto simili e riguardano la possibilità di espellere dei presunti calcoli biliari o epatici.

Nonostante due case report negativi reperibili su Pubmed, tale pratica è oggetto di discussione: per alcuni sembra funzionare per altri non ha alcun effetto.  In questa sede, si cercerà di chiarire la differenza tra depurazione del fegato e la tecnica di pulizia del fegato o lavaggio epatico.

Il lavaggio epatico non è la depurazione del fegato

Ciò premesso, prima di esaminare nel dettaglio il lavaggio epatico proposto da Moritz e i casi clinici pubblicati nel 2005 e nel 2009, vediamo brevemente:

  • quali sono i meccanismi chiave di detossificazione del fegato e come influiscono sulle difese immunitarie,
  • le cause che possono favorire la formazione di calcoli della cistifellea,
  • ruolo del gene MTHFR,
  • situazioni e sintomi che richiedono un sostegno alle funzioni epatiche,
  • rimedi naturali che hanno eliminato i calcoli biliari in studi clinici.

Il fegato e i processi di depurazione

Il fegato è un’importante barriera tra noi e il mondo esterno. Viene definito anche tessuto immunitario chiave, progettato per rilevare, catturare e distruggere agenti patogeni, come batteri, virus e macromolecole, che entrano nel corpo attraverso l’intestino. 1

Il fegato costituisce uno dei principali sistemi di filtraggio per convertire le tossine in prodotti di scarto, ripulire il sangue, metabolizzare le sostanze nutritive e i farmaci.

La funzionalità epatica è continuamente influenzata dallo stile di vita, dalle emozioni, dagli alimenti, da eventuali patologie in corso e dall’uso di farmaci: condizioni che possono esacerbare gli effetti di una banale influenza.

Come vedremo, un adeguato sostegno alle funzioni epatiche va a beneficio dell’intero organismo, migliorando sia le funzioni immunitarie che contrastano una patologia, sia la capacità di riprendersi dopo un malanno stagionale o un incidente.

Oggi più che mai, il nostro fegato è bombardato da molteplici fattori come: stress, eccessive quantità di glucosio negli alimenti, inquinamento di sostanze chimiche presenti nel cibo, nell’aria, nei prodotti per la cura della persona e della casa.

Secondo il rapporto inviato alla Commissione Europea di C. Busby – Testo in italiano, riguarda l’intero pianeta l’inquinamento dovuto a un’elevata esposizione a basse dosi di radiazioni ionizzanti, derivanti da particelle diffuse nell’aria e presenti nei prodotti agricoli.
Si veda anche livello di inquinamento ed effetti sulla popolazione: Zhang W 2020 PMID: 31874351

Questi fattori possono esaurire le riserve di nutrienti, causare un accumulo di sostanze tossiche, favorire lo sviluppo di infiammazioni e malattie croniche.

Anche se non possiamo controllare del tutto l’esposizione a sostanze chimiche o a basse dosi di radiazioni ionizzanti, possiamo fare dei cambiamenti strategici nella dieta e nello stile di vita per sostenere le vie di detossificazione del fegato e alleggerire il carico complessivo di tossine.

Tra i fattori che possono interferire con l’efficienza epatica troviamo ad esempio:

  • stress ossidativo2,
  • carenza di sonno, stress e elevati livelli di cortisolo3,
  • presenza di stati infiammatori e quindi stress ossidativo4,
  • l’eccesso di glucosio e fruttosio nella dieta5,
  • i depositi di grasso e l’insulino-resistenza nel fegato6.

In realtà, per sostenere l’attività del fegato è necessario un approccio che includa strategie multiple: stile di vita, movimento, alimentazione e integrazione funzionale ai processi biochimici epatici. Esiste una intensa ricerca scientifica in tutto il mondo volta a esaminare come la nutrizione può sostenere i processi di disintossicazione7.

Le fasi di detossificazione

La maggior parte delle tossine ambientali sono liposolubili, quindi senza l’aiuto del fegato è difficile o impossibile eliminarle.

Il fegato è sede di due fasi di disintossicazione: Fase I di ossidazione e Fase II di coniugazione8.

La detossificazione del fegato non riguarda il lavaggio epatico

La detossificazione del fegato non riguarda il lavaggio epatico

Nella Fase I vengono utilizzati enzimi e ossigeno. In particolare sono coinvolti principalmente gli enzimi della famiglia del citocromo P450 quale prima difesa enzimatica contro i composti estranei.

La maggior parte dei farmaci viene metabolizzata attraverso la biotrasformazione di Fase I.

