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Terapia aggiuntiva per curare l’asma: nutraceutici e alimentazione

L’asma è un disturbo cronico attribuito a cause multifattoriali, ma in sostanza, alimentato da unico fattore: l’infiammazione cronica di basso grado. Un approccio terapeutico efficace ne deve tener conto, in previsione di una progressiva riduzione dei sintomi nel lungo periodo.

Al momento, non esistono ancora dei farmaci in grado di risolvere uno stato infiammatorio cronico latente e multisfaccettato come quello dell’asma1. Pertanto, occorre una terapia aggiuntiva per curare l’asma in profondità, fornendo sostegno alle funzioni cellulari che favoriscono una sana risposta fisiologica all’infiammazione.

In altre parole, non si tratta di bloccare l’infiammazione, ma di bilanciare i processi infiammatori con quelli che li risolvono, modulando in tal senso anche l’espressione genica.

Come vedremo, la ricerca clinica ha dimostrato che il trattamento farmacologico offre maggiori benefici quando viene affiancato da:

  • una integrazione funzionale alla biochimica umana,
  • un piano alimentare mirato,
  • un corretto stile di vita.

Terapia aggiuntiva per curare l'asma: cosa accade alle vie respiratorie

Circa 300 milioni di persone soffrono di asma in tutto il mondo ed entro il 2025 si prevedono altri 100 milioni di nuovi casi3.

La maggior parte dei farmaci mantiene l’infiammazione ad un livello accettabile, ma non affronta le cause sottostanti, come ad esempio lo stress ossidativo o un’infezione batterica.

Perdipiù, gestire gli effetti indesiderati della terapia farmacologica talvolta è più impegnativo della malattia in sé4. La maggior parte dei farmaci, infatti, ha un duplice effetto:

1. aumenta la possibilità di sviluppare nuovi disturbi, tra cui il diabete ad esempio, come si scoprirà tra poco;
2. riduce la disponibilità di micronutrienti essenziali, ad esempio di vitamina B65 e di vitamina D6.

Un trattamento inadeguato della malattia non solo limita l’abilità di fare movimento ma può prolungare e intensificare progressivamente le crisi respiratorie fino a provocare enfisema, pneumotorace, dilatazione o ipertrofia del ventricolo destro.

Data la progressiva diffusione di questo disturbo, sono in aumento anche le indagini medico-scientifiche che studiano una terapia aggiuntiva per curare l’asma in modo più efficace e sostenibile.

Le principali caratteristiche e i sintomi dell’asma

Ostruzione delle vie aeree

Le fasce muscolari che circondano le vie aeree, di norma rilassate, negli asmatici si contraggono a causa di allergeni, raffreddori, virus e altri trigger ambientali, impedendo all’aria di muoversi liberamente.

Benchè la restrizione delle vie aeree sia reversibile, una caratteristica che contraddistingue l’asma da altre malattie polmonari, come bronchite o enfisema, è il persistere dell’infiammazione.

Infiammazione cronica

In medicina è noto che l’asma si lega ad uno stato infiammatorio cronico latente, a volte talmente lieve da non provocare alcuna contrazione delle vie aeree.

Trattare l’infiammazione cronica è fondamentale. Non basta ridurre in breve tempo i sintomi acuti, ma è indispensabile un piano di intervento che supporti in profondità il metabolismo e le funzioni cellulari.

Irritabilità delle vie aeree

Le vie aeree sono estremamente sensibili alle più svariate condizioni fisiche, ambientali ed emotive, tanto da causare l’insorgere o il peggioramento dei sintomi dell’asma.

Ciò che alla fine scatena la reattività dell’organismo sono le quantità di istamina e leucotrieni che si liberano dai mastociti (vedi figura sottostante). Alcuni farmaci prevengono questa reazione.

Fisologia dell'asma

L’antigene inalato attiva i mastociti e i linfociti Th2 nelle vie aeree. Esso inoltre induce la produzione dei mediatori dell’infiammazione (istamina e leucotrieni) e di citochine, inclusa l’IL-4 e IL-5. Gli eosinofili – globuli bianchi (leucociti) – liberano mediatori d’infiammazione, come i leucotrieni e le proteine dei granuli che ledono i tessuti delle vie aeree. I farmaci a base di cortisone riducono gli eosinofili, abbassando in questo modo le difese immunitarie.

Malassorbimento e permeabilità intestinale

Negli asmatici è stata trovata un’accentuata permeabilità dell’intestino tenute, senza differenze tra coloro che soffrivano di asma allergica o presentavano sintomi più gravi7.

Anche se molti meccanismi restano ancora da chiarire, è noto che l’asma può svilupparsi e peggiorare perché altera l’assorbimento e le funzioni digestive, atrofizzando le cellule. Le atrofie cellulari che si formano all’interno del tratto gastrointestinale impediscono il corretto assorbimento dei nutrienti e generano delle ulcerazioni. Di conseguenza, la barriera intestinale si sfalda, lasciando passare batteri che attivano la risposta immunitaria e incrementano l’infiammazione8.

