Salute cardiovascolare: interventi non farmacologici di sostegno per prevenire l’insorgere e il peggioramento di infarti e ictus, proteggere l’integrità dei tessuti che compongono le pareti vascolari, mantenere l’elasticità della muscolatura liscia delle arterie, evitare la formazione di ateromi.
In questo articolo:
- elenco dei più diffusi disturbi cardiovascolari con link di approfondimento,
- i principali fattori che indeboliscono la struttura cardiovascolare,
- risposte alle domande più frequenti sulla salute cardiovascolare.
Disturbi a carico del sistema cardiovascolare e del sangue
- Anemia e carenza di ferro
- Angina stabile
- Aritmia cardiaca
- Arteriopatia periferica
- Aterosclerosi
- Cardiomiopatia
- Cardiopatia ischemica
- Colesterolo elevato
- Coronaropatia
- Dislipidemia
- Edema
- Ictus, ischemia cerebrale
- Insufficienza cardiaca
- Insufficienza cerebrovascolare
- Insufficienza venosa
- Ipertensione
- Ipotensione ortostatica
- Malattia arteriosa periferica
- Malattia di Raynaud
- Microangiopatia
- Omocisteina elevata
- Rigurgito mitralico
- Sincope posturale
- Sindrome coronarica acuta
- Sindrome da tachicardia posturale
- Sindrome di Eisenmenger
- Sindrome metabolica
- Teleangectasia
- Tromboembolismo venoso
- Vene varicose
Domande frequenti
I tre nemici della salute cardiovascolare
Senza ateroma, salvo rari casi di spasmo coronarico acuto, non possono avvenire ictus e infarti. I depositi vascolari sono favoriti dall’ipertensione, dalla glicemia elevata, da livelli elevati (anche di poco) dell’omocisteina.
- L’ipertensione insiste sulle arterie in 3 modi:
- avvia le prime lesioni dell’endotelio;
- mantiene una certa vasocostrizione;
- sfianca il ventricolo sinistro fino all’insufficienza cardiaca.
- Il picco glicemico elevato che si verifica in individui sani danneggia le medie e piccole arterie24, così come accade nelle persone affette da diabete. In quest’ultimo caso i danni sono maggiori, perché la riparazione e la riduzione dello stress ossidativo non avvengono. In breve tempo, il diabete causa depositi vascolari diffusi a partire dalle arterie più piccole, fino ad occluderle. I sintomi a cui si va incontro, nonostante i farmaci, sono: aumento delle infezioni, insufficienza renale, cecità, amputazione degli arti.Le lesioni arteriose provocate dal diabete sono ubiquitarie nel sistema vascolare, tanto che il rischio di infarto e ictus è decuplicato rispetto a una condizione di ipercolesterolemia25.
- L’omocisteina elevata ha molteplici cause ed è molto più pericolosa del colesterolo elevato. L’omocisteina si distribuisce e agisce su tutti i vasi sanguigni in modo uniforme, causa un invecchiamento precoce di tutto l’organismo mentre danneggia direttamente gli organi. Per contro, il colesterolo si deposita in modo selettivo e non arreca danni diretti agli organi.
In sostanza, sia l’omocisteina che il glucosio, quando sono in eccesso, sono correlati a danni che si manifestano, in modo sistematico, su tutto il complesso sistema di vasi sanguigni, ammalando in breve tempo gli organi e tutto l’organismo.
La gravità di tali situazioni non è in alcun modo paragonabile all’ipercolesterolemia, al punto che alcuni ricercatori hanno sottolineato l’urgenza di modificare le linee guida dietetiche con raccomandazioni volte a evitare gli zuccheri piuttosto che i grassi saturi26.
La prevenzione di eventi cardiovascolari, in questi 3 casi che abbiamo appena visto, si basa principalmente su farmaci ipotensivi, antidiabetici, integrazione per abbassare i livelli di omocisteina e talvolta anche sulla lotta al tabagismo. Ma è ormai evidente che non basta.
Peraltro, abbassare il colesterolo è una pratica inefficace. Abbiamo già visto in un precedente articolo che le statine mostrano benefici reali talmente minimi che devono essere ingigantiti dalle modalità di calcolo statistico per poter reggere il confronto, almeno in apparenza, con altri interventi, come l’alimentazione, lo sport e l’integrazione nutrizionale funzionale alla biochimica e alla fisiologia dell’individuo.
Chi gode di un’ottima salute cardiovascolare?
alta digeribilità

Godono di ottima salute cardiovascolare e vivono a lungo alcune popolazioni che si trovano in Groenlandia (Inuit), in Giappone e a Creta.
Il segreto: pochi carboidrati, pochi zuccheri, raramente o mai oli di semi, cibi più ricchi di omega-3, niente cibo industriale.
In queste zone la popolazione è abituata fin da giovane a regimi alimentari ricchi di acidi grassi insaturi provenienti soprattutto dal pesce, una preziosa fonte di acidi grassi della serie omega-3.
Ne sono ricchi il merluzzo, il melù o pesce molo, la sarda, il tonno, le acciughe, lo sgombro, il salmone.
Gli omega-3 svolgono molteplici funzioni, agendo persino sulla capacità di apprendimento di soggetti in età scolare molto giovani 27.
Ruolo della Vitamina C
Alcuni autori hanno evidenziato la carenza di Vitamina C (vedi pubblicazioni), tra le possibili cause, anche se in realtà il problema è più complesso.
Secondo una ricerca pubblicata nel 201528, il colesterolo elevato nel sangue potrebbe causare depositi cardiovascolari solo quando le pareti dei vasi sanguigni perdono la loro integrità e si indeboliscono.