In questa fase avviene anche la disintossicazione dalle molecole endogene come gli steroidi derivati dal metabolismo del colesterolo (ad esempio il cortisolo).

Dopo il primo step della disintossicazione, le molecole possono diventare più tossiche rispetto alle molecola di partenza.

Se queste molecole maggiormente reattive, uscite dalla Fase I, non vengono ulteriormente metabolizzate dalla coniugazione della Fase II, possono causare danni alle proteine RNA e DNA.

Gli enzimi di Fase I, ad esempio, ossidano il benzene, producendo benzene chinoni, una fonte di elevata tossicità. Per completare la disintossicazione del benzene, il fegato si affida agli enzimi della Fase II.

Il punto fondamentale delle Fasi di disintossicazione epatica è l’equilibrio: l’attività della Fase I non deve superare la capacità degli enzimi della Fase II per completare il lavoro.

Diversi studi hanno dimostrato l’esistenza di associazioni tra eccesso di attività di Fase I, diminuzione delle attività della Fase II e aumento del rischio di malattie, come il cancro, lupus eritematoso sistemico e Parkinson9.

Nella Fase II avvengono le reazioni di coniugazione dove lo xenobiotico (sostanza estranea all’organismo) viene trasformato in un composto idrosolubile che può essere escreto attraverso l’urina o la bile.

Diversi tipi di reazioni di coniugazione sono presenti nell’organismo, tra cui la glucuronizzazione, la solfatazione e la coniugazione di glutatione e aminoacidi. Queste reazioni richiedono cofattori che devono essere reintegrati attraverso fonti alimentari.

La ricerca scientifica ha acquisito molte conoscenze studiando il metabolismo dei farmaci sul ruolo dei sistemi enzimatici di Fase I e sulla loro attivazione da parte delle tossine ambientali e di specifici componenti alimentari.

Tuttavia, il ruolo della disintossicazione di Fase I nella pratica clinica raramente viene preso in seria considerazione in concomitanza con la prescrizione di un farmaco.

Il contributo del sistema di Fase II ha ricevuto minore attenzione sia negli ambienti di ricerca accademici che nella pratica clinica. Resta ancora molto da scoprire sul ruolo dei sistemi di disintossicazione nel metabolismo dei composti endogeni10.

Uno sbilanciamento delle fasi di detossificazione epatica può essere causato da:

  • abitudine al fumo,
  • farmaci
  • elevato consumo di alcool,
  • consumo di grassi idrogenati e oli vegetali con eccesso di grassi omega 6 (semi, soia, vinaccioli, canola, girasole, arachidi, mais, cartamo) ,
  • sostanze sprigionate da carne alla brace bruciacchiata e pane abbrustolito,
  • eccesso di carboidrati, eccesso di fruttosio, fegato grasso, resistenza insulinica.

Il glutatione e la formazione di bile

Il glutatione è una molecola proteica, composta da 3 aminoacidi precursori: cisteina, acido glutammico e glicina.

Il glutatione interagisce e si lega ai farmaci, ai composti chimici estranei, ai metalli pesanti per neutralizzarli, scomporli, facilitarne l’eliminazione11.

Tra le sue molte funzioni troviamo che:

  • sostiene il sistema immunitario,
  • regola la crescita e la divisione cellulare, protegge il DNA,
  • neutralizza lo stress ossidativo,
  • avvia reazioni enzimatiche.

Il glutatione è uno dei più importanti antiossidanti intracellulari e svolge un ruolo chiave nel fegato nelle reazioni di disintossicazione di Fase I e Fase II.

Si concentra in modo particolare a livello epatico ed è in grado di influenzare la risposta immunitaria12.

Il glutatione è indispensabile per la produzione di bile13 tanto da influenzare anche la quantità del flusso di bile che attraversa i dotti biliari.

Studi su animali indicano che il glutatione epatico al di sopra di un certo livello è necessario per la formazione di una porzione di flusso biliare e che una somministrazione endovenosa di glutatione è efficace nel ripristinare parzialmente la formazione della bile, compromessa dall’esaurimento del glutatione. 14

Bassi livelli di glutatione sono collegati allo sviluppo di tumori e malattie psichiatriche. Gli studi hanno dimostrato che le persone con livelli elevati di glutatione hanno un sistema immunitario più efficiente e vivono più a lungo. 15

Farmaci

Molte sostanze utilizzate nei farmaci16 interferiscono con le funzioni epatiche, compresa la sintesi di glutatione, fondamentale per il funzionamento del sistema immunitario17.