Carenza di vitamina D, B6 e magnesio

La carenza di vitamina D è stata associata all’aumento dei casi di asma. L’integrazione può ridurre la gravità dei sintomi9.

Molti individui asmatici con problemi di obesità o in sovrappeso possono avere un deficit di vitamina B610. L’integrazione ne riduce la carenza causata dai farmaci antinfiammatori glucocorticoidi (categoria farmacologica del cortisone)11.

Per ciò che riguarda il magnesio, la ricerca ha dimostrato che gli asmatici hanno livelli più bassi di questo minerale12. Perdipiù, la terapia a base di farmaci glucocorticoidi ne aumenta l’escrezione13.

L’integrazione di magnesio (in special modo nelle sue forme organiche) aiuta a ridurre i sintomi14.

I sintomi dell’asma

I sintomi dell’asma possono avere caratteristiche soggettive, ma quelli più comuni sono i seguenti:

  • Respiro sibilante durante il respiro, in particolare quando si ha il raffreddore o si fa movimento.
  • Tosse frequente, con o senza muco e soprattutto di notte.
  • Fiato corto e sensazione di non riuscire a far entrare abbastanza aria nei polmoni.
  • Senso di costrizione al petto, specialmente durante il freddo o l’esercizio fisico, che talvolta può anticipare una ricaduta.

Fattori d’innesco delle crisi asmatiche

Terapia aggiuntiva per curare l'asma: predispone all'herpes zoster in età adulta

Sembra che l’asma predisponga all’herpes zoster in età adulta. L’asma, data la concomitanza con altri disturbi, potrebbe essere collegata all’immunità innata.

  • Infezioni come sinusite, raffreddore e influenza
  • Rinite
  • Allergeni come polline, spore di muffa, pelo animale e acari della polvere
  • Agenti irritanti come forti odori di profumi o soluzioni detergenti, inquinamento atmosferico
  • Fumo di tabacco
  • Attività fisica
  • Clima; cambi della temperatura e/o dell’umidità, aria fredda
  • Emozioni forti come ansia, risate o pianto, stress
  • Farmaci, come l’aspirina e gli antinfiammatori non steroidei15
  • Reflusso gastroesofageo
  • Sovrappeso16

Terapia aggiuntiva per curare l’asma: nutraceutici

Studio clinico con pazienti asmatici

Lo studio clinico che segue è la naturale prosecuzione di ricerche che spiegano in che modo alcuni micronutrienti essenziali modulano l’espressione genica per ridurre l’infiammazione17.

Progetto dello Studio

Sono stati arruolati otto pazienti asmatici, tra i 45 e i 75 anni. Durante il periodo di 3 mesi i soggetti hanno assunto un dosaggio giornaliero di una specifica combinazione di nutrienti, messa a punto in precedenti sperimentazioni18, composta da vitamina C, quercitina, esperidina, lisina, prolina, N-acetilcisteina e composti fenolici del tè verde.

Nel frattempo, i partecipanti hanno continuato le terapie mediche prescritte per attutire la sintomatologia.

È stato eseguito un test della funzionalità polmonare all’inizio, dopo tre mesi e alla fine dello studio.

I risultati del test dopo tre mesi di trattamento

Dopo soli tre mesi di terapia aggiuntiva con il composto di micronutrienti selezionati, tutti quanti i pazienti hanno mostrato un aumento della capacità polmonare (vedi diagramma).

Terapia aggiuntiva per curare l'asma: nutrienti funzionali

Integratore funzionale

Cell Protect

Supporta il fisiologico controllo dei processi degenerativi. Contiene: Ascorbati di magnesio, Glicina, Lisina, Prolina, Arginina, N-Acetil-Cisteina, Curcumina, Quercitina, Estratti di Tè verde e Cavolobroccolo, Rame, Selenio, Manganese.

Scopri di più

Terapia aggiuntiva per curare l’asma: dieta e alimentazione

L’alimentazione, come terapia aggiuntiva per curare l’asma, è importante per tre motivi:

1. aiuta a gestire gli effetti avversi dei farmaci;
2. riduce i picchi glicemici e insulinemici che peggiorano i sintomi;
3. può mantenere in equilibrio il microbiota intestinale.

Gestire gli effetti avversi dei farmaci corticosteroidi nella cura dell’asma

Secondo uno studio del 2006, il 45% dei pazienti ospedalizzati, in cura con farmaci corticosteroidi ad alte dosi (prednisone circa 40 mg al giorno), sviluppa il diabete.

I pazienti con episodi multipli di iperglicemia spesso hanno più malattie e devono prolungare sia la terapia corticosteroidea che la durata del soggiorno in ospedale19.

Il diabete si associa a esiti peggiori per molte patologie, così come l’iperglicemia deteriora le condizioni di salute dei pazienti ospedalizzati e inclini a esacerbazioni acute dei disturbi respiratori20.

La glicemia elevata può presentarsi in concomitanza delle crisi respiratorie, sia come risposta allo stress che come effetto collaterale dei farmaci.

Per questa ragione è necessaria una dieta low carb associata a una integrazione funzionale al metabolismo del glucosio e ai processi biochimici dello stress.