PROCESSO DI FORMAZIONE DEI DEPOSITI VASCOLARI
Con un esperimento, i ricercatori dimostrano come l’assunzione subottimale cronica di vitamina C e la sua completa deplezione (scorbuto) abbiano coinciso con l’accumulo di lipoproteina (a) nella parete vascolare e lo sviluppo della lesione aterosclerotica.
L’indebolimento della struttura della parete arteriosa farebbe dunque scattare la necessità di una riparazione biologica.
Il limite di questo studio è che considera solo il modello animale.
Tutti gli animali, con poche eccezioni, producono grandi quantità di vitamina C (2-20 grammi / giorno) per sostenere la produzione indispensabile di collagene per mantenere sani ed elastici i vasi sanguigni.
Gli esseri umani hanno perso la capacità di produzione endogena della vitamina C, e la sua assunzione giornaliera potrebbe talvolta essere insufficiente a garantire la salute vascolare ottimale.
Non solo carenza di Vitamina C
Nei depositi aterosclerotici vi è disfunzione della parete vascolare, aumento delle lacune vascolari endoteliali, con conseguente infiltrazione di molecole biologiche, come Lp(a) e lipoproteine LDL (Low Density Lipoproteins).

La Lp(a) è una lipoproteina appartenente alla famiglia delle LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo. La sua struttura, evidenziata in viola, la rende particolarmente adesiva. La Lp(a) è stata identificata come il maggior trasportatore di colesterolo. Le statine possono aumentare la Lp(a), pur riducendo le LDL.
Anche se il fenomeno si presenta spontaneamente negli animali deprivati geneticamente della produzione endogena di vitamina C, nell’essere umano l’apporto ottimale di vitamina C non è sufficiente a proteggerlo dai depositi.
Per prima cosa, l’uomo deve tener presente lo stile di vita, le scelte alimentari e l’età.
Secondariamente, la prevenzione cardiovascolare non implica la sola carenza di vitamina C, ma anche di altri micronutrienti.
Ad esempio, dopo i 50 anni il corpo non riesce a gestire lo stress ossidativo a causa della progressiva diminuzione delle scorte di cisteina.
La cisteina è un aminoacido cruciale per la formazione di glutatione, un potente antiossidante endogeno.
La correlazione tra esigue scorte di cisteina, stress ossidativo e vecchiaia è talmente stretta che alcuni ricercatori29 hanno persino definito la vecchiaia come una “sindrome da carenza di cisteina”.
Oltre alla cisteina, meglio sotto forma di N-Acetilcisteina, anche altri nutrienti (tutte le vitamine del gruppo B, la vitamina D, acidi grassi omega-3, rame, lisina, ecc.) sono coinvolti in numerose reazioni biochimiche che stimolano/regolano:
- la metilazione,
- la produzione di SAM-e,
- l’omocisteina,
- la trasformazione del colesterolo nei suoi derivati,
- la produzione di energia,
- la stabilità della membrana cellulare.
L’alterazione di questi processi costituisce una minaccia per tutto l’organismo, nonché per le strutture dei vasi sanguigni, e può mettere in crisi in breve tempo la salute cardiovascolare.
In particolare, si indebolisce il tessuto connettivo ovvero la struttura base del nostro corpo e di tutti i suoi organi.
La debolezza strutturale del tessuto connettivo si manifesta dapprima nelle zone particolarmente soggette ad usura:
nei dischi intervertebrali, nelle ginocchia e in quei punti dei vasi sanguigni più esposti a stress meccanico cardiaco, come le arterie coronarie e le carotidi.
La deposizione di lipoproteine, soprattutto lipoproteina (a), funziona come un fattore biologico di riparazione e rinforzo del tessuto, almeno inizialmente, per evitare una possibile spaccatura del vaso.
È noto che nelle placche delle arterie degli esseri umani si riscontra soprattutto lipoproteina (a), un tipo di colesterolo LDL che possiede una struttura molto più adesiva e sul quale non hanno alcun effetto i farmaci e le sostanze che abbassano il colesterolo come: statine, riso rosso fermentato, monacolina, anticorpi monoclonali30.
Secondo questa nuova ipotesi, l’elevato livello di colesterolo LDL nel sangue potrebbe essere una conseguenza, e non la causa, della malattia cardiovascolare.
Fattori di rischio cardiovascolare
Come già sottolineato, un aumentato fabbisogno oppure una carenza subclinica di vitamina C rappresentano solo alcuni aspetti di ciò che può minare la salute cardiovascolare.
Tra i principali fattori che protratti nel tempo possono minare la salute cardiovascolare troviamo:
- un’alimentazione che tende a mantenere il livello glicemico elevato per la maggior parte della giornata, causando ritenzione idrica, squilibrio ormonale, disbiosi, infiammazione di basso grado;
- gli eccessi di alimenti iperglucidici, dato che riducono la disponibilità di micronutrienti, le difese immunitarie, aumentano l’infiammazione, i radicali liberi e l’ossidazione delle lipoproteine che danneggiano le pareti vascolari;
- presenza di olii di semi nella dieta, eccesso di frutta secca che aumentano l’apporto di acidi grassi omega-6 proinfiammatori;
- uno scarso apporto di micronutrienti selezionati per le esigenze dell’individuo e il suo corredo genetico. Ad esempio, la mutazione MTHFR interessa circa il 40% della popolazione mondiale31;
- invecchiamento, stress lavorativi, tensioni nei rapporti interpersonali, preoccupazione continua, emozioni non correttamente gestite – situazioni che aumentano il fabbisogno di micronutrienti specifici.
- il tabagismo.
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Riferimenti
- MedlinePlus Ultimo accesso 08/20022
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