Ad esempio, il paracetamolo (contenuto nella tachipirina e altri farmaci) riduce la sintesi di glutatione18, mettendo a rischio il corretto funzionamento delle naturali difese immunitarie!

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Mutazione genetica

L’enzima MTHFR influisce sulla capacità dell’organismo di disintossicarsi, sui livelli di glutatione e sulle funzioni immunitarie.

Secondo uno studio del 2016 la mutazione MTHFR A1298C può aumentare il rischio di cancro alla cistifellea19.

Diversi processi naturali di detossificazione non possono essere completati in modo efficiente in presenza di una mutazione del gene MTHFR.

Un ciclo di metilazione anomalo riduce l’assorbimento del folato causandone l’accumulo nei tessuti, riduce i livelli di glutatione e rallenta la disintossicazione dagli estrogeni.20

Se i livelli di estrogeni sono elevati a causa di una terapia ormonale sostitutiva, di una gravidanza o della pillola anticoncezionale, aumenta la necessità di gruppi metilici per poter “abbattere” un eccesso di estrogeni, soprattutto per coloro che hanno una mutazione del gene MTHFR.

Predisposizione a formare calcoli

Un esperimento con 974 uomini giapponesi di mezza età ha dimostrato che elevati livelli di omocisteina, comuni tra i pazienti con la mutazione MTHFR C677T, sono associati a formazione di calcoli biliari e a una maggiore probabilità di colecistectomia21.

La mutazione genetica MTHFR attraverso l’accumulo di omocisteina22, può portare sia ad una ridotta produzione di glutatione che ad un aumento dello stress ossidativo e dell’infiammazione23.

Sintomi di problemi al fegato

Se si assumono farmaci, l’attività del fegato collegata alla sintesi del glutatione può spesso rallentare, abbassando le difese immunitarie 24.

Se non si assumono farmaci, e comunque si avverte che la vitalità generale è diminuita, potrebbe essere giunto il momento di fornire un supporto adeguato al fegato.

Sulla base degli studi finora citati, ecco alcuni possibili sintomi da “sovraccarico” dell’attività del fegato:

  • Bisogno di alimenti zuccherini
  • Stanchezza e mente annebbiata
  • Costipazione
  • Allergie stagionali più accentuate
  • Pelle opaca e spenta
  • Prurito frequente
  • Dolori alle articolazioni
  • Sovrappeso
  • Grasso addominale
  • Sensibilità alle sostanze chimiche, agli odori o ai farmaci
  • Cattivo odore del corpo
  • Sentirsi stressati e ansiosi
  • Resistenza alla perdita di peso
  • Frequenti sbalzi d’umore
  • Alito cattivo
  • Gonfiore addominale e gas

Come favorire la depurazione del fegato

Test genetico

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La mutazione genetica dell’enzima MTHFR, diffusa in oltre il 40% della popolazione, interferisce con la normale produzione di glutatione, contribuendo a favorire stanchezza cronica, sovrappeso, grasso epatico, maggiori reazioni avverse ai farmaci, intolleranza all’istamina, omocisteina elevata, dolore cronico, ansia, disturbi mentali, malattie cardiovascolari e tumori25 26.

Italiani e ispanici sono tra le popolazioni più colpite dalla mutazione MTHFR27.

In caso di test genetico positivo, si raccomanda una dieta adeguata in associazione a una integrazione di acido folico attivo (L-metilfolato), B12 (metilcobalamina), Betaina, Magnesio, Vitamine C, E, D, Glicina e altri micronutrienti che agiscono in sinergia.

Dieta depurativa contro i calcoli

Le diete chetogeniche e a basso contenuto di carboidrati possono essere efficaci nel combattere la formazione di calcoli e la steatosi epatica in quanto riducono il grasso epatico28.

L’insulino-resistenza epatica “lega” molecole di colesterolo e favorisce la formazione di calcoli biliari29.

La dieta chetogenica ha dimostrato di ridurre stabilmente livelli di insulina in modo tale da consentire la conversione del grasso epatico in chetoni anzichè in calcoli30.

Rimedi naturali efficaci per i calcoli alla colecisti

In quanto vettore di tossine, il flusso biliare è una fase finale critica nel processo di disintossicazione metabolica.

L’alterazione del flusso biliare (colestasi), derivante da disfunzioni all’interno del fegato o dal blocco del dotto biliare, può causare l’accumulo di tossine epatiche e lesioni al fegato.

La colestasi può anche essere il risultato del processo di disintossicazione stesso; ci sono sempre più prove che la disintossicazione e l’escrezione di farmaci clinici nella bile può produrre una malattia epatica colestatica 31.