Ridurre i picchi glicemici e insulinemici in pazienti asmatici

Non esiste un protocollo dietetico mirato per curare l’asma. Tuttavia, è bene sapere che, ad esempio, un’errata nutrizione, anche in assenza di malattia respiratoria, può ridurre la massa e la funzione del muscolo respiratorio: una condizione che aggrava la malattia polmonare cronica21.

Diversi studi indicano che la restrizione glucidica, applicata nelle diete low carb e chetogeniche, potrebbe diminuire i sintomi acuti e cronici delle malattie polmonari, attraverso i seguenti meccanismi22:

  • riduzione dei marcatori dell’infiammazione,
  • riduzione degli zuccheri elevati nel sangue,
  • riduzione della produzione di anidride carbonica,
  • miglioramento della densità nutrizionale dei pasti (maggior apporto di grassi e proteine).

In particolare, una dieta chetogenica può sopprimere un importante mediatore di infiammazione coinvolto nella BPCO chiamato NLRP3 inflammasoma, grazie al chetone beta-idrossibutirrato23.

I polmoni contengono uno strato sottile di fluido noto come “liquido di superficie delle vie aeree” (ASL=Airway Surface Liquid). ASL ricopre l’epitelio delle vie aeree bronchiali e coadiuva i meccanismi di protezione contro gli agenti patogeni.

Terapia aggiuntiva per curare l'asma: nutraceutici e alimentazione 2 -

I componenti del liquido di superficie delle vie aeree o ASL (Airway Surface Liquid) che ricopre le cellule epiteliali dei bronchi: 1. Strato di muco. 2. Strato liquido periciliare (PCL). 3. Epitelio colonnare ciliato con ciglia che si estendono nello strato di liquido periciliare.

Le cellule epiteliali dei bronchi mantengono l’omeostasi del glucosio, regolandolo ad un livello che è 12 volte inferiore a quello presente nel sangue.

Nel liquido di superficie delle vie aeree è necessaria una bassa concentrazione di glucosio per impedire il proliferare di infezioni e di crescita batterica.  L’iperglicemia, infatti, attraverso la proliferazione di batteri respiratori, favorisce, insieme all’infiammazione, le infezioni e il riacutizzarsi delle malattie polmonari24.

I carboidrati sono il principale determinante dietetico della glicemia, pertanto, la restrizione glucidica è un intervento logico nella prevenzione dell’iperglicemia da stress o da antinfiammatori steroidei e per ridurre la frequenza di episodi acuti.

Mantenere in equilibrio il microbiota intestinale

Il microbiota intestinale determina lo sviluppo del sistema immunitario, mentre viene influenzato da numerosi fattori, tra cui l’alimentazione e le condizioni degli altri organi.

La sua composizione può promuovere attivamente l’aumento di peso, l’accumulo di grasso e sostenere, indirettamente, una condizione infiammatoria latente di basso grado.

Ad esempio, il microbiota intestinale delle persone obese, rispetto a quello degli individui magri, contiene meno Bacteroidetes e più Firmicutes. Questa differenza si traduce in una maggiore efficienza, da parte del microbiota di individui obesi, nella raccolta di energia da carboidrati, altrimenti indigesti, come ad esempio le fibre provenienti da cereali integrali25.

Inoltre, è stato dimostrato, che il microbiota interagisce con l’equilibrio della funzione polmonare e si modifica in seguito a infezioni e crisi allergiche26.

Terapia aggiuntiva per curare l'asma: nutraceutici e alimentazione 3 -

A – La disbiosi del microbiota intestinale innesca la malattia e ne causa la progressione. La deplezione o l’assenza del microbiota intestinale conducono a infezioni respiratorie virali o batteriche e a risposte immunitarie alterate.

B – L’infezione cambia la composizione del microbiota intestinale e causa un danno immunitario intestinale, mentre la risposta allergica nei polmoni influenza la composizione del microbiota intestinale.

Una dieta low-carb e nutrienti specifici modulano la composizione del microbiota

Le diete chetogeniche alterano la struttura e la funzione del microbiota intestinale. Uno studio pubblicato nel 2020 dal laboratorio del Dr. Peter Turnbaugh ha confermato che una dieta chetogenica aumenta i livelli di chetoni intestinali, riduce l’abbondanza di Bifidobacterium e diminuisce le cellule Th17 pro-infiammatorie dell’intestino.

Gli autori, inoltre, scrivono: “Una dieta chetogenica mantiene un robusto strato di muco nonostante la mancanza di carboidrati fermentabili”. Infatti, oltre all’aver mantenuto l’ampiezza del muco, è aumentata l’espressione della mucina 2 (Muc2), il costituente primario del muco intestinale27.

La curcumina può modulare il microbiota intestinale, ha effetti neuroprotettivi, può aumentare l’espressione di gruppi di batteri con proprietà antinfiammatorie, attenuando l’assorbimento sistemico dei lipopolisaccaridi (componenti pericolosi rilasciati da alcuni batteri) associato a dieta errata28.

Tale rapporto è bidirezionale in quanto i metaboliti della curcumina prodotti dal microbiota stesso, possono esercitare attività antiossidante indipendente29.

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Riferimenti

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