Il carciofo è stato usato per secoli nella medicina popolare come protettore del fegato e per stimolare la secrezione di bile (coleresi), ed è l’agente coleretico più studiato tra tutte le erbe.

Il carciofo contiene diversi antiossidanti che possono proteggere contro i danni ossidativi del fegato, così come gli acidi caffeilchinici, che hanno dimostrato di stimolare il flusso biliare nei modelli animali 32.

Gli acidi caffeilchinici possono essere responsabili anche delle proprietà coleretiche dell’achillea3334, del finocchio35 e del tarassaco36.

Andrographis, aglio, cumino, zenzero, curry e foglie di senape hanno dimostrato di stimolare il flusso biliare in modelli animali 37 38 39 40.

Una combinazione naturale di terpeni, in capsule, (mentolo, pinene, borneolo, cineolo e canfene) ha dimostrato la capacità di sciogliere i calcoli biliari in diversi studi. 4142

Studio documenta la scomparsa dei calcoli alla cistifellea

Trenta pazienti con calcoli alla cistifellea sono stati trattati per un massimo di due anni con una combinazione di Rowachol (una capsula due volte al giorno), una miscela di monoterpeni ciclici, e acido chenodossicolico (7,0-10,5 mg/kg/giorno).

Nessuna evidenza di epatotossicità è stata rilevata biochimicamente, e la diarrea dovuta all’acido cinodossicolico era minima a questa dose.

I calcoli sono scomparsi completamente in 11 pazienti (37%) entro un anno e in 15 (50%) entro due anni.

Ellis WR et al. 1984 PMID: 6430390

Lavaggio epatico cos’è

Il lavaggio epatico non è un processo di depurazione del fegato, bensì uno stimolo meccanico all’espulsione di presunti calcoli.

Per accertarsi che si tratti di calcoli veri e propri, che contengano bilirubina, colesterolo e calcio, si raccomanda di farli analizzare.

Come vedremo, si tratta di una tecnica priva di efficacia clinica, ma solo aneddotica e riferita all’effetto placebo. Questo però non significa che il lavaggio epatico sia privo di benefici.

Lavaggio epatico come si fa

LIBRO
Andreas Moritz
Guarire il Fegato con il Lavaggio Epatico

Andreas Moritz, nel suo libro “Guarire il fegato con il lavaggio epatico” descrive tutta la procedura pratica, che viene riportata qui di seguito.

Egli sostiene che si possono rimuovere diverse centinaia di calcoli biliari in modo indolore, in una sola volta, entro un intervallo temporale inferiore a quattordici ore.

Tuttavia, un paio di casi clinici trovati su PubMed e riportati in fondo a questo articolo4344, contraddicono in pieno quanto afferma.

Quando e dove si può fare

Moritz suggerisce di eseguire il lavaggio epatico a casa propria, durante il fine settimana, quando non si è sotto pressione e c’è il tempo necessario per riposarsi.

Sebbene il lavaggio sia efficace in qualsiasi momento del mese, il periodo dovrebbe preferibilmente coincidere con un giorno compreso tra la luna piena e la luna nuova.

Il periodo di preparazione di sei giorni può iniziare cinque o sei giorni prima della luna piena. Il giorno di luna nuova è il più indicato per la pulizia e la guarigione.

Se si assumono farmaci

Mentre vi sottoponete a un lavaggio epatico, Moritz suggerisce di mantenere solo i farmaci indispensabili.

In realtà, possono essere i farmaci stessi la causa della formazione di calcoli45.

Cosa occorre per il lavaggio epatico

Tratto dal libro Guarire il Fegato con il Lavaggio epatico

Capitolo 4 – Il lavaggio di fegato e cistifellea

Ingredianti per il lavaggio epatico

Assicurarsi di svuotare il colon prima e dopo un lavaggio epatico

Nel suo libro, Moritz suggerisce di eseguire la pulizia del colon, qualche giorno prima o, meglio ancora, nel sesto giorno di preparazione, in quanto contribuirebbe a evitare o ridurre al minimo qualsiasi forma di malessere o nausea che possa insorgere durante l’effettivo lavaggio epatico.

Secondo l’autore, la pulizia del colon impedirebbe il reflusso della miscela di oli o di prodotti di scarto dal tratto intestinale allo stomaco e assisterebbe il corpo nella rapida eliminazione dei calcoli biliari.

L’irrigazione del colon (idrocolonterapia), scrive Moritz, è il metodo più veloce e semplice per preparare il colon a un lavaggio epatico.

Capitolo 4 – Il lavaggio di fegato e cistifellea

La procedura richiede sei giorni di preparazione, seguiti da 16-20 ore di lavaggio effettivo.

Per procedere alla rimozione dei calcoli biliari, scrive Moritz, è necessario procurarsi quanto elencato di seguito:

  • succo di mela 6 confezioni da 1 litro,
  • sale inglese 4 cucchiai da tavola disciolti in 3 bicchieri d’acqua da 240 ml circa l’uno (per un totale di 720 ml)*
  • olio extravergine di oliva spremuto a freddo 1/2 bicchiere (ca. 120 ml),
  • succo di pompelmo (meglio quello rosa) o spremuta fresca di limone e arancia** abbastanza da riempire 3/4 di bicchiere di succo (180 ml),
  • 2 brocche da 1/2 litro circa, di cui una munita di coperchio.

* Ho optato per il “bicchiere” invece della tazza come unità di misura allo scopo di evitare confusione sul significato che il termine “tazza” prende nei diversi continenti.
**Se non tollerate il succo di pompelmo o se questo tende a darvi nausea, potete utilizzare quantità equivalenti di succo di arancia e limone appena spremuti. L’effetto è lo stesso.

Succo di mela

Moritz suggerisce di sostituire il succo di mela con acido malico in polvere a tutti coloro che soffrono di diabete, ipoglicemia, infezioni da lievito (Candida), cancro e ulcere allo stomaco,

L’ideale è sciogliere bene l’acido malico prima di ingerirlo. Il periodo di preparazione è identico a quello indicato per l’assunzione del succo di mela.”

Il litro di succo di mela al giorno viene sostituito da 1/2 o 1 cucchiaino di acido malico disciolto in 4-6 bicchieri da 33 ml di acqua tiepida, da bere in piccole quantità durante il giorno.

L’acido malico in polvere per uso alimentare (non mescolato al magnesio o ad altri ingredienti) costa pochissimo e può essere acquistato in Internet o nei negozi di alimentazione naturale.

Secondo l’autore, anche il succo di mirtillo palustre contiene molto acido malico e può essere usato per il periodo di preparazione (1 parte di succo mescolata a 2 parti di acqua, da assumere tre o quattro volte al giorno per sei giorni); è anche possibile miscelarlo al succo di mela.

Nel libro si suggerisce di provare l’acido malico, il succo di mirtillo palustre e l’erba lisimachia per vedere quale di questi funziona meglio a ogni lavaggio.

Per il lavaggio epatico
Sale di EpsomSale di Epsom

Sali di Epsom o sale inglese

Procuratevi i Sali di Epsom o sale inglese (magnesio solfato eptaidrato) per USO orale.

Alcune etichette lo descrivono come lassativo naturale. In alternativa, se siete intolleranti, scrive Moritz, usate il citrato di magnesio.

Olio di oliva

Moritz ritiene che l’olio extravergine di oliva sembra il più efficace per il lavaggio epatico.
In caso di intolleranza o allergia, l’autore suggerisce di usare l’olio puro di macadamia, l’olio di semi di uva spremuto a freddo, l’olio di semi di girasole o altri oli spremuti a freddo.

Attenzione! Tutti gli oli di semi (a parte lino e canapa) possono essere fortemente infiammatori perché apportano grandi quantità di grassi di tipo omega-6.

Cosa mangiare

Tutti i cibi e le bevande dovrebbero essere caldi o almeno a temperatura ambiente.
Non consumate cibi proteici, burro o olio, o potreste sentirvi male durante il lavaggio.
Non mangiate o bevete nulla (eccetto l’acqua) dopo le 13.30, altrimenti avrete difficoltà a espellere i calcoli!

Prima del lavaggio

Durante l’intera settimana di preparazione e lavaggio, Moritz invita a non consumare cibi o bevande freddi o gelati in quanto raffreddano il fegato e, di conseguenza, riducono l’efficacia del lavaggio stesso.

Per consentire al fegato di prepararsi al lavaggio principale, secondo Moritz bisogna evitare cibi di origine animale, latticini e fritti, consumare pasti normali evitando le abbuffate.

Dopo il lavaggio

Il sesto giorno di assunzione del succo di mela

Bevete tutto il litro di succo nel corso della mattinata; potete iniziare a berlo appena svegli. Se sentite fame al mattino, fate una colazione leggera con cereali caldi: la farina di avena è la scelta migliore.

Evitate gli zuccheri o altri dolci, spezie, latte, burro, olio, yogurt, formaggio, prosciutto, uova, noci, paste e cereali crudi, ecc. Frutta e succhi di frutta sono l’ideale.

A pranzo mangiate verdura cotta o al vapore con riso bianco (preferibilmente riso Basmati) e insaporitelo con poco sale marino o salgemma non raffinati.

Quando bere acqua durante il lavaggio

Ancora una volta, ricordatevi che potete bere acqua in qualsiasi momento del lavaggio epatico, tranne immediatamente prima e dopo l’assunzione dei Sali di Epsom (lasciate passare circa 20 minuti).

Evitate di bere acqua anche dalle 21,30 alle 2 del mattino (nel caso in cui vi alzaste). In tutti gli altri casi potete bere ogni volta che avete sete.

Procedura

La sera: ore 18:00

Aggiungete quattro cucchiai di Sali di Epsom (solfato di magnesio) a tre bicchieri da 240 ml l’uno di acqua filtrata (per un totale di 720 ml) in una brocca: in questa avrete così quattro porzioni da 180 ml (3/4 di bicchiere).

Quindi bevete la prima porzione (3/4 di bicchiere): potete bere qualche sorso di acqua subito dopo per eliminare l’amaro in bocca oppure aggiungere un po’ di succo di limone per migliorare il sapore.

Alcune persone lo bevono con una grossa cannuccia di plastica per saltare il coinvolgimento delle papille gustative sulla lingua; per molti va bene tapparsi il naso mentre bevono.

Inoltre, può essere utile lavarsi denti subito dopo o sciacquare la bocca con bicarbonato di sodio.

Uno dei compiti principali dei Sali di Epsom è quello di dilatare (allargare) i dotti biliari rendendo più semplice il passaggio dei calcoli. (Se siete allergici ai Sali di Epsom o non riuscite a ingerirli, potete usare le stesse dosi di citrato di magnesio.)

Togliete dal frigorifero gli agrumi che userete successivamente, di modo che possano scaldarsi a temperatura ambiente.

Ore 20:00

Bevete la seconda dose (3/4 di bicchiere) di Sali di Epsom.

Ore 21:00

Se non avete avvertito alcun movimento intestinale fino a ora e non avete completato lo svuotamento del colon durante le ventiquattro ore trascorse, fate un clistere di acqua che darà il via a una serie di movimenti intestinali.

Ore 21:45

Lavate bene i pompelmi (o i limoni e le arance). Spremeteli con le mani e rimuovete la polpa.

Avrete bisogno di 3/4 di bicchiere di succo: versate il succo e 1/2 bicchiere di olio di oliva nella brocca da mezzo litro circa, chiudetela bene e scuotetela forte per una ventina di volte o fino a quando la soluzione non sarà ben diluita.

L’ideale sarebbe bere questa miscela alle 22:00, ma se avvertite ancora la necessità di andare in bagno, potete ritardare questa fase di altri 10 minuti.

Ore 22:00

Posizionatevi al fianco del letto (non sedetevi) e bevete il preparato, se possibile, tutto di un fiato.
Alcune persone preferiscono berlo utilizzando una grande cannuccia di plastica.

Pare che il metodo più efficace consista nel berlo tappandosi il naso. Se necessario, assumete un po’ di miele tra un sorso e l’altro per aiutarvi a ingerire la miscela.

La maggior parte delle persone, tuttavia, non ha problemi a berlo tutto d’un fiato: comunque non impiegateci più di 5 minuti (solo le persone anziane o deboli potranno impiegarci di più).

SDRAIATEVI IMMEDIATAMENTE

Questa azione è fondamentale per aiutare il rilascio di calcoli biliari, scrive Moritz.

Spegnete la luce e rimanete distesi sulla schiena con uno o due cuscini sotto la testa affinché questa sia leggermente rialzata rispetto all’addome.

Se questa posizione vi risulta scomoda, giratevi sul fianco destro con le ginocchia piegate verso la testa.
Rimanete sdraiati perfettamente immobili per almeno 20 minuti e cercate di non parlare.

Concentrate l’attenzione sul vostro fegato. Alcune persone trovano beneficio nell’applicare un impacco di olio di ricino sul fegato. Probabilmente sentirete i calcoli passare lungo i dotti biliari come delle biglie.

Non avvertirete alcun dolore poiché il magnesio presente nel sale inglese tiene ben aperte e rilassate le valvole dei dotti biliari e la bile espulsa insieme ai calcoli mantiene i dotti biliari ben lubrificati (la situazione è ben diversa in caso di un attacco alla colecisti senza l’intervento del magnesio e della bile).

Quindi, continua Moritz, se potete, dormite.

Se in qualsiasi momento della notte avvertite l’assoluta necessità di defecare, fatelo.
Controllate se vi sono già dei piccoli calcoli biliari (di color verde pisello o marrone chiaro) che galleggiano nel water.

Potreste avvertire un senso di nausea durante la notte e nelle prime ore della mattina: secondo Moritz, questo sarebbe dovuto soprattutto a una forte e improvvisa espulsione di numerosi calcoli biliari e tossine dal fegato e dalla colecisti che spingono di nuovo la miscela di olio nello stomaco.

La nausea passerà col trascorrere della mattinata, scrive Moritz.

Il mattino dopo: ore 6:00-6:30

Appena svegli, ma non prima delle 6.00, bevete la terza porzione di Sali di Epsom (se avete molta sete bevete un bicchiere di acqua tiepida prima di assumere il sale).

Rilassatevi, leggete o meditate; se avete sonno tornate a letto, sebbene sia meglio mantenere il corpo in posizione eretta: molte persone si sentono benissimo e preferiscono fare qualche esercizio leggero, come per esempio lo yoga.

Ore 8:00-8:30

Bevete la quarta e ultima porzione di Sali di Epsom.

Ore 10:00-10:30

A quest’ora potete bere la spremuta di frutta appena fatta; mezz’ora dopo potete mangiare uno o due pezzi di frutta fresca; un’ora dopo potete mangiare cibo normale (purché leggero) ed entro sera o la mattina seguente dovreste ritornare alla normalità e iniziare a sentire i primi segni di miglioramento.

Continuate a consumare pasti leggeri durante i giorni seguenti e ricordate: il vostro fegato e la vostra cistifellea hanno subito un importante intervento chirurgico senza effetti collaterali dannosi e senza costi.

N.B.: bevete acqua ogni volta che avete sete, ma non subito dopo aver bevuto i Sali di Epsom e nelle prime due ore successive all’assunzione della miscela oleosa.

Meglio farlo o no? 2 Prove scientifiche

La pulizia del fegato e dei dotti biliari, di cui parlano Moritz e la dottoressa Clark nei loro libri, finora ha dimostrato una efficacia puramente anedottica.

Inoltre, non ci sono prove scientifiche in grado di dimostrare una depurazione epatica dopo una pulizia del fegato, tutt’altro. Ad ogni modo, non sono stati documentati nemmeno effetti dannosi.

Tuttavia, c’è ancora chi sostiene che il lavaggio epatico possa “ripulire” i dotti epatici e disintossicare in modo profondo il fegato.

In realtà, questo rischia di essere un messaggio fuorviante alla luce di come avviene la detossificazione epatica, descritta all’inizio.

Dalle prove scientifiche esaminate, quello che è ragionevole aspettarsi dal lavaggio epatico, secondo il metodo Clark-Moritz, è solamente un effetto placebo, come vedremo nell’ultima sezione di questo articolo.

Le diagnosi e le analisi presentate nei seguenti casi studio scoraggiano il lavaggio epatico.

Primo caso studio sul lavaggio epatico

Lancet pubblica nel 2005 il caso studio di una donna di 40 anni che soffriva di dolore nell’ipocondrio destro grave e ricorrente, a seguito del consumo cibi grassi46.

Dopo un’indagine di ambulatorio all’addome si è scoperto che la donna aveva calcoli biliari multipli.

Espulsione di materiale solidificato con lavaggio epatico

“pietre” verdi semi-solide passate per il retto

Su consiglio del suo erborista ha attuato un regime di “pulizia del fegato” per la depurazione dei calcoli biliari, così come indica l’autore del libro, Andreas Moritz.

Il risultato finale è stato l’eliminazione di più “noccioli” verdi semisolidi attraverso le feci. Questi ‘noccioli’ sono stati poi inviati ad una clinica per essere esaminati.

L’analisi dei “calcoli” verdi della donna ha mostrato che non contenevano calcio, nè bilirubina e nemmeno colesterolo, ciò che i veri calcoli biliari contengono realmente 47.

I “calcoli” verdi sono stati semplicemente il risultato dell’azione delle lipasi gastriche sull’olio d’oliva (bevuto durante il “lavaggio epatico”), con eventuale saponificazione in quelli che essenzialmente sono chiamati “calcoli di sapone”.

Il lavaggio epatico non è riuscito a rimuovere i calcoli biliari di cui la donna soffriva.

Secondo caso studio di lavaggio epatico

Il Dr Nils Ewald e il Prof. Philip D. Hardt dell’Ospedale universitario di Giessen, in Germania, si sono occupati del caso di un paziente di 59 anni, presentato dal medico di famiglia per un chiarimento su una massiccia formazione “ricorrente” di calcoli biliari48.
Durante l’anamnesi dettagliata, il paziente ha dichiarato che dopo la diagnosi ecografica di colelitiasi asintomatica da parte del medico di base, aveva regolarmente e meticolosamente eseguito un programma di lavaggio epatico ogni 4 settimane per rimuovere i suoi “calcoli biliari”.

Al paziente è stato chiesto di portare i suoi “calcoli” al laboratorio per ulteriori analisi.

Le elaborazioni microscopiche hanno rivelato l’assenza di una struttura cristallina. Le analisi chimiche non hanno rilevato presenza di colesterolo, bilirubina o calcio in queste formazioni. I principali costituenti di quelli che il paziente chiamava calcoli erano solo acidi grassi solidificati. Si veda foto in questo documento.

Controindicazioni

Andreas Moritz nel suo libro raccomanda di non sottoporsi mai a un lavaggio epatico se si soffre di una qualsiasi patologia in fase acuta.

Egli esorta a prendere le istruzioni molto seriamente: se la procedura non viene eseguita correttamente è probabile che alcuni calcoli biliari rimangano bloccati nel colon durante la fase di espulsione.

Questi calcoli, scrive l’autore, possono essere rimossi rapidamente attraverso l’irrigazione del colon, da eseguirsi preferibilmente il secondo o il terzo giorno dopo il lavaggio epatico.

Se non sono disponibili preparati per il colon, Moritz suggerisce di fare un clistere di caffè seguito da uno di acqua, oppure due clisteri di acqua consecutivi: tuttavia, questo non garantisce la rimozione di tutti i calcoli rimasti.

Disturbi alla colecisti o la colecisti è stata asportata

Se la cistifellea è stata asportata, potreste non riuscire più ad avere la quantità di bile necessaria alla corretta digestione dei cibi nonché alla corretta peristalsi intestinale.

In presenza di sintomi di diarrea, Moritz suggerisce di interrompere o ridurre i dosaggi.

Mal di testa o nausea nei giorni successivi al lavaggio epatico

Nella maggior parte dei casi, Moritz sostiene che questi disturbi si presentino quando le istruzioni non sono state seguite scrupolosamente e sembra che in rare occasioni sia possibile che i calcoli biliari continuino a fuoriuscire dal fegato anche dopo aver terminato il lavaggio epatico.

Alcune tossine rilasciate da questi calcoli, scrive Moritz, possono allora penetrare nel sistema circolatorio e provocare malessere.

In questo caso, una volta concluso il lavaggio epatico, l’autore suggerisce di bere circa mezzo bicchiere di succo di mela per sette giorni consecutivi o finché i disturbi non passano.

Effetti del lavaggio epatico

Secondo Andreas Moritz è raro che il lavaggio epatico non dia i risultati previsti, sebbene l’effetto riconosciuto dalla ricerca medica rientri in quelli definiti come effetto placebo.

La medicina ufficiale tende a trascurare questo aspetto, che tuttavia rappresenta un punto d’incontro tra detrattori e fautori delle medicine alternative.

Gli effetti placebo si basano su complessi meccanismi neurobiologici che coinvolgono i neurotrasmettitori (ad esempio, endorfine, cannabinoidi e dopamina) e l’attivazione di specifiche, quantificabili e rilevanti aree del cervello. 49

Tutto ciò influenza in modo profondo e talvolta anche terapeutico le risposte immunitarie, la percezione del dolore e persino la personalità.

Alcune persone raccontano di aver tratto dei benefici dal lavaggio epatico e per questo ne sono dei convinti sostenitori. Questo non significa che abbiano effettivamente espulso calcoli biliari o epatici e nemmeno che il loro fegato si sia detossificato.

Riferimenti

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2 Risposte a “Lavaggio epatico, depurazione del fegato per sostenere il sistema immunitario

  • Buongiorno volevo chiedere se i clisteri al caffè possono in qualche modo aiutare il fegato a pulirsi o purificandolo espellendo la bile o è un’altra credenza popolare

    • Monica
      3 anni fa

      Salve Ciro,
      Una revisione sistematica di alcuni casi studio (PMID: 32899046) NON raccomanda l’autosomministrazione del clistere di caffè come una modalità di medicina complementare/alternativa, date le questioni irrisolte sulla sicurezza e le prove insufficienti per quanto riguarda l’efficacia di questa pratica.